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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'intervista

Che cos'è il semestre bianco e quali sono i rischi per gli equilibri di potere

Da oggi Sergio Mattarella non potrà più sciogliere le Camere e indire elezioni anticipate: "Una cautela" secondo il costituzionalista Villone che, a Today.it, spiega: "I rischi arrivano dai partiti"

Il semestre bianco è il periodo corrispondente agli ultimi sei mesi di mandato del Presidente della Repubblica, nei quali la massima carica dello Stato è impossibilitato a sciogliere le Camere, potere che di solito invece gli spetta. Il venir meno di questa prerogativa, è sancita dall’articolo 88 della Costituzione italiana che recita:

"Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura".

Cos'è il semestre bianco e i possibili scenari 

Questo articolo si può analizzare dividendolo in due parti perché la sua composizione è frutto di due momenti storici molto diversi fra loro e anche molto lontani nel tempo. La necessità di togliere al Presidente della Repubblica la possibilità di mandare a casa i parlamentari nasce con la Costituente, dove il comunista Renzo Laconi mise in guardia i componenti dell’assemblea da un pericolo da lui prospettato: che la carica più forte del Paese potesse decidere di adoperare in modo arbitrario lo scioglimento delle Camere nel caso in cui intuisse che queste non fossero intenzionate a rieleggerlo, sbarazzandosi di fatto del Parlamento e utilizzando quei sei mesi per far eleggere delle assemblee più favorevoli ad una sua eventuale rielezione. Insomma l’articolo 88 nasce come antidoto ad eventuali derive autoritarie da parte del Presidente della Repubblica, chiunque esso sia. Sicuramente uno strumento che i padri fondatori adottarono proprio per impedire che l’Italia scivolasse di nuovo in un pantano simile a quello da cui erano appena usciti, cioè il ventennio fascista.

Dunque da oggi 3 agosto, e per i prossimi 240 giorni, il Presidente Sergio Mattarella non potrà per alcun motivo sciogliere le Camere. Ma a guardare l’attualità, sembra davvero improbabile che Sergio Mattarella si prepari ad un "colpo di Stato". Anzi, pare l’esatto contrario se si guarda bene a quanti partiti vedrebbero con favore una secondo mandato di Mattarella. In tempi moderni quindi, non solo lo spauracchio fascista sembra anacronistico, ma pare si sia anche ribaltato l'equilibrio dei poteri. Ha dunque ancora senso l’articolo 88 della Carta Fondamentale?

"Questa è buona domanda, ma bisogna fare una considerazione: le Costituzioni non si scrivono per i tempi di pace, ma per tempi tempestosi". A spiegarlo a Today.it è Massimo Villone, professore emerito di Diritto costituzionale nell'Università degli Studi di Napoli "Federico II". "Se lei pensa ad un periodo normale come è quello in cui viviamo, conclude che la norma sia abbastanza superflua, ma deve ipotizzare un presidente capace di imporre una forzatura al sistema politica, forzando la mano e acquisendo una posizione che normalmente non avrebbe, imponendo la propria rielezione. Non è così oggi, quando anzi potrebbe accadere che siano forze politiche a chiedere al Presidente della Repubblica di fasi rieleggere come fu per Napolitano e oggi per Mattarella. Ma le Costituzioni si scrivono pe tempi bui, quindi da questo punto di vista è una norma che possiamo pensare come una cautela per eventuali derive autoritarie del sistema politico istituzionale. Non si può dire che non serva, diciamo che nella normalità non incide".

Massimo Villone - foto dal profilo Facebook di Massimo Villone-2

L’articolo 88 della nostra Carta fondamentale poi subì una modifica nel 1991, quando, per evitare quello che fu definito un "ingorgo istituzionale" per la coincidenza della fine della legislatura con la fine del mandato presidenziale di Francesco Cossiga. Si aggiunse all'ultima frase le parole "salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura", parte che prima di quella data non esisteva. 

Dunque scongiurata la possibilità che un Presidente della Repubblica compia un atto di forza utilizzando il potere dello scioglimento di Camera e Senato, il rischio odierno è, paradossalmente. Il pericolo per il costituzionalista Villone arriva proprio dalle Aule che la legge vorrebbe tutelare. Da quei partiti che, rassicurati dal fatto che il Presidente ha le mani legate, potrebbero cominciare a minare la stabilità del Governo per acquisire consenso a rischio zero. Ce lo possiamo aspettare? "E certo, è una possibilità – continua Villone – I partiti potrebbero giocare nella dialettica politica, sapendo che non c’è lo scivolo dello scioglimento delle Camere”. Va detto che lo scioglimento delle Camere non è un potere che il Presidente utilizza con semplicità. È sempre una misura per contenere le crisi di Governo e dei partiti. È una sorta di freno di emergenza quando, ad esempio, il Parlamento non riesca ad esprimere alcuna maggioranza di Governo.

Dunque gli scenari possibili oggi sono tre. Si va avanti serenamente senza alcuna crisi di Governo oppure, in caso di traballamento del Governo Draghi, "è possibile la formazione di una nuova maggioranza interna al Parlamento se possibile, se no si andrebbe verso un governo di minoranza o un governo tecnico che vada a prendere voti dove li si trovi di volta in volta. Questo non cambia, quello che cambia è il gioco fra le forze politiche. Adesso è possibile che aumenti la conflittualità interno perché si litiga sapendo che è mano rischioso".  

Semestre bianco, gli altri poteri del Presidente della Repubblica

In ogni caso al Presidente Mattarella restano altri poteri. Ecco quali:

  • Potere di nomina. Resta in capo a lui il potere di incaricare una personalità che guidi il governo per il tratto finale della legislatura e sempre a lui resta in capo il potere di nominare i ministri su proposta del presidente del Consiglio.
  • Moral suasion. Non normato dalla Costituzione scritta ma ben presente in quella reale, spesso il Capo dello Stato con colloqui mirati cerca di orientare le decisioni dei partiti, chiedendo un supplemento di ragionevolezza a fronte dell'interesse superiore del Paese.
  • Potere di firma. Dove la moral suasion fallisce, il potere di firmare disegni di legge e decreti, per autorizzarne la pubblicazione o la presentazione alle Camere, dà di fatto al Presidente un margine di manovra per correggere provvedimenti che fossero palesemente incostituzionali. 
  • Rinvio delle leggi. Il Presidente può rinviare alle Camere una legge da loro approvata. 
  • Messaggi al Paese. Spesso i Presidenti hanno rivolto messaggi direttamente al Paese. Oltre al tradizionale discorso di fine anno, il Capo dello Stato può decidere di parlare agli italiani, magari in diretta televisiva e a reti unificate.
  • Messaggi alle Camere. Il Presidente può inviare alle Camere un messaggio su un argomento che ritiene particolarmente significativo per il Paese. Il messaggio é solitamente controfirmato dal presidente del Consiglio, viene letto in entrambe le Camere che possono svolgere in seguito un ampio dibattito sui temi proposti. Mattarella non ne ha mai inviati, a differenza dei suoi predecessori.


 

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