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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Pd, Emiliano: "Sostegno a Gentiloni fino al 2018, abbiamo convinto Renzi"

Il governatore della Puglia detta le condizioni per scongiurare la rottura: "Conferenza programmatica a maggio, poi le primarie". "L'appello di Franceschini: "Fermiamoci". Cosa chiede la minoranza e cosa vuole l'ex premier: il punto della situazione

"Adesso che lo abbiamo convinto a sostenere Gentiloni fino alla fine della legislatura senza fargli brutti scherzi, possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare ancora insieme". E' quanto scrive su Fb il governatore della Puglia Michele Emiliano, nel giorno in cui assieme a Roberto Speranza ed Enrico Rossi dà vita alla manifestazione delle minoranze Pd che potrebbe portare alla scissione nel partito. Dunque lo spettro della scissione si allontana? E' troppo presto per dirlo.

Per ora Emiliano rimarca le condizioni della minoranza per scongiurare la rottura: "Ieri ho detto a Renzi che basterebbe fare una conferenza programmatica a maggio e le primarie congressuali a settembre per ricomporre un clima di rispetto reciproco e salvare il Pd", scrive ancora. 

"Questo - sostiene - è il lavoro che deve fare il segretario. Rimettere insieme i cocci di anni difficili per ripartire insieme. Senza questo lavoro le distanze politiche tra noi sono troppo grandi e non basterebbe una conta per evitare anche a breve nuovi dissensi e nuovi rischi di conflitto. Diamoci una possibilità".

"Non vi chiedo 'Fermatevi', vi dico 'Fermiamoci'. Per il nostro popolo dopo una scissione non ci saranno innocenti, saremo tutti colpevoli". E' il messaggio che il ministro Dario Franceschini manda attraverso un tweet, al quale allega la foto del simbolo del Pd, proprio nel giorno in cui con la manifestazione delle minoranze dem inizia il fine settimana che potrebbe sancire la scissione nel partito.

Una scissione che sembra ormai diventata possibile (se non probabile). Le richieste della minoranza dem per evitare strappi definitivi sono in sostanza quelle specificate dal parlamentate Roberto Speranza all'indomani della direzione del partito: il sostegno al governo sino alla sua scadenza naturale, "un congresso senza forzature e preceduto da una conferenza programmatica nella quale ritorovare l'unità". 

Ma qual è la distanza che separa le due correnti? Pare sia tutta una questione di "calendario". In poche parole, Renzi vuole che la data del congresso venga anticipata rispetto alla scadenza prevista per l'autunno, in modo da avere un segretario "forte" in vista delle scadenze elettorali; la minoranza, al contrario, chiede che il congresso si svolga a settembre non prima di una conferenza programmatica in cui definire le linee guida del partito.

E poco importa che, solo poche settimane fa, la stessa minoranza chiedeva a gran voce un congresso subito. Il governatore della Puglia Michele Emiliano si era speso personalmente per questa battaglia: "Un congresso è necessario, se il segretario lo nega, allora è lui arrivare a una scissione, non gli altri",  aveva detto Emiliano solo il 31 gennaio scorso. "Se non convoca il congresso – aveva aggiunto – si può perfino arrivare alle carte bollate, quindi prima cominciamo meglio è. Poi ci impegniamo, io per primo, a ricostruire le ragioni dello stare insieme". 

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