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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Roma, polizia spazza via favela e rifugiati con gli idranti

La favela di piazza Indipendenza non c'è più. Blitz all'alba della polizia con gli idranti. Medici senza frontiere: "Sei feriti"

La favela di piazza Indipendenza, a Roma, non c'è più. Almeno per ora. E' l'effetto del blitz all'alba della polizia che ha sgomberato l'accampamento sorto poche ore dopo lo sgombero di sabato dal palazzo di via Curtatone. Così mentre la quinta notte passata all'aperto nelle aiuole stava per finire, i blindati della polizia, con gli idranti a fare da ariete, hanno fatto irruzione in piazza. 

"L'intervento", spiega la polizia, "si è reso urgente e necessario dopo il rifiuto di ieri ad accettare una sistemazione alloggiativa offerta dal comune di Roma, ma soprattutto per le informazioni di alto rischio pervenute, inerenti il possesso da parte degli occupanti di bombole di gas e bottiglie incendiarie". Secondo la polizia "all’atto dell’intervento le forze dell’ordine sono state aggredite con lancio di sassi e bottiglie. Utilizzate bombole di gas aperte messe in sicurezza grazie al repentino intervento dei poliziotti. Usato contro gli agenti anche peperoncino".

Tutte le notizie sullo sgombero di via Curtatone

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Video - Gli scontri con i rifugiati eritrei

Aiuole e tutti i "beni" dei rifugiati sono stati bagnati e inzuppati dall'uso degli idranti. La polizia: "L'uso dell’idrante ha evitato che venissero accesi fuochi e liquidi infiammabili. Due fermati al momento". Ma dove sono ora i rifugiati? C'è una parte, i nuclei familiari e le cosiddette fragilità ancora all'interno. L'intenzione sarebbe quella di trattare ancora e in caso di resistenza di procedere anche qui allo sgombero. Il centinaio di eritrei che dormiva in strada è disperso tra le vie di Termini. Medici senza frontiere informa che "a seguito delle cariche, il team MSF ha curato almeno 6 feriti. Usati idranti e manganelli".

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Le alternative offerte ieri

Ieri una riunione in Prefettura sembrava aver trovato le alternative. In 60 ospitati per sei mesi presso alloggi nella zona di Rieti (case offerte dalla società che ha in gestione il palazzo di via Curtatone) e 80 ospitati presso i centri di prima accoglienza di Roma Capitale, in particolare a Boccea e Torre Maura. Un'offerta rispedita al mittente dagli eritrei perché la soluzione individuata è stata reputata inadeguata a rispondere alle esigenze di tutti. Una soluzione parziale che avrebbe diviso la comunità già dispersa dopo lo sgombero di sabato. Anche la recente indicazione per uno Sprar sulla Casilina è stata ritenuta insufficiente. Dalle associazioni che si sono fatte mediatrici si apprende che alla base del rifiuto c'è anche la temporaneità dell'offerta, ritenuta una soluzione tampone.

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