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Giovedì, 25 Aprile 2024

Stefano Pagliarini

Responsabile redazione

Anticipare Meloni su tutto: il piano di Salvini

Giorgia Meloni ha debuttato da presidente del Consiglio sul carpet di Bruxelles, dice lei, per difendere l'interesse nazionale nel contesto europeo, dove vuole comunque stare. Ma quando il gatto non c'è i topi ballano. Infatti dopo l'approdo in Senato del decreto legge anti rave party, è chiaro come gli alleati approfittino degli impegni del governo per recuperare il loro consenso proprio rivendicando quanto fatto dalle loro posizioni di governo. Adesso non c'è Mario Draghi. È tornata la politica o così diventa facile riarmare la propaganda di partito anche dal palazzo.

Salvini corre a intestarsi tutto e Forza Italia fa la parte dell'ala liberal del governo. Il leader della Lega Matteo Salvini lo ha capito subito e ha rimesso in asse la sua "bestia", che ha ricominciato a macinare post su ogni piattaforma, su ogni tema possibile che, in qualche modo, riguardi il lavoro dell'esecutivo. Meloni e Fratelli d'Italia non hanno neppure il tempo di elaborare una nota stampa che Salvini e Lega escono con le frasi più suggestive. Gli insetti come alimento? "Mangiateveli voi"; sul Reddito di cittadinanza "stop a truffe e furbetti"; fino alla questione del rave party: "Le leggi si rispettano, è finita la pacchia". Salvini anticipa gli alleati su qualsiasi cosa, al punto che rischia di farci dimenticare di cosa sia il ministro. Lo sappiamo: alle Infrastrutture ma dopo il caso del rave party di Modena, il dubbio che fosse riuscito a esaudire il sogno di fare il ministro dell'Interno ci era venuto. 

Perché la maggioranza non rischierà (quasi mai) al Senato

Né si ferma l'attivismo salviniano sul Ponte dello Stretto, che Meloni per ora sembra snobbare. È dell’altro giorno l'incontro con una delegazione del Consiglio nazionale degli ingegneri proprio per rilanciare il ponte sullo stretto e la revisione del reato di abuso d'ufficio perché "non si può vivere col terrore per aver messo la firma su un progetto". Poi c'è la più classica delle battaglie: contro i migranti e le navi degli scafisti. L'ultima serrata riguarda la questione della nave della Ong Ocean Viking in queste ore nel Mediterraneo alla ricerca di un approdo per i migranti soccorsi in mare. "Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia" twittava Salvini mentre la Commissione Ue ricordava a Meloni che è "obbligo morale e legale" per gli Stati membri salvare le persone in mare. Salvini su questo è stato anche sconfessato dalla giurista e opinionista Vitalba Azzolini, che ha parlato di "bestialità giuridica" e "ignoranza del diritto interno e internazionale" perché "la responsabilità dello Stato di bandiera della nave è assicurarsi che i naufraghi siano soccorsi quanto prima e il comandante faccia tutto ciò che serve a tal fine. Con buona pace di Piantedosi e Salvini, la Norvegia non deve (e non potrebbe) offrire il porto sicuro più vicino". Poco importa a Salvini e Lega perché, dietro quelle esternazioni, non c'è la volontà di informare ma di riconquistare un eletttorato spostatosi su Fdi e risalire da un 8,7% attraverso un elettroshock di post social.

La Lega è anche attenta alla demarcazione del terreno politico. È la Lega di lotta tornata a una narrazione in chiave anti comunista quando bolla la fronte di Letizia Moratti con una falce e martello rossa. Lo fa dopo la notizia che questa, che era anche stata tra i candidati alla Presidenza della Repubblica per conto del centrodestra, ha deciso di aderire a una manifestazione di Azione a Milano. 

Salvini cerca così di rimettersi in coda di Meloni. E il centro? C'è. È Forza Italia. Per il partito di Silvio Berlusconi però la sfida è farsi vedere. Intanto c'è da salvare il ministro liberale Carlo Nordio che, quando parla di garantismo e di carceri, sembra di sentire un radicale. Eppure Nordio, non si direbbe, si trova a via Arenula per volere di Giorgia Meloni, che lo ha voluto a tutti i costi. Ma perché? Altro che fascismo, a guardare la giustizia, questo sembra un governo liberale. I più maliziosi sospettano che sia una manovra per perseguire una politica della giustizia diversa, da nascondere dietro il simbolo di un garantista vero, quale Nordio è. C'è da capire se l'ex magistrato lo accetterà. Forza Italia ritrova unità intorno a battaglie importante. Licia Ronzulli, capogruppo in Senato, rivendica la battaglia contro i no-vax durante la pandemia e chiede di andarci piano sui via libera alle regole sulle mascherine negli ospedali. E sulla giustizia dice "no" a pene spropositate per il nuovo reato introdotto con il Dl anti rave. Il "soldato Nordio" non è solo.

Insomma Meloni deve stare attenta perché rischia di restare incastrata nella morsa degli alleati. Rischia il contrappasso, incarnando quel principio empirico della politica per cui si cresce all’opposizione e poi si crolla quando si governa. 

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