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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Italia

Il patto M5s-Pd alla prova delle urne e della scissione di Renzi

Anche Giachetti si dimette dal Pd: i renziani si contano prima della scissione. Sullo sfondo il doppio patto "anti destre" in vista delle elezioni in Umbria e a Roma

I renziani usciranno dal Partito Democratico? La scissione più attesa dell'anno potrebbe avvenire già in settimana con la nascita dei nuovi gruppi renziani: venti deputati per formare un gruppo autonomo a Montecitorio e una pattuglia di senatori che andrà nel Misto.

Tra i deputati coinvolti nell'operazione il vicepresidente Ettore Rosato, Maria Elena Boschi, i due sottosegretari Ivan Scalfarotto e Anna Ascani, Michele Anzaldi, Luciano Nobili, Luigi Marattin (in pole come capogruppo), Silvia Fregolent, Mauro Del Barba, Carmelo Miceli.

Tra i parlamentari che potrebbero seguire Renzi anche Roberto Giachetti che stamattina ha pubblicato un video su Fb per annunciare intanto le dimissioni dalla Direzione del Pd in quanto "frontman" del no ad ogni ipotesi di accordo con i 5 Stelle. "Non potrei continuare a stare in una cabina di regia politica che deve sostenere questo progetto, non essendone convinto fino in fondo. Dentro di me non possono nascondere i dubbi che ho".

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Una (piccola) pattuglia di senatori invece potrebbe staccarsi dal gruppo del Pd di Palazzo Madama e approdare al plotone del gruppo Misto, quanto mai nutrito. Con Renzi dovrebbe spostarsi con ogni probabilità il fedelissimo Francesco Bonifazi e anche Matteo Ricchetti che al nuovo governo non aveva neppure votato la fiducia. Tra i non protagonisti l'attuale capogruppo Andrea Marcucci.

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Partito di renzi

"La decisione di andarcene è presa. Che senso ha aspettare ancora? Per ascoltare l'ennesimo appello, magari nemmeno del tutto sincero, all'unità?". Un big renziano parla così dell'addio, che ormai pare imminente, al Pd. "La decisione è presa", conferma, e domani potrebbe essere Matteo Renzi, ospite di 'Porta a Porta', a parlarne. O quanto meno a chiarire l'accelerazione delle ultime ore verso la scissione. "Frenature? Non credo ci saranno", spiega la stessa fonte all'Adnkronos.

Dubbi che invece potrebbe essere esplicitati nei nuovi gruppi renziani. Nascono con l'impegno di sostenere il governo (Teresa Bellanova da ministro sarà capodelegazione a palazzo Chigi) e su questo si vuole rassicurare sia M5S che il premier Giuseppe Conte. Ma con l'intento di segnalarsi per una linea non accomodante con i 5Stelle.

I 'renziani moderati' di Base riformista, la componente Lotti-Guerini, restano nel Pd. Alessia Morani e Simona Malpezzi, oggi lasciando palazzo Chigi dopo il giuramento da sottosegretari, sembrano confermarlo. "Faccio un appello all'unità, io mi auguro che nessuno faccia una scelta incomprensibile per gli elettori", dice Morani e Malpezzi: "Il Pd è una casa plurale dove c'è spazio per tutti".

Il patto Pd M5s per l'Umbria e Roma

Nei fatti oltre quello che è il nuovo asse tra pentastellati e dem, la stagione politica inaugurata dal Conte bis è quanto più simile a un Risiko di correnti che finiranno per fornire una tensione alternata al nuovo governo. Che la sintesi tra Pd e M5s non sarebbe stata priva di "vittime politiche" lo si era capito fin da subito. Quello che giorno dopo giorno resta più evidente è come ci si appresta ad una resa dei conti che la parlamentarizzazione della crisi di governo ha solo rimandato nel tempo. 

Se per le elezioni politiche si aprirà infatti la partita sulla legge elettorale per definire le regole del gioco (una riforma in senso maggioritario piace al centrodestra, il proporzionale a M5s e centrosinistra, ndr) le urne per le elezioni regionali sono invece dietro l'angolo. 

Il 27 ottobre si vota in Umbria per il rinnovo del consiglio regionale dopo lo scandalo sanità che ha travolto la governatrice Catiuscia Marini.

Elezioni regionali in Umbria il 27 ottobre

Nomi, alleanze e liste per le elezioni regionali dell'Umbria dovranno aspettare l’esito delle consultazioni per la ricomposizione della crisi di Governo. Ufficiosamente, il candidato presidente della coalizione che vedrà assieme Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia è la senatrice leghista Donatella Tesei.

L’altra metà del cielo politico regionale sembra essersi addensata attorno alla candidatura di Andrea Fora. Sinistra e Pd non avrebbero dubbi sul nome del presidente di Confcooperative Umbria.

In Umbria il primo esperimento del governo Pd-m5s

Dubbi esistono invece su un altro aspetto, ossia se replicare o meno lo schema che ha portato alla nascita del governo fra pentastellati e dem. Un passo indietro è già stato fatto da Andrea Liberati, già candidato presidente del M5S alle Regionali del 2015, mentre ieri Di Maio ha risposto a Zingaretti in merito alla riproposizione del "cordone sanitario contro le destre" mutuato a Bruxelles. 

Il passaggio chiave sta in un doppio passo indietro con la richiesta di un patto civico, ovvero con Pd e M5s presenti solo in consiglio regionale con i propri gruppi a sostegno di un programma comune con un presidente "garante" e una giunta civica.

Tuttavia lo stesso giorno l'attenzione della politica potrebbe essere calamitata anche su Roma dove 160mila romani saranno chiamati a rieleggere un nuovo deputato nel collegio uninominale Lazio 1, per sostituire il seggio lasciato vacante con la nomina di Paolo Gentiloni a Commissario europeo.

Al voto i rioni del Centro della Capitale, da sempre feudi della sinistra e - salvo eclatanti sorprese - destinati a restare tale. Tuttavia merita una certa attenzione il primi stress test del nuovo governo giallorosso, specie se la consultazione elettorale avverrà in concomitanza con la "rossa" Umbria.

A Roma un "patto di desistenza" tra m5s e Pd?

Nel Pd romano si auspica un vero e proprio "patto di desistenza" con il Movimento 5 stelle. I due partiti per opposte ragioni non vivono un buon momento. La rifondazione dem dopo Mafia Capitale è tutt'altro che completa, mentre sul Movimento pesa il giudizio non certo positivo per l'operato della sindaca Raggi che ha portato i 5stelle a raggranellare nella Capitale un modesto 16% alle ultime politiche. 

"È un seggio che deve andare a rafforzare la nuova maggioranza quindi è chiaro che non si potrà fare la stessa opposizione alla destra e ai Cinque Stelle" spiegano a RomaToday fonti qualificate del PD. "Ci auguriamo un'opposizione civile con il candidato del Movimento".

L'ipotesi di presentarsi con un candidato unico è molto più che una suggestione. D'altronde per le regionali dell'Umbria il leader 5 Stelle Luigi Di Maio ha aperto a un "patto civico". Formula che potrebbe ripetersi, appunto, anche per l'Urbe. 

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