rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
A destra

Salvini contro Giorgetti: perché lo scontro nella Lega spinge Draghi al Quirinale

Il segretario sfida la fronda interna al Consiglio federale, convoca l'Assemblea programmatica e discute con Orban e Morawiecki. Il ministro vorrebbe la Lega saldamente nel Ppe, punta a un partito più di centro e di governo. Si tratta sul Quirinale ma con l’obiettivo di una resa dei conti nei partiti: non una novità

Il caso Giorgetti scuote la Lega, mentre il ministro dello Sviluppo economico viene immortalato a cena con Di Maio: normale quotidianità tra ministri, ma Salvini sfida la fronda interna al Consiglio federale, convoca l'Assemblea programmatica e discute con il premier ungherese Orban e quello polacco Morawiecki sulla formazione di un nuovo gruppo al parlamento europeo che possa unire i loro partiti. Giorgetti vorrebbe la Lega saldamente nel Ppe, punta a un partito più di centro e di governo, dentro l’europeismo. Ma questa "mozione" è bocciata dal segretario, che ieri ha incontrato in videoconferenza due premier sovranisti. Di fatto Salvini va alla conta. Lo definiscono irritato, "anzi adirato - secondo Repubblica - per l'ultimo attacco in Super8 di Giancarlo Giorgetti, che l'ha paragonato a Bud Spencer; il segretario della Lega lancia finalmente il congresso tanto richiesto per legittimare la propria linea. Non sarà un congresso vero e proprio, quello dell'11 e 12 dicembre a Roma, ma un "congresso delle idee", un'assemblea programmatica aperta a parlamentati nazionali ed europei, ministri, governatori. Ma sarà lì che il Capitano indicherà la direzione di marcia del partito".

L'Europa è il primo scoglio. L'eventuale nuovo gruppo al parlamento europeo che possa unire i sovranisti è "un'operazione che è in cantiere da tempo e che un eurodeputato di FdI legge così: "Con un solo cazzotto Salvini vuole stendere Giorgia e Giorgetti". Dove Giorgia, ovviamente, sta per Giorgia Meloni, presidente dei Conservatori il cui gruppo sarebbe fortemente indebolito, se non fatto saltare, dall'addio di 27 deputati polacchi del Pis - nota il quotidiano romano - . L'alternativa, per Meloni, sarebbe piegarsi all'adesione a un gruppo unico per il quale non ha mai fatto il tifo o accettare invece - ipotesi non da escludere - il progetto di una federazione fra Conservatori e Id, il gruppo dove trova dimora la Lega ma anche Marine Le Pen". Il segretario del Carroccio  tenta di riprendersi le redini del partito mettendo ai voti del congresso sui generis previsto per dicembre un programma scritto attorno a suoi cavalli di battaglia come lotta all'immigrazione clandestina, taglio delle tasse e no alla Fornero. Sarà forse il momento in cui le due Leghe - quella di lotta e quella di governo - divrerranno una.

Non è escluso che possano esserci conseguenze sulla stabilità dell'esecutivo e sull'elezione del nuovo Capo dello Stato. Oggi intanto va in scena un appuntamento tutto politico. Matteo Salvini ha convocato per il pomeriggio il consiglio federale uno dei massimi organi del partito, un'occasione per il segretario per saldare le truppe, fiaccate dalle critiche di Giancarlo Giorgetti. Quello di oggi, sottolinea la Stampa "sarà solo un antipasto di quello che vedremo nelle prossime settimane. Al federale verrà annunciata, infatti, una “grande assemblea programmatica” che si terrà a Roma, entro la fine dell'anno, con la partecipazione di sindaci, governatori, parlamentari, eurodeputati e ovviamente i ministri. Insomma, una sorta di congresso. Salvini d’altronde lo aveva detto commentando i risultati delle amministrative: inizia la stagione del confronto interno. E così è stato. I due appuntamenti, più che per mettere in discussione la linea politica, serviranno al segretario per compattare il partito in vista del voto per il Quirinale, un’operazione tentata più volte, con risultati per il momento effimeri".

Non è un caso secondo molti osservatori che Salvini ora spinga per Draghi al Quirinale. "Perché con Draghi a Palazzo Chigi è più forte Giorgetti - nota oggi il Sole 24 Ore - . E qui veniamo alla giornata del capo leghista. Ha prima convocato il consiglio federale per oggi per lanciare un’assemblea programmatica a fine anno (mai successo finora), poi ha fatto sapere di un colloquio con Orban e Morawiecki per un nuovo gruppo europeo. Due schiaffoni a Giorgetti ma che mostrano come si senta sotto attacco e bisognoso di dimostrare chi comanda. Pure questa volta, come fu nel 2013, si tratta sul Quirinale ma con l’obiettivo di una resa dei conti nei partiti".

Perché Conte, Meloni e Salvini vogliono Draghi al Quirinale

Non è un caso che molti occhi ora siano puntati sul governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga. "Pugno di ferro in guanto di velluto", così viene descritto un dirigente soldato, come tutti i leghisti. Nel Carroccio sono tutti poco propensi a credere che la leadership di Salvini sia scalabile, almeno fino alle prossime elezioni politiche. "Specie da chi, come Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, fuori dai confini di Veneto e Friuli Venezia Giulia, non possono vantare una rete di riferimento, a differenza del Capitano" nota la Stampa. Ma lo scontro tra Salvini e Giorgetti potrebbe lasciare scorie e più campo aperto ad altre figure. Proprio come Fedriga, dal 2021 presidente della Conferenza delle Regioni, del quale gli avversari "riconoscono una grande furbizia e una tendenza a non fare errori, lo rispettano", rivela il quotidiano torinese. La Lega del futuro potrebbe ripartire da lui.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Salvini contro Giorgetti: perché lo scontro nella Lega spinge Draghi al Quirinale

Today è in caricamento