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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

"Violerò il Dpcm di Natale, anzi no": cosa c'è dietro il Salvini di lotta e di governo

Il Capitano cerca di intestarsi i successi dell'esecutivo Draghi e sorvola sulla stretta in arrivo che contraddice le sue richieste di maggiori aperture. Dietro il suo attivismo c'è una strategia politica ben delineata che punta alle elezioni. Ma potrebbe saltare tutto. Ecco perché

"Spero che al governo non ci sia nessuno che pensi di tornare a richiudere ancora locali, negozi, bar, uffici, fabbriche e scuole perché si rischia di morire": era l'11 ottobre scorso quando il leader della Lega Matteo Salvini lanciava il suo più severo monito nei confronti del governo Conte e dell'abuso di Dpcm che restringevano la libertà degli italiani. E non sembra vero che si tratti dello stesso Capitano che ieri ha visto l'esecutivo Draghi da lui stesso appoggiato fare le stesse cose che faceva l'Avvocato del Popolo e per di più sempre a mezzo decreto ministeriale. Ma come mai Salvini è cambiato così tanto in un paio di mesi? Cosa è successo al Capitano e qual è la sua strategia politica?

Cosa c'è dietro il Salvini di lotta e di governo

Intanto bisogna notare che c'è un Salvini di lotta e uno di governo. C'è il Capitano che scende in campo con i ristoratori di #ioapro proprio mentre il governo Draghi dice no all'apertura a cena per i locali e il leader della Lega che annuncia di voler trattare con San Marino per avere il vaccino Sputnik e l'autarchia vaccinale scavalcando l'Unione Europea e l'Ema. C'è la proposta di abolire il Codice degli Appalti - che fa infuriare il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle - e l'eterna lotta tra lui e Luciana Lamorgese che si arricchisce del capitolo dei taser. E poi gli immancabili sbarchi, Alitalia, Autostrade, prossimamente il Decreto Sostegno: Salvini mette bocca su tutto, anche su quello che sarebbe invece di competenza di Giancarlo Giorgetti che al ministero dello Sviluppo Economico ci è arrivato più grazie al suo speciale rapporto con Draghi che per il suo essere leghista. Dietro l'attivismo sul governo c'è una strategia ben definita: serve a far vedere che partecipando al governo Draghi sta riuscendo ad ottenere quello che vuole, a differenza di chi (Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia) pensa di lucrare consensi dall'opposizione. Nel breve termine quindi la tattica di Salvini con Draghi somiglia terribilmente a quella di Umberto Bossi con Berlusconi: la Lega era il vero motore dei governi del Cavaliere su tutti i provvedimenti che non riguardavano la giustizia. Con una differenza: il Senatùr tendeva a minacciare la crisi di governo più o meno ogni tre mesi per tenere tutti sull'attenti e Berlusconi sul chivalà. Salvini questo con Draghi non l'ha (ancora) fatto e in ogni caso è difficile che gli riesca.

Intanto però un risultato l'ha raggiunto: dopo aver contestato più o meno tutto quello che stava facendo il governo la settimana scorsa, è stato invitato a Palazzo Chigi proprio da Draghi, il quale lo ha tenuto a rapporto per un'ora. Nessuno sa cosa si siano detti, ma è un fatto che la settimana successiva è stata quella buona per defenestrare Domenico Arcuri da commissario all'emergenza, esattamente come volevano il Capitano e Matteo Renzi. E mentre il Capitano vuole mettere bocca anche nella nomina del prossimo capo della Polizia, è impossibile non notare anche l'atteggiamento completamente diverso della Lega nei confronti dell'emergenza coronavirus e delle chiusure in arrivo. Come ricorda oggi Il Fatto, fino a qualche tempo fa dalle parti del Carroccio era tutto un gridare al “golpe giuridico” dei Dpcm - teorizzato dal capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari - e alla “dittatura sanitaria ” come faceva il deputato Claudio Borghi. Di più: il noto esperto di costituzionalità delle leggi (visto che la Consulta gliene ha bocciate tantissime...) Roberto Calderoli spiegava a dicembre che “le libertà costituzionali possono essere compresse solo con una norma di rango costituzionale. Conte invece le ha limitate con un atto amministrativo". Oggi che Draghi firma proprio un Dpcm che limita le libertà costituzionali dalle parti della Lega non si sente volare una mosca. E tutto questo non può essere una coincidenza. 

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La strategia politica del Capitano 

Nel breve termine infatti il Capitano è interessato a far vedere che ha fatto la scelta giusta sostenendo il governo Draghi: perché adesso finalmente la Lega può incidere sui provvedimenti e aiutare le categorie che protegge da sempre oltre che prendersela con maggiore efficacia con i "nemici" indicati di volta in volta. Nel medio e nel lungo termine però Salvini ha un altro obiettivo che prende le mosse da due differenti scenari. L'esecutivo dell'ex presidente della Banca Centrale Europea ha infatti una scadenza ben precisa, ovvero poco più di undici mesi: Si tratta del tempo che manca alla scadenza del mandato dell'attuale presidente della Repubblica e siccome quella di Draghi è una candidatura autorevole per la sua successione tutto indica che l'ex presidente della Bce potrebbe interrompere la sua esperienza di governo per salire al Colle dopo l'addio di Mattarella. La durata dell'esecutivo di Draghi va infatti a intersecarsi con il semestre bianco, ovvero i sei mesi di tempi in cui il Quirinale non può sciogliere il Parlamento per indire nuove elezioni perché prima deve essere eletto il suo successore. Nei piani del centrodestra dopo l'ascesa dello stesso Draghi al Colle all'inizio del prossimo anno il passo successivo sarebbe quello di chiedere di sciogliere le camere con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura. Una possibilità che sembrava delinearsi anche nelle prime dichiarazioni di Salvini, il quale parlava di "mesi" per indicare la possibile durata del governo proprio nell'ottica di chiedere, prima o poi, elezioni anticipate. 

C'è però un problema. Secondo alcuni rumors Mattarella potrebbe accettare quello che ha accettato qualche tempo fa il suo predecessore Giorgio Napolitano: rimanere in carica (o meglio: farsi rieleggere presidente della Repubblica con il chiaro intento di non terminare il mandato settennale) ancora per qualche tempo proprio per dare a Draghi il tempo di attuare l'imponente programma di riforme che si prepara a presentare al Parlamento. E la legislatura ad arrivare a scadenza naturale. Lasciando il centrodestra ad attendere per un anno in più e Salvini a farsi rosolare da Meloni all'opposizione. Per questo il Salvini di lotta e di governo di oggi è funzionale a una metamorfosi prossima ventura: se ce ne fosse necessità, il Capitano sarebbe pronto a a usare l'emergenza, i ristori, le categorie che soffrono per i mesi di lockdown e qualunque altra arma politica per preparare il terreno allo scopo di far saltare il governo Draghi. Eventualmente tornando all'opposizione (dove ha una posizione più facile da gestire a fini elettorali) prima che si concretizzi il piano per allungargli la vita. 

"Violerò il Dpcm di Natale"

Oggi il Fatto ricordava le mirabolanti imprese di Salvini nell'era pre-Draghi: il 4 novembre protestava contro il nuovo decreto: “Chiudono in casa milioni di Italiani, in diretta tivù, senza preavviso, sulla base di dati vecchi di 10 giorni, senza garantire rimborsi adeguati” diceva annunciando un ricorso al Tar dei governatori e sindaci della Lega (poi scomparso). Un mese dopo, nuovo Dpcm del governo Conte per le chiusure natalizia. Nuova ira del leghista: “Negare il Natale alle famiglie e ai bambini è una follia”(3 dicembre), “Mi autodenuncio, violerò il dpcm il giorno di Natale” (18 dicembre) attaccava prima di manifestare con i ristoratori a inizio anno. Ora è tutto cambiato: nei giorni scorsi il senatore del Carroccio Luigi Augussori ha attaccato alcune misure previste dall’ultimo Dpcm come il divieto di spostamento tra regioni “con lo stesso tasso di rischio” o la “chiusura delle scuole”. Poi ha chiesto: “Si valuti a procedere alla riapertura progressiva delle attività chiuse come ristoranti, teatri e palestre”. Naturalmente il governo Draghi ha fatto orecchie da mercante e ha confermato tutto l'impianto dei Dpcm di Conte. E SuperMario ha già mandato segnali molto precisi al Capitano con la scelta di ministri vicini a Zaia e agli altri moderati del Carroccio. Salvini si è consolato infilando molti suoi fedelissimi nella partita dei sottosegretari ma non è certo la stessa cosa. 

Ma intanto la svolta moderata del Capitano, preludio a un nuovo Papeete contro Draghi, è a rischio anche in Europa. Perché nel frattempo il suo alleato Viktor Orbàn ha mollato i Popolari Europei e, scrive oggi La Stampa, l'approdo naturale dei 12 eurodeputati del suo partito Fidesz sembra essere nel gruppo dei Conservatori (Ecr), con i polacchi del PiS e Fratelli d’Italia.

Giorgia Meloni, che vanta un rapporto politico di lunga data con il premier ungherese, è già pronta a srotolare il tappeto rosso. Con l’ingresso degli ungheresi, l’Ecr salirebbe a 75 seggi e diventerebbe il quarto gruppo in Aula, davanti ai Verdi, ma soprattutto davanti a Identità e democrazia. La formazione di cui fa parte la Lega è infatti scesa a quota 74 dopo l’addio di Vincenzo Sofo, passato proprio a Fratelli d’Italia.

E anche qui a restare con il cerino acceso in mano sarà Salvini. Che in Italia a breve dovrà fare i conti con chi nel suo partito non vuole più sentire parlare di sovranismo (Giorgetti) e, fuori, con la concorrenza elettorale di Fdi quando il governo Draghi comincerà a legiferare sull'economia e farà quello che ha promesso. Per questo l'attivismo di oggi è il prodromo alla mossa di domani. In gioco c'è la leadership del centrodestra, ma anche il resto della sua carriera politica. 

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