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Martedì, 19 Marzo 2024
L'intervista

Gli ambientalisti "radicali" pronti a fondare il più grande partito verde d’Italia: “Il M5s ha tradito e gli altri hanno fallito”

Sono convinti ci siano istanze nel paese che i partiti tradizionali sono incapaci di rappresentare. Evitano la retorica green e vogliono diventare un grande polo politico nel paese. Rossella Muroni a Today.it: "Ponte sullo stretto di Messina? Parliamone"

"Ho il difetto della memoria e ricordo quando Beppe Grillo, nel 2012, fece la traversata dello stretto di Messina per dimostrare  con una certa ironia come non ci fosse bisogno di un ponte. Lo fece in occasione della candidatura alle regionali siciliane di Giancarlo Cancellieri, che oggi è sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, quello che di recente si è detto favorevole al ponte”. Dal canto suo nel Pd “Letta ne ha parlato, ma sui territori si fanno scente non certo ecologiste, basti pensare agli incentivi per la auto diesel. Insomma gli altri hanno tradito o hanno fallito. Noi invece vogliamo formare un grande partito che parli di tutti i temi, ma che siano declinati in ambito ambientalista ed ecologista. Vogliamo diventare come il partito dei Verdi in Germania, capaci di competere con Angela Merkel".

E’ la grande ambizione di Facciamo Eco, la nuova componente parlamentare nata sotto il simbolo dei Verdi italiani da una costola di Leu e a spiegarlo la deputata Rossella Muroni, romana, alla sua prima esperienza in Parlamento dopo essere stata eletta in Puglia con Liberi e Uguali. Attualmente vice presidente della Commissione Ambiente e già presidente di Legambiente. E’ lei a spiegare che cosa significhi oggi essere radicali in tema di ambientalismo e ecologia. No, col fanatismo green non c’entra nulla. Si tratta semplicemente però di non prendere scorciatoie e credere davvero in una società diversa per il futuro, dove tutti i temi, anche quelli di massimi sistemi, si possano affrontare in chiave verde. "In un momento in cui si parla di transizione ecologica, serviva una voce indipendente che ponesse questioni sul tavolo, con l’ambizione di portare le mille voci di Piccole e medie imprese, società civile, sindacati esclusi dall’agenda politica e anche da questo Recovery Plan".

Facciamo Eco, intervista a Rossella Muroni 

Però lei si era candidata con Leu e se ne è andata in corso di legislatura. Cosa c’era che non andava in quel partito?
"Intanto che non è mai diventato un partito. E’ nato come come proposta politica, ma con l’impegno (mai realizzato) con l’elettorato di farsi partito, ma da Sinistra italiana, Possibile, Articolo Uno non c’è mai stat la volontà di andare avanti in un percorso. Inoltre le performance alle elezioni sono state deludenti, ho resistito 3 anni, poi sono passata al gruppo misto".

Parla come se Leu fosse destinato a scomparire.
"Questo non lo so dire. Al momento non credo ci sia la possibilità di portare avanti un progetto. Siamo stati un anno all’opposizione e un anno in maggioranza, in nessuno di questi momenti c’è mai stata una fase costituente".

Lei in un’intervista ha detto che volete in Italia una forza come i Verdi tedeschi, ma in Germania rappresentano una forza di governo. Voi come pensate di costruire una tale forza in Italia?
"Premesso che non credo nei modelli che si possano riprodurre, ma credo che ci sia una richiesta di rappresentanza da parte di chi muove istanze ecologiste, non solo di ambientalismo classico, ma anche ecologismo come cultura trasversale: giovani, universitari, mondo della formazione, piccole medie imprese, green economy. Questo mondo ha bisogno di rappresentanza politica e fino a quando non ci sarà una forza indipendente, le questioni ecologiste saranno sempre piegate ad altre cose. Questo vuol dire parlare di fonti rinnovabili, ma anche di comunità energetiche e di un nuovo modello sociale, di ecologia ed economia insieme, di un nuovo modello industriale. Abbiamo l’ambizione di essere un soggetto che ragioni a 360 gradi, di continuare a parlare di diritti, disuguaglianze, di economia ma declinate in chiave sostenibile, ma con l’ambiente al centro come tema che attraversa tutti gli altri. Questa è la sfida culturale".

Facciamo Eco vuole diventare il grande partito dei Verdi 

Eppure siamo nel pieno di una riforma epocale in cui c’é un governo impegnato nell’applicazione di un Recovery Plan nel quale il più grosso capitolo di spesa è quello per la transizione ecologica.
"Su quello noi ci siamo astenuti dicendo sostanzialmente che sui titoli c’eravamo, peccato lo svolgimento, Cioè il problema è la quantità di risorse allocate. Faccio 2 esempi. Il primo è lo sbilanciamento dei fondi in favore dell’alta velocità, a discapito del trasporto pubblico locale sulle 14 aree metropolitane. Il secondo è l’agricoltura. Benissimo l’investimento sul biometano, ma non si cita mai l’agricoltura biologica. Si parla sempre del solito modello agricolo di grandi dimensioni e non locale, territoriale, per una sostenibilità ambientale che è la chiave dell’agricoltura italiana. Ci sono 3 miliardi sull’idrogeno, chiaro che sarà una soluzione, ma troppo poco su energie rinnovabili che sono la vera prospettiva del paese".

Però lei ha votato la fiducia a Draghi, si è pentita? Il governo ha ancora oggi la sua fiducia e quella del gruppo Facciamo Eco?
"Ha ancora la nostra fiducia, ma non è una cambiale in bianco, aspettiamo le riforme, dove sarà fondamentale farle e farle bene. Su Pnrr ci siamo astenuti, ma con una posizione di critica e possibile intervento e sollecitazione. Certo se si inizia a parlare di ponte sullo stretto di Messina anche fiducia verrà meno".

Lei è anche vice presidente della Commissione Ambiente. Quale progetto è più importante lì?
"Adesso arriverà il decreto su transizione ecologica con provvedimenti su semplificazione perché si tratta di capire come semplificare e irrobustire i controlli ambientali, in un paese in cui la mancanza di controlli anti inquinamento è altissimo".

Nella sua commissione c’è anche un testo importante, quello sulle "Disposizioni in favore dei familiari delle vittime di eventi sismici". A che punto siamo? "Su quello Patrizia Terzoni (M5S) e Stefania Pezzopane (Pd) hanno fatto un buon lavoro stiamo per arrivare ad un testo unificato perché capiamo che serve dare un sostegno concreto ai familiari delle vittime del terremoto".

Come ha votato per legge Zan? Secondo lei è perfetta così com’è? 
"A favore. Ci sono alcune critiche che andrebbero ascoltate, mi preoccupa la  discussione perché sembra quasi che porre dei dubbi diventi un attacco alla legge o significhi schierarsi con gli omotransfobici . E’ assurdo, spero che al Senato si possa fare una discussione approfondita. Perché il Senato dovrebbe rinunciare ad approfondire? Pensa sia una legge necessaria".

Come vede il Pd di Letta?
"Molto bene. Il Pd dovrebbe occuparsi dello stato di salute dell’intero campo del centrosinistra, con un soggetto ecologista indipendente e forte che lo arricchisca e spero che non pensi di affidarlo al Movimento 5 Stelle".

Sì ma il progetto di alleanza Pd e M5s è un fatto e va avanti.
"Spero solo che un ecologismo moderno resti in nell’ambito del centrosinistra ma indipendente. Il problema è che l’ecologismo in Italia è sempre stato sovrapposto alla sinistra. C’è uno spazio che chiede di essere rappresentato perché oggi non lo è né dalla sinistra, né dal Movimento 5 Stelle e noi abbiamo l’ambizione di farlo".

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