rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Immigrazione

Immigrati, al via la mini-sanatoria per 380 mila

Scatta oggi, e durerà fino al 15 ottobre, la possibilità per i cittadini stranieri irregolari che lavorano in Italia di regolarizzare la propria posizione. Allarme Fondazione Moressa: "Troppo alto il costo della pratica"

Scatta oggi la mini-sanatoria per gli immigrati irregolari che riguarda una platea potenziale di 380mila persone da regolarizzare.

Un mese, per chi vorrà regolarizzare la propria presenza in Italia: le procedure, infatti, termineranno il 15 ottobre 2012.

Ma vediamo dove vivono e di cosa vivono questi immigrati irregolari che però avrebbero tutte le carte in regola per essere 'sanati'.

DOVE VIVONO - E' la Fondazione Leone Moressa a fornire i dati: 118mila dei potenziali immigrati da regolarizzare, pari al 31,1% del totale, saranno regolarizzati in Lombardia e il 14%, rispettivamente, in Emilia Romagna e in Veneto, con poco più di 53mila procedure di emersione.

Seguono Lazio (7,3%), Toscana (6,2%), Campania (5,6%) e Piemonte (5%).

COSA FANNO - Dei 380mila soggetti, 111mila (quasi un 30%) emergerà da una situazione di irregolarità dal settore dei servizi alle persone, in special modo per quanto riguarda il lavoro domestico, inteso come colf e badanti.

Il 21,9% (pari a 83mila unità) verrà regolarizzato nel settore della manifattura e il 12,4% (47mila individui) nell'edilizia. La rimanente parte si ipotizza possa essere redistribuita tra commercio (10,6%), servizi alle imprese (11,0%), alberghi e ristorazione (9,9%) e infine agricoltura (4,9%).

COSTO DELLA PRATICA E' DETERRENTE - "La stima di 380mila lavoratori - precisano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa - corrisponde alla potenziale platea da regolarizzare, ma è ipotizzabile, proprio per le caratteristiche di questa sanatoria, che la cifra possa essere inferiore. Il costo dell'emersione infatti (che prevede, oltre al contributo di 1.000 euro per ciascun lavoratore, anche il pagamento delle somme dovute dal datore di lavoro a titolo retributivo, contributivo e fiscale per almeno sei mesi) potrebbe costituire un forte deterrente per i datori di lavoro che, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale, dovrebbero sborsare cifre piuttosto ingenti per regolarizzare la propria manodopera extracomunitaria".

Per ovviare a questo onere, non sarebbe quindi da escludere il ricorso ad un "compromesso" tra le parti, che vede il lavoratore extracomunitario contribuire a parte delle spese della regolarizzazione. "Proprio per i costi elevati che tale procedura prevede, è possibile - concludono i ricercatori - che la richiesta di emersione avvenga in un settore diverso da quello in cui l`immigrato è effettivamente occupato: regolarizzare, infatti, una colf o badante è nettamente meno oneroso di quanto possa esserlo un altro lavoratore, con il rischio che tale sanatoria riguardi ancora quasi esclusivamente l`emersione del lavoro domestico".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Immigrati, al via la mini-sanatoria per 380 mila

Today è in caricamento