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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Perché da oggi non ha più senso definire "grillini" i sostenitori del M5s

Lascia scorie tra attivisti e simpatizzanti il modo in cui Beppe Grillo ironizza sulla domanda a cui sono chiamati a rispondere gli iscritti per negare l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Ma lui, nel M5s, non conta più nulla: e da oggi è chiaro a tutti

Oggi, dalle 11 alle 21.30 (dopo due slittamenti, ieri l'orario annunciato era 10-19), sulla piattaforma Rousseau, è in programma il voto sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Salvini sul caso Diciotti. I militanti del M5S sono chiamati a rispondere con un 'Sì', se si vuole negare l'autorizzazione a procedere o con un 'No' se si vuole, al contrario, che il ministro dell'Interno venga processato per la decisione di aver trattenuto a bordo un gruppo di migranti della nave Diciotti, nell'agosto del 2018.

Diciotti, il M5s cambia l'orario del voto online su Rousseau (che non funziona)

La formulazione del quesito e le opzioni di risposta sono le seguenti:

Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?

– Si, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere negata l’autorizzazione a procedere.
– No, non é avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere approvata l’autorizzazione a procedere.

Diciotti, il tweet di Grillo non è casuale

I termini con i quali viene posta una domanda che si sta rivelando decisiva per gli equilibri di governo hanno sorpreso molti in casa M5s. La senatrice Paola Nugnes, che nelle ultime settimane ha più volte marcato le distanze dalla linea maggioritaria, si chiede: "Dobbiamo votare No per sostenere il Sì?". Ma soprattutto non è passato inosservato l'analogo tweet ironico di Beppe Grillo: "Se voti Si vuol dire No Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste".

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Il tempismo dell'intervento critico del co-fondatore e garante del Movimento 5 stelle non può essere considerato casuale. Non è la prima volta che Grillo sembra prendere sarcasticamente le distanze da quella che è stata per lungo tempo casa sua. Ma farlo oggi, quando tutti gli occhi sono puntati sulla Casaleggio (che gestisce le votazioni attraverso un suo software), nel giorno in cui negando l'autorizzazione a procedere nei confronti del leader del Carroccio il M5s perde la sua presunta eccezionalità agli occhi anche di molti suoi sostenitori, è un dato importante. Una presa di distanza, velata di (poca) ironia. Quel "uno vale uno" che era alla base della fondazione del M5s, e che Beppe Grillo orgogliosamente ripeteva incontrando attivisti e sostenitori da nord a sud, non ha più il valore che vi attribuivano molti attivisti. Basta leggere i commenti sui social in queste ore. 

Diciotti, "l'indicazione" per il voto online fa storcere il naso agli iscritti M5s

"Questo non è più il Movimento di Beppe Grillo: è il Movimento di Davide Casaleggio" dice qualcuno sui social network. E un altro attivista non fa nulla per nascondere la delusione: "Io voterò per l'autorizzazione a procedere, ma è assurdo (e qui c'è la responsabilità del capo politico del MoVimento) che noi iscritti veniamo chiamati a una consultazione per ribadire un concetto fondamentale del M5s: UNO vale UNO sia nella SOCIETA', che davanti alla LEGGE!". E così finisce anche Di Maio nel mirino: "Il capo politico si assuma la responsabilità di una decisione".

"Nel M5s Grillo non viene minimamente più considerato"

Tra Davide Casaleggio e Grillo la sintonia non c'è, non c'è più. Con Davide Casaleggio "non c’è mai stato l’innamoramento" che invece era scattato con il padre Gianroberto, scriveva già un anno fa L'Espresso. Secondo Jacopo Iacoboni, giornalista della Stampa e attento osservatore, da anni, delle dinamiche che regolano "l'esperimento" pentastellato, il tweet di Grillo "indica solo il disagio di non vedersi minimamente più considerato". 

Ancora più duro è Marco Canestrari, web developer, blogger, ex dipendente della Casaleggio, e autore di "Supernova, Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle", che su Twitter commenta: "C’è un equivoco di fondo: Grillo non conta un c***o. Soprattutto tra chi voterà domani (oggi, ndr). Gli attivisti non esistono più, ci sono solo i fan delle pagine Facebook dei parlamentari. L’impatto che avrà quel tweet sarà solo di mettere un anziano attore di fronte alla realtà".

Pochi giorni fa a un gruppo di no vax che lo contestava in teatro per la sua adesione al Manifesto promosso dal virologo Roberto Burioni, il comico replicava: "Non ho tradito, non sono più il capo politico di un partito. Non venite a menarmela: con quello che ho fatto per questo Paese, io non me lo merito".

La sindrome di Procuste del Movimento 5 stelle

Da tempo Grillo è svincolato dalle logiche del Movimento. Un elemento è certo: a gestire tutto è Davide Casaleggio. A chi domanda a Canestrari  - è successo ieri, su Twitter - se ci sia mai stata una procedura formale che definisse le modalità di formulazione dei quesiti da sottoporre alla piattaforma Rousseau, Canestrari risponde: "Non è stato nemmeno mai definito chi formalmente avrebbe dovuto formulare i quesiti. Nello statuto c’è una casistica per la richiesta dell’aiuto da casa, ma include l’elezione degli organi e la ratifica di leggi proposte su Rousseau". 

L'esito della votazione online non è in discussione: è certo che verrà negata l'autorizzazione a procedere. Non sorprende in queste ore la tranquillità che ostenta Salvini: "Che il Movimento 5 Stelle faccia quello che vuole. Votano no, votano sì, votano forse, va sempre bene. E' giusto ascoltare i militanti, consultare gli iscritti va sempre bene. Spero che però non finisca come a Sanremo, che poi è arrivata la giuria d'onore e ha cambiato il voto degli italiani. Una cosa dovranno decidere i senatori e chi cliccherà - ha detto - se quello che ho fatto è nell'interesse pubblico per difendere il mio Paese. Penso che il giudizio popolare sia abbastanza chiaro ed evidente". 

Con un tweet, proprio nel giorno più delicato della storia recente del M5s, Beppe Grillo ha segnalato apertamente ciò che è chiaro da tempo: lui, nel Movimento 5 stelle, non ha più alcun peso. Definire "grillini" i sostenitori del M5s, da oggi, non ha più senso.

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Diciotti, Patuanelli (M5s): "Rousseau è nostra stella polare"

"Con la piattaforma Rousseau abbiamo fatto vedere a tutti, nel corso di questi anni, cosa vuol dire essere un "cittadino attivo". Grazie alla tecnologia della rete abbiamo permesso agli attivisti di essere coinvolti, di partecipare, di decidere in quelle decisioni che prima erano esclusivamente della politica". Lo ha affermato in una dichiarazione il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli.

"Rousseau - ha sottolineato - è la nostra stella polare, la vera differenza tra noi e tutti gli altri. Per questo rigettiamo al mittente le accuse che stanno arrivando e che riguardano la votazione di domani. Anche su un caso delicato come quello della Diciotti, crediamo sia giusto chiedere agli iscritti se il Ministro dell`Interno e il Governo abbiano agito o meno nel perseguimento di un preminente interesse pubblico. Questo non è sinonimo di debolezza come leggo su qualche agenzia. Questa è la democrazia partecipata che tutti noi del Movimento abbiamo sempre voluto e auspicato. Chiediamoci al contrario: quale partito avrebbe lasciato questa importante decisione ai propri iscritti?".

"Voterò sì. Nel nostro programma è prevista l'abolizione di ogni tipo d'immunità per ministri e parlamentari", dice invece Elena Fattori, senatrice del Movimento 5 Stelle, a Qn. "Non sono dissidente - sottolinea Fattori -, sono coerente. Il nostro programma parla chiaro", "non sono stata eletta in base al contratto di governo. Io ho un vincolo rispetto al programma del Movimento e basta".

La senatrice Nugnes scrive anche un tweet per provare a smuovere la base del M5s, e votare per l'autorizzazione a procedere. In tempi di post sui social con centinaia di migliaia di like e condivisioni, le poche persone che apprezzano il post della senatrice fanno quasi tenerezza. E simboleggiano meglio di ogni altra cosa quale sia la reale diffusione, all'interno dell'elettorato M5s odierno, delle posizioni critiche nei confronti di Matteo Salvini. 

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