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Giovedì, 25 Aprile 2024

Antonio Piccirilli

Giornalista

Salvate il soldato Casalino

C’è qualcosa di immondo nelle tonnellate di odio che sono state vomitate su Rocco Casalino nel giorno dell’addio di Conte a Palazzo Chigi. Il portavoce dell’ex presidente del consiglio è stato sorpreso dalle telecamere con gli occhi lucidi: e giù di insulti, ironie, contumelie. Il personaggio avrà i suoi limiti, le sue carenze, le sue colpe. Anche gravi. Ma il linciaggio social, quello no, non si augura a nessuno. Neppure a chi, come Casalino, è stato per anni a capo della comunicazione di un partito, il M5S, che in un passato neanche troppo lontano ha fatto del dileggio dell’avversario la sua cifra politica. Acqua passata? Anche no. Ma un conto è la critica, anche aspra, un altro la lapidazione via Twitter.

In questi anni Casalino è stato spesso dipinto dai suoi detrattori come uno stratega capace di trovate "diaboliche". E forse in parte è stato anche così. Ma con SuperMario a Palazzo Chigi e il populismo messo all'angolo è arrivato il momento di guardare le cose da un’altra prospettiva. Come fa notare su Twitter il giornalista David Carretta, "Rocco Casalino ha avuto un successo enorme come comunicatore. Raramente un portavoce ha imposto l’agenda e fatto brillare un Pdc come lui". Il merito però, sostiene Carretta, non va tanto (o non solo) a Casalino, quanto "a un giornalismo sciatto e incompetente". È colpa dei giornali? Può darsi. Di sicuro Casalino non merita il linciaggio che sta ricevendo.

Chi ha visto la sua intervista andata in onda venerdì scorso a "Propaganda Live", su La7, si è trovato di fronte ad un uomo con i suoi dubbi e tante insicurezze. Una su tutte: quella di non essere riuscito a scrollarsi di dosso l’etichetta di "ex del Grande Fratello". Come tutti, chi più e chi meno, Casalino non è certo indifferente a ciò che si dice di lui.  "Renzi parla benissimo di me in privato" ha confessato a "La Stampa". "Magari lo facesse anche in pubblico. Ma è il mio destino". Ora che è fuori dai giochi del Palazzo, o almeno così pare, Casalino avrà il tempo di riflettere su se stesso e sul suo lavoro: prima da stratega dei 5 Stelle, poi da spin doctor di Giuseppe Conte. Non è tutto bianco o nero come spesso ci è stato raccontato dalla propaganda del M5s. Vale per lui, ma vale anche per noi.

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