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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Consulta riscrive l'Italicum: "Via il ballottaggio, legge elettorale già applicabile"

Sempre più vicine le elezioni anticipate: la sentenza della Corte Costituzionale apre alla soluzione proposta da Renzi e Grillo di portare gli italiani alle urne già a Giugno. I giudici salvano il premio di maggioranza alla prima lista che supera il 40% dei voti

La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla nuova legge elettorale "italicum" salvandone l’impianto maggioritario, ma bocciando sia il ballottaggio che prevedeva l'istituzione del doppio turno elettorale anche alle elezioni politiche, sia bocciando le candidature plurime dei capilista.

I giudici della suprema corte hanno invece salvato il premio di maggioranza per il partito che ottiene il 40% dei voti. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato non fondata la questione di legittimità sollevata su questo punto della legge elettorale approvata a colpi di maggioranza dal Governo Renzi. 

"All'esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione" spiega in una nota la Corte costituzionale che avvalla quindi la richiesta di chi come Matteo Renzi e Movimento 5 stelle in primis di andare immediatamente alle urne.

Questa era l'ipotesi più accreditata in partenza: ovvero quello di lasciare il premio di maggioranza (55%) nel caso in cui la prima lista superasse il 40% dei voti. Se nessuno raggiungesse questa soglia, la distribuzione dei seggi avverrebbe in chiave proporzionale.

Così facendo ora restano due sistemi diversi tra Camera e Senato, dal momento che per quest'ultimo non è previsto alcun premio, ma pur sempre su base proporzionale.

Era questo lo scenario più semplice, magari dopo aver uniformato il sistema di soglie, e andare al voto anticipato in tempi brevi. Con l'attuale tripolarismo difficilmente un partito potrebbe raggiungere il 40% e ottenere il premio di maggioranza alla Camera. 

LE REAZIONI: "ALLE URNE!"

"Per noi si parte dal Mattarellum - commentano dall'enturage di Matteo Renzi - Vediamo se fanno sul serio. O in tre settimane esce un'intesa in Parlamento, oppure si vota con Italicum corretto e Consultellum - dicono dal partito di maggioranza, il Pd - Al Senato faremo la coalizione, che è prevista dalla legge elettorale. Alla Camera questa possibilità non c'è, ma è un problema che si supera facendo una lista-coalizione". Come successe nel 2006, quando Ds e Margherita si presentarono con i propri simboli al Senato ma uniti sotto il simbolo dell'Ulivo alla Camera. Gli interlocutori sono in parte già individuati: "Pisapia a sinistra, i centristi e Tosi sul fronte moderato".  Renzi punta a conquistare quel 40% che gli consentirebbe di incassare il premio a Montecitorio e, quasi certamente, anche una risicata maggioranza in Senato

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IL TESTO DELLA DECISIONE

Oggi, 25 gennaio 2017, la Corte costituzionale si è pronunciata sulle questioni di legittimità costituzionale della legge elettorale n. 52 del 2015 (c.d. Italicum), sollevate da cinque diversi Tribunali ordinari. La Corte ha respinto le eccezioni di inammissibilità proposte dall’Avvocatura generale dello Stato.

Ha inoltre ritenuto inammissibile la richiesta delle parti di sollevare di fronte a se stessa la questione sulla costituzionalità del procedimento di formazione della legge elettorale, ed è quindi passata all’esame delle singole questioni sollevate dai giudici.

Nel merito, ha rigettato la questione di costituzionalità relativa alla previsione del premio di maggioranza al primo turno, sollevata dal Tribunale di Genova, e ha invece accolto le questioni, sollevate dai Tribunali di Torino, Perugia, Trieste e Genova, relative al turno di ballottaggio, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che lo prevedono.

Ha inoltre accolto la questione, sollevata dagli stessi Tribunali, relativa alla disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione.

A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione, dell’art. 85 del d.p.r n. 361 del 1957. Ha dichiarato inammissibili o non fondate tutte le altre questioni. All’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione.

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