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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Giustizia, arriva la riforma Bonafede-Sarti: "Via la toga ai magistrati/politici"

Il neo ministro della Giustizia vuole impedire per legge, che un magistrato che abbia svolto incarichi politici elettivi possa tornare a svolgere il proprio ruolo. Così il movimento 5 stelle vuole realizzare l’effettiva separazione delle carriere

"Impedire, per legge, che un magistrato che abbia svolto incarichi politici elettivi possa tornare a svolgere il ruolo di magistrato requirente o giudicante". Lo ha detto il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, durante la seduta straordinaria dell'Assemblea plenaria del Consiglio Superiore della Magistratura, presieduta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

"La delibera su 'Rapporti tra politica e giurisdizione', con particolare riferimento al tema del rientro nel ruolo della magistratura di coloro i quali abbiano ricoperto incarichi di Governo ed attività politica e parlamentare rappresenta certamente un punto di partenza non solo giuridico ma anche 'culturale' molto importante".

"Ciò - ha spiegato il neo ministro della Giustizia - garantisce un maggiore consolidamento dei principi di autonomia, imparzialità e terzietà della magistratura".

"Un magistrato ha un bagaglio di esperienza e competenza molto importante che può decidere, dedicandosi alla politica, di mettere al servizio della collettività; ciò detto è evidente che l'assunzione di un ruolo politico compromette irrimediabilmente la sua immagine di giudice terzo".

Magistrati e politica: la proposta di legge

“Un magistrato che ha ricoperto incarichi politici non dovrebbe tornare a vestire la toga. È necessaria una legge che impedisca che l’ambito giudiziario e quello politico elettivo continuino a contaminarsi a vicenda, e lavoreremo per realizzare l’effettiva separazione delle due funzioni”. Così in una nota la presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Giulia Sarti (M5S).

"Come ha sottolineato il ministro Bonafede – ha aggiunto Sarti - si tratta di una misura che realizzeremo a garanzia assoluta del principio di autonomia, imparzialità e terzietà della magistratura stessa"

"È uno dei punti decisivi del contratto di Governo nel quadro della giustizia, e siamo intenzionati a portare un cambiamento sostanziale anche in questo contesto, fino ad oggi pericolosamente trascurato. Il magistrato che intende intraprendere una carriera politica deve essere consapevole del fatto che, se eletto, non avrà più la possibilità di tornare agli uffici giudiziari come togato. Passa anche da questa nostra proposta la tutela della reale indipendenza della magistratura"

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