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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Un piede in due maggioranze, la "ricetta perfetta" di Salvini (e il governo punta al 2023)

Le giornate di ieri (salvato dai voti del M5s) e quella di oggi (comizi in Basilicata con il centrodestra) mostrano plasticamente come Salvini goda di una doppia maggioranza a tenuta stagna: una situazione di vantaggio che non ha eguali nella storia recente

Il governo durerà fino al 2023, scadenza naturale di questa legislatura? C'è da crederci, ogni giorno di più e per più di un motivo. Le giornate di ieri e di oggi hanno mostrato e mostreranno plasticamente come ci sia soprattutto un partito che non ha alcun bisogno di un'eventuale modifica allo scenario politico attuale: il fatto che tale partito sia la Lega, il primo partito secondo tutti i sondaggi, ben oltre il 30 per cento dei consensi, rende ancor più salda la tenuta dell'esecutivo in prospettiva. Vediamo perché.

Matteo Salvini è stato "salvato" in Senato dal Movimento 5 stelle, che nonostante alcune defezioni ha votato "no" all'autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier. Salvini ha voluto pubblicamente ringraziare il M5s: "Queste cose si fanno in due", ha detto riconoscendo di aver condiviso con "unanime determinazione" la politica di sicurezza e di gestione dei migranti. Il leader del Carroccio ha sempre sottolineato (nelle ultime settimane, perché in estate aveva rivendicato in maniera più personale tutte le decisioni sulla vicenda del caso Diciotti) che la linea era stata decisa e condivisa da tutto l’esecutivo. 

Il punto politico è che Salvini in pratica ha una doppia maggioranza. Forza Italia e Fratelli d'Italia si oppongono solo al Movimento 5 stelle, il quale però appoggia compatto la Lega. Per il Carroccio si tratta di una situazione di vantaggio che non ha eguali nella storia recente della politica italiana: naturale quindi che a Salvini non convenga cambiare nulla, né ora né dopo un eventuale (possibile) ottimo risultato della Lega alle prossime europee. 

Doppia maggioranza: per la Lega è la migliore situazione possibile

Quello che è accaduto ieri e che accadrà oggi dimostra meglio di mille discorsi la "comodità" della sistemazione che la Lega ha trovato per se stessa nell'attuale quadro politico. La giornata di ieri è stata "dedicata" alla prima maggioranza, quella che governa a Roma e che è formata da Lega e Movimento 5 stelle. Ma in un amen il Carroccio può cambiare abito: oggi, ad esempio, la giornata di Matteo Salvini sarà dedicata alla "seconda maggioranza", quella formata dal classico vecchio centrodestra. Comizi del vicepremier in vista delle elezioni in regionali in Basilicata sono in programma oggi 21 marzo a Muro Lucano e Tolve, il 22 marzo a Pomarico, Matera e Ferrandina. 

In Basilicata  il candidato del centrodestra alla carica di presidente della Regione è Vito Bardi, generale della Guardia di Finanza in pensione. Il suo nome è stato proposto agli alleati di coalizione dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Bardi è sostenuto da cinque liste (Basilicata positiva Bardi Presidente; Lega Salvini Basilicata; Forza Italia; Fratelli d'Italia; Idea-Per un'altra Basilicata). A Matera e Potenza il centrodestra sembra unito e saldissimo. Per il candidato si stanno spendendo direttamente i leader, soprattutto Berlusconi (prima dell'intervento che lo ha costretto a uno stop di qualche giorno) e Matteo Salvini, impegnati in tour elettorali da costa a costa, da nord a sud.

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Perché il governo può durare fino al 2023 senza troppi patemi

L'obiettivo del governo è arrivare fino al 2023, il premier Conte lo ha ribadito spesso: "Il cammino del governo sarà lungo, molto lungo, se ne facciano una ragione", dice rivolgendosi ai detrattori dell’esecutivo.  "Scrivetevelo: 2023. Ho preso un impegno: sono il garante del contratto di governo e lo sarò fino all'ultimo giorno". Dal canto suo, anche Luigi Di Maio non perde occasione di ribadire come "questo governo durerà 5 anni". Il Movimento 5 stelle non avrebbe nulla da guadagnare da una eventuale crisi dopo le elezioni europee, ventilata da molti osservatori convinti che in caso di boom alle urne Salvini tenterà lo strappo (ma i sondaggi dicono che Salvini premier è un'ipotesi che non piace agli italiani): secondo tutte le rilevazioni i pentastellati hanno perso parecchi punti percentuali rispetto a un anno fa, ma con l'attuale sistema elettorale non pare esserci per il M5s alcuna alternativa a un'alleanza con la Lega per restare al timone del Paese. Inoltre il dissenso Lega-M5s su cui spesso "giocano" i media alla prova dei fatti non è determinante per le sorti dell'esecutivo: basti pensare che su 107 senatori M5s, tutti tranne tre hanno votato per salvare Salvini dal suo processo per il caso Diciotti. 

Alla Lega la situazione "sta bene" così com'è. Anzi, difficilmente potrebbe in futuro trovarsi a operare in un quadro più favorevole; da un lato il M5s fedele al contratto di governo, dall'altro Forza Italia e Fratelli d'Italia che non sembrano avere né la forza né gli strumenti per imporre alcunchè alla Lega: le speranze di convincere il Carroccio a "tornare a casa" sono destinate a spegnersi mese dopo mese e i due partiti rischiano di diventare semplici appendici del principale partito di centrodestra. Salvini quindi di "ritorno del centrodestra" non vuole sentirne parlare, perché avrebbe meno margine di manovra rispetto ad ora, e giura lealtà al Movimento. Ma allo stesso tempo gli accordi politici con Meloni e Berlusconi non sono affatto a rischio a livello locale, dove spesso il "vecchio" centrodestra governa e governerà insieme. E' l'insolito equilibrio di un'Italia a doppia maggioranza.

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di maio conte salvini ansa-2

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