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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Rai, l'8 giugno sarà sciopero: "E' ora di una legge che assicuri l'indipendenza"

Mobilitazione dei comitati di redazione della Rai contro quello che definiscono uno "stallo aziendale". I giornalisti chiedono anche "una legge che assicuri alla Rai una governance indipendente. Lunedì la bocciatura del piano del Dg Campo Dall'Orto

L'assemblea dei Consigli di Redazione e dei fiduciari delle giornaliste e dei giornalisti della Rai riunita ad Assisi ha proclamato uno sciopero il prossimo 8 Giugno. I sindacati dei dipendenti dell'azienda di servizio pubblico hanno infatti definito "gravissima la situazione" in cui l'intero vertice aziendale "in maniera irresponsabile sta facendo precipitare la Rai Servizio Pubblico" e chiama in causa anche l'azionista di riferimento, il Ministero dell'Economia.

Lunedì scorso il consiglio di amministrazione aveva bocciato il piano di riforma dell'informazione presentato dal direttore generale Antonio Campo Dall'Orto. Dall'Orto è da tempo criticato dal Pd, il partito di governo che pure ha sostenuto la sua nomina nel 2015 e la riforma aziendale che gli ha assegnato poteri da amministratore delegato.

I giornalisti chiedono anche "una legge che assicuri alla Rai una governance indipendente e libera da ogni controllo politico e risorse certe".

"Una deriva che, oggi più che mai, chiama in causa anche la responsabilità e il ruolo degli azionisti - si legge nel documento approvato all'unanimità - non possono limitarsi a essere spettatori, ma hanno il dovere di intervenire per assicurare una guida sicura e stabile alla Rai, in grado di riformare l'azienda, partendo dal confronto e l'ascolto di chi ogni giorno e' impegnato sul campo".

"Dopo 22 mesi di immobilismo non sono stati in grado di approvare un progetto di riforma dell'informazione, anzi: in un periodo che copre i due terzi del loro mandato, ne hanno affossati, prima ancora di discuterli, ben tre (il piano Gubitosi-Rizzo Nervo-Fiorespino, il piano Verdelli, il piano Campo Dall'Orto). E questo a causa di guerre interne che nulla hanno a che fare con l'interesse del servizio pubblico. Un vertice che da quando è entrato in carica - dice ancora il documento - non è stato nemmeno in grado di presentare una piattaforma contrattuale concreta e credibile sulla quale aprire il confronto. Per non parlare del ritardo, che rischia di diventare irrecuperabile, che l'informazione della Rai sta accumulando sulle piattaforme web e social, che per molti utenti rappresentano ormai l'unica fonte d'informazione".

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