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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Roma

Roma, sì del tribunale all'adozione di una bimba per una coppia di donne

La notizia comunicata dall'associazione Famiglie arcobaleno. Le due donne sono una giornalista e una scrittrice. Rory, una delle mamme: "Dopo quasi quattro anni posso finalmente respirare"

ROMA - I giudici del tribunale civile di Roma hanno riconosciuto la stepchild adoption per una coppia di mamme che hanno avuto una figlia grazie alla fecondazione eterologa. A dar notizia della decisione è l’associazione ‘Famiglie arcobaleno’. La vicenda riguarda una coppia di donne, una giornalista e una scrittrice. In una nota Marilena Grassadonia, presidentessa dell’associazione, spiega: “E' un nuovo passo in avanti, ma non dimentichiamo che la mancanza di una legge chiara che disciplini la genitorialità omosessuale nel nostro Paese impedisce a molti bambini nella stessa situazione di avere riconosciuti i loro diritti. Si sta creando nel Paese una situazione a ‘macchia di leopardo’ che non è degna di un Paese civile”. 

Segnaliamo in particolare che in alcuni tribunali la situazione è bloccata da lunghissimi mesi e nessuna sentenza è mai stata emessa. La politica non dovrebbe ignorare che l’indeterminatezza delle leggi sta costringendo le nostre famiglie a una battaglia nei tribunali lunga e difficile per arrivare a ottenere tutele che la nostra Costituzione – come spiegato dalla Cassazione – già ci riconosce.

IL COMMENTO DI MAMMA RORY - "Vivevo nel terrore, senza esagerazioni, che mi potesse accadere qualcosa o che potesse accadere qualcosa a nostra figlia. Vivevo nel terrore di non essere in grado di fare nulla: adesso con questa sentenza per quanto non si tratti di un'adozione piena, per quanto si sia dovuto ricorrere ad avvocati e tribunali per veder riconosciuto un diritto fondamentale, adesso, dopo quasi quattro anni, posso finalmente respirare". Questo il racconto di Rory Cappelli, mamma non biologica ma riconosciuta oggi grazie alla sentenza del tribunale civile della Capitale.

La bambina che ho cullato, consolato, che ho visto crescere, che ha imparato a parlare anche insieme a me, che ho curato quand'era malata, che mi ha fatto commuovere perché con le sue manine mi faceva una carezza, la bambina che mi ha sempre chiamato mamma, adesso la mamma, l'altra mamma, ce l'ha per davvero, anche per lo Stato. Potrò stracciare la delega che mi permette di andare a prenderla a scuola. Potrò rifare i documenti, metterci anche il mio nome e partire con lei. Potrò esserle accanto senza che nessuno si possa domandare chi sono.

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