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Sabato, 20 Aprile 2024
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Roma, Marino "cacciato": si sono dimessi 26 consiglieri

Ora è davvero finita. Il Pd non ha dato modo all'ormai ex sindaco di andare in Aula: ai 19 consiglieri dem si sono aggiunti sette membri dell'opposizione. La Giunta è quindi, di fatto, sciolta

ROMA - Finisce qui l'era Marino. La fatidica e fatale "quota 25" è stata raggiunta. I consiglieri capitolini hanno firmato le dimissioni facendo così cadere il numero minimo dell'aula Giulio Cesare. Il risultato, quindi, è lo scioglimento della Giunta. Dopo la riunione fiume durata sette ore ieri al Nazareno tra i consiglieri del Pd e il commissario romano Matteo Orfini, è arrivata la decisione di staccare la spina.

LE FIRME - In via del Tritone, nella sede dei gruppi consiliari del Campidoglio, i consiglieri hanno depositato contemporaneamente le proprie dimissioni davanti al notaio. Curiosità: i primi ad arrivare - e firmare - sono stati Cecilia Fannunza, Michela De Biase e Fabrizio Panecaldo. Alla fine della conta, a dimettersi saranno di più. Oltre ai 19 esponenti democratici oggi pomeriggio presso la sede dei gruppi consiliari di via del Tritone hanno firmato le proprie dimissioni Daniele Parrucci di Centro Democratico e Svetlana Celli della Lista Civica Marino. E con loro, tra gli scranni della maggioranza, si arriva a quota 21. Per arrivare ai 25 è stato necessario pescare nell'opposizione. 

L'OPPOSIZIONE - Tra i primi ad aver dato la propria disponibilità, in quanto coerente con la posizione assunta negli ultimi mesi, i l'esponente della lista Marchini, Alessandro Onorato. E poi Roberto Cantiani (Ncd) e i fittiani Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato (Conservatori Riformisti). Passano le ore e il fronte dei dimissionari si ingrossa. Si aggiungono gli esponenti di Fratelli d'Italia Lavinia Mennuni e Fabrizio Ghera, ex assessore comunale di Alemanno. Li seguono anche Marco Pomarici di Noi con Salvini ma 'fuori' dall'accordo con i democratici. "Ho firmato le mie dimissioni ma sono singole e personali e non conteranno quindi per il raggiungimento dell'obiettivo della assurda raccolta firme del Pd. L'ho fatto per prendere le distanze", ha spiegato Pomarici. Lo stesso vale per Alessandro Cochi: "Le mie dimissioni sono volutamente non contestuali alle 25 che serviranno per lo scioglimento del Comune. Sono stato il primo a dimettermi, e l'ho fatto da solo" ha aggiunto il consigliere del gruppo misto. 

Piazza divisa in Campidoglio: manifestazioni pro e contro il sindaco Marino @ INFOPHOTO

RABBIA MARINO - "Perché in questo momento, rispetto ad un sindaco che con dignità e orgogliosamente chiede un confronto in modo trasparente nella sede deputata dalla democrazia, le forze politiche usano ogni strumento possibile anche burocratico, come le dimissioni di massa di consiglieri per impedirlo?". All'Auditorium dove ha partecipato a un convegno, il sindaco di Roma Ignazio Marino aveva rilanciato la sua sfida e, dopo il ritiro delle sue dimissioni, ha ribadito la volontà di voler riferire in Consiglio comunale e spiegare cosa è successo. 

Perché le forze politiche vogliono impedire un confronto dove ci si guarda negli occhi? E impediscono al sindaco della capitale di presentarsi in maniera trasparente di fronte all'aula. E c'è una tale fortissima ostinazione che porta a chiamare i consiglieri eletti dai cittadini a sottrarsi al confronto col sindaco eletto dai cittadini. Ci sarà un motivo che a me sfugge...

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