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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il Rosatellum bis alla Camera: il Pd pressa Gentiloni per la fiducia, M5s sul piede di guerra

Ore calde per la riforma elettorale. La maggioranza vuole chiedere la fiducia per evitare brutte sorprese con il voto segreto. I 5stelle: “Un atto eversivo”

Sono ore calde alla Camera per la votazione sulla riforma elettorale, ormai soprannominata Rosatellum Bis. La maggioranza sembra avere l'intenzione di accelerare l'iter della legge elettorale, ottenendo il via libera da Montecitorio per poi arrivare al Senato prima della legge di bilancio. Ma nonostante il piano 'diabolico' dei partiti che sostengono il Rosatellum, resta alto il rischio delle imboscate nel voto segreto.

Proprio per evitare l'affossamento il Partito Democratico ha chiesto al Governo di votare la fiducia. Il piano 'B' del Pd per scongiurare cattive evenienze si chiama tecnica del 'canguro', che consiste nel  presentare emendamenti preclusivi che facciano ‘saltare’ quelli più a rischio. Le proposte di modifica presentate sono circa 200, di queste la maggior parte provengono dai gruppi che si oppongono al Rosatellum bis, ossia M5s, Sinistra Italiana, Mdp, e Fratelli d’Italia. Sia i 5 stelle che la sinistra hanno riproposto il voto disgiunto e le preferenze, temi che potrebbero allettare anche i franchi tiratori, deputati che pur facendo parte del patto sono scontenti e sanno di non avere chance di rientrare in Parlamento. 

I conti 

Conti alla mano però per poter influire sull’andamento delle votazioni i franchi tiratori dovrebbero essere tanti del Pd dal momento che è il gruppo più numeroso (283). Fi ne ha solo 58, Ap 22, e la Lega 19, poi ci sono i centristi di Scelta civica (15) e Centro democratico (12), altri provengono dal Misto ma si tratta di pochi deputati. Andrea Orlando non a caso si rivolge proprio al suo partito: “Se non dovesse passare questa legge ci sarebbe un contraccolpo sulla credibilità delle istituzioni ma anche sulla credibilità del Partito democratico che è il partito che più di ogni altro si è speso per la modifica della legge elettorale”. 

M5s e Mdp: “E' uno scandalo”

Ma a giudicare dai richiami alla responsabilità da esponenti di Forza Italia e Udc e dall’invito della Lega al governo a porre la fiducia, è evidente che nessuno si sente al sicuro. Proprio sull’ipotesi della fiducia i grillini e Mdp gridano allo scandalo. “Se il Governo dovesse porre la fiducia su questa indegna legge, sarebbe un atto eversivo”, dicono i pentastellati. 

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Rosato chiede la fiducia 

“Ho chiamato Gentiloni per dire che da una valutazione fatta con tutti i gruppi della maggioranza è emersa la necessità e l’opportunità che si proceda con un voto di fiducia sulla legge elettorale”. Lo ha detto Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd, parlando alla Camera. “Ci siamo confrontati anche con Lega e Fi – ha aggiunto – e abbiamo stabilito che il testo va approvato così come è. Il rischio di cambiamenti con i voti segreti avrebbe affondato la legge elettorale”.

Il voto segreto sulla legge elettorale, ha proseguito Rosato, “è uno strumento arcaico e inutile ma di fronte a uno strumento regolamentare usato dalle opposizioni rispondiamo con un altro strumento regolamentare. Si tratta di una fiducia che ha una natura tecnica e non politica”. “Gentiloni – ha spiegato – ha ascoltato, farà le sue valutazioni. Il voto finale potrà essere segreto è lì il Parlamento si esprimerà sull’intera legge. Ma lo spezzatino sarebbe stato inaccettabile: cambiamenti significativi della legge elettorale con l’approvazione di emendamenti col voto segreto avrebbero comportato il fallimento della stessa. Anche perché questa è l’ultima possibilità di farla”. Rosato ha spiegato che la decisione di chiedere a Gentiloni di porre la fiducia è stata presa in una riunione alla quale erano presenti i capigruppo di maggioranza.

Brunetta: “Voteremo sì”

 Secondo Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, “è comprensibile che, a pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, la maggioranza che sostiene Paolo Gentiloni chieda al governo di porre la questione di fiducia come strumento per l’approvazione della legge elettorale”. “Voteremo sì alla legge elettorale – ha aggiunto Brunetta - pur non partecipando alla votazione sulla fiducia”

Di Maio su Facebook: “Emergenza democratica”

“Signori, siamo in piena emergenza democratica. Nelle aule parlamentari si sta consumando l’ennesima aberrazione istituzionale: il Pd ha appena dato il suo ok alla fiducia sulla legge elettorale quindi il Parlamento non potrà discuterla. Quello che hanno deciso due o tre capi di partito diventerà legge senza che nessuno possa dire la sua. È un momento critico. Alle 12:00 riuniremo il gruppo parlamentare e decideremo la nostra reazione, che sarà durissima”. A dare l’annuncio su Facebook è stato Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 stelle.

A suo giudizio “è un colpo mortale alla democrazia, una violazione delle regole democratiche. Il Rosatellum è una Legge Truffa contro il Movimento 5 stelle e contro la volontà dei cittadini. E’ una legge fatta ad arte per favorire alla prossima legislatura un governo Renzi- Berlusconi, a prescindere da chi vincerà davvero le elezioni”. “Stanno stravolgendo – ha detto ancora Di Maio – la legge elettorale a 6 mesi dalle elezioni per provare a fermare la prima forza politica del Paese. Hanno paura dell’effetto che avrebbe la nostra probabile vittoria in Sicilia e ci combattono non con la bontà dei programmi, ma truccando le regole del gioco. L’intento è distruggerci, quello che otterranno sarà rafforzarci. Faranno imbestialire i cittadini. Nei prossimi giorni saremo chiamati tutti a difendere le Istituzioni della Repubblica. State pronti”, ha concluso l’esponente stellato.

Napolitano: “Eliminare l'indicazione del leader”

“Considero altamente auspicabile – e la considero tale nel solco delle considerazioni sempre espresse dal Presidente Mattarella – l’approvazione in Parlamento con il più largo consenso di una legge elettorale che naturalmente tenga nel massimo conto la sentenza della Corte costituzionale”. Lo dichiara il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che però sollecita fin da ora una correzione al testo, e cioè l’eliminazione dell’indicazione del leader della forza politica.

“Sul testo complessivo di cui oggi comincia la discussione alla Camera, mi esprimerò eventualmente quando giungerà all’esame del Senato. Ma sento di dover fare già ora un rilievo che ritengo importante – spiega Napolitano – e che auspico possa essere oggetto di attenzione nella serrata discussione che si apre alla Camera. Nel comma 7 dell’art. 1 la proposta riproduce la clausola preesistente, che prevedeva la dichiarazione del nome e cognome della persona indicata come capo della forza politica da parte dei partiti contestualmente al deposito del simbolo elettorale e del programma di ciascuno di essi. Ritengo che il sopravvivere di questa clausola ripresenti il grande equivoco già manifestatosi, nel senso che l’elettore sia chiamato a votare per eleggere non solo il Parlamento, ma il capo dell’esecutivo. Qualcosa cioè di incompatibile con i nostri equilibri costituzionali, e che quindi va, a mio avviso, definitivamente eliminato. Neppure nel sistema francese si produce alcun equivoco del genere, in quanto non vengono confuse nello stesso voto l’elezione del Presidente con poteri di governo e l’elezione dell’Assemblea nazionale. Confido che si possa giungere alla modifica da me sollecitata – conclude Napolitano – prima che il testo giunga all’esame del Senato”.

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