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Giovedì, 25 Aprile 2024
Verso le amministrative

Le primarie spalancano la strada all'alleanza Pd-M5s?

Nella "rossa" Bologna la vittoria di Lepore significa che già al primo turno il candidato avrà il sostegno del Movimento 5 Stelle. A Roma si impone Gualtieri

Roberto Gualtieri e Matteo Lepore sono i candidato del centrosinistra a Roma e a Bologna. Spalancata la strada verso l'alleanza Pd-M5s? Un tema lanciato con forza dalle primarie bolognesi è proprio realtivo all'effetto che potrebbero produrre sull'alleanza tra i due partiti di Letta e Conte: un'alleanza che per le prossime amministrative è stata costruita molto a fatica e soltanto in alcune città come Napoli e forse ora anche Bologna. Un pentastellato di riferimento a Bologna come Max Bugani aveva detto che un accordo ci sarebbe potuto essere solo se avese vinto Lepore. Ha vinto Lepore. Il rebus alleanze da locale diventerà per forza di cose nazionale.

Gualtieri vince le primarie a Roma

"Oltre 45mila persone sono tornate a votare per scegliere il loro, il nostro, futuro. È stata una giornata bellissima. Non per me, ma per tutte e tutti noi. Perché oggi ha vinto la partecipazione. Oggi, ha vinto la Democrazia. E adesso avanti, insieme, per la rinascita di Roma". E' stato il commento a caldo di Roberto Gualtieri che nello spazio elettorale allestito a via dei Cerchi ha salutato con sollievo i dati sull'affluenza alle primarie del Pd, che avevano tenuto la coalizione con il fiato sospeso fino alla chiusura delle urne. Il risultato raggiunto è in linea con l'affluenza del confronto tra Roberto Giachetti e Roberto Morassut, che nel 2016 si contesero per il Partito Democratico la sfida a Virginia Raggi.

I dati definitivi hanno fissati il totale dei votanti a 48.624 schede, con Gualtieri al 60,6% delle preferenze con 28.561 voti espressi, seguito dal presidente del III Municipio Giovanni Caudo con 7.388 preferenze, il 15,6%; poi, nell'ordine, Paolo Ciani di Demos al 7,1% con 3372 voti, Imma Battaglia di Liberare Roma con 2987 voti al 6,34%, Stefano Fassina di Sinistra Per Roma al 5,5% con 2625, Tobia Zevi al 3,5% con 1663 preferenze e l'ex M5S Cristina Grancio all'1% con 497. "Ho appena parlato con Gualtieri per fargli il mio in bocca al lupo - ha dichiarato il segretario Pd Enrico Letta -. Ora con la spinta delle primarie inizia al meglio la corsa decisiva. Il popolo di centrosinistra ha dimostrato che c'è e vuole la svolta a Roma".

Per quanto riguarda i 13 Municipi su 15 in cui si sono svolte le consultazioni, prevale in I Municipio Lorenza Bonaccorsi, in III Municioio l'ex presidente Pd Paolo Emilio Marchionne, in IV Massimiliano Umberti, in V Mauro Caliste, in VI Fabrizio Compagnone, in IX prevale l'ex deputata Titti Di Salvo, in X Mario Falconi, in XI Gianluca Lanzi, in XII Elio Tomassetti batte l'ex deputato Marco Miccoli, in XIII vince Sabrina Giuseppetti, in XIV vonce Marco Della Porta, che prevale sull'ex deputata Ileana Argentin e in XV torna a correre Daniele Torquati, presidente nella sindacatura interrotta di Ignazio Marino. Ancora da assegnare il VII Municipio Appio Tiscolano, per il testa a testa tra Claudio Laddaga e Carlo Mazzei. In II Municipio e in VIII correranno sindaci gli attuali presidenti, Francesca Del Bello e Amedeo Ciaccheri, che per volontà della coalizione sono stati ricandidati senza passare per le urne.

Lepore vince le primarie a Bologna

Alla fine della giornata hanno votato in oltre 26 mila bolognesi: a Matteo Lepore vanno 15.708 voti, a Isabella Conti circa cinquemila in meno. Il risultato è netto: 59,6% contro 40,4%. Il candidato del centrosinistra per le elezioni comunali del prossimo ottobre sarà "l'uomo del Pd", l'assessore per dieci anni del Comune a fianco dell'attuale sindaco Virginio Merola.

Un risultato importante, quello delle primarie che si sono svolte ieri sotto le Due Torri, in particolare per i dirigenti del Partito democratico che ora, dopo mesi di screzi e il rischio di spaccature al proprio interno, possono tirare un sospiro di sollievo. E possono, con una falcata, accelerare sulla rappacificazione con quella sinistra che proprio in Emilia-Romagna ha cominciato a perdere i primi pezzi negli anni passati. "Dobbiamo unire il centrosinistra, in questi mesi abbiamo dimostrato che si può fare - ha spiegato Lepore, prima di alzare i calici nel suo comitato elettorale -. Il Pd e tutta la sinistra" saranno "di nuovo insieme, dopo tanti anni. Questa è la strada premiata dagli elettori". E poi ancora più in là, immaginandosi subito nuove alleanze: "Questa strada - ha aggiunto - è anche quella del Movimento 5 stelle".

Sarà Lepore quindi a guidare la coalizione, con l'appoggio, a questo punto, già al primo turno del Movimento 5 Stelle, visto che, pur non partecipando alle primarie, aveva annunciato di essere pronto a sostenere Lepore.

Conti, di Italia Viva, si lecca le ferite e torna a dedicarsi a tempo pieno all'attività di sindaco di San Lazzaro. Ma il suo è solo un arrivederci ("verrà un tempo, verrà un momento") a "qualcosa" di ancora non chiaro. Sarà una lista civica a sostegno di Lepore? "Abbiamo raggiunto un risultato insperato - ha commentato, dopo essersi complimentata con il vincitore -. Il nostro sogno proseguirà unendo le forze con i nostri ex avversari e oggi fratelli per proporre alla città la migliore politica. Il mio sogno era di essere la sindaca della città più straordinaria della terra. Verrà il tempo, verrà il momento. Sono convinta che i nostri slanci e i nostri valori sopravviveranno se continueremo a sentirli profondamente in noi, accompagnati dall'urgenza di dare il nostro leale e autentico supporto a tutta la coalizione di centrosinistra". Si chiude così una campagna elettorale dai toni pesantissimi, durante la quale sono volati stracci dentro il partito di Letta. Tensioni e polemiche proseguite anche domenica durante il voto: in alcuni seggi (gazebo) si sono presentati elettori che si rifiutavano di sottoscrivere il 'patto' del centrosinistra previsto nel regolamento del Pd e c'è chi ha puntato il dito contro Isabella Conti, rea di aver ricevuto l'endorsement di una parte del centrodestra moderato della città.

"Non è stata una bella campagna, quasi esclusivamente dominata dalla rincorsa delle varie fazioni presenti - ha commentato Paolo Pombeni, storico e politologo -. Non è un buon viatico per un sindaco che deve affrontare una stagione molto difficile. Più che pensare a coinvolgere il M5s o altri moderati occorreva più attenzione, per esempio, ai temi che riguardano il Pnrr e al ruolo di Bologna a livello europeo. Così avremmo dimostrato di avere una classe politica un po' meno da 'caminetto' e più da grande città universitaria".

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