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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Italia

Terremoto politico, l'Italia torna indietro alla Prima Repubblica

Tra Bandiera Rossa e inno di Mameli, memorabilia di destra e litigi per stabilire che cosa è di sinistra, in un solo weekend sono nati due partiti (di cui uno si è già diviso) mentre Matteo Renzi ha visto il proprio Pd lacerarsi come mai prima d'ora

"I decenni volano, sono certi pomeriggi che non passano mai". Occhi bassi, stanchezza: tra i delegati che escono dall'assemblea romana del Partito Democratico c'è la convinzione di aver assistito ad uno di quei momenti in cui la storia fa una piega e torna indietro. Perchè in un caldo weekend di febbraio non è solo il Pd che come la maionese ha perso il legame tra le sue correnti, ma è l'intera politica italiana che ha preso la macchina del tempo ed è tornata all'età della prima repubblica

La vocazione maggioritaria è un ricordo, a sinistra come a destra: di fatto la legge elettorale che dovrebbe disegnare il nuovo parlamento alle prossime ( o meno prossime) elezioni politiche è di stampo proporzionale e sancise la fine di un bipartitismo che in Italia è rimasto sfumato all'era della querelle tra la destra federata nel Pdl da Berlusconi (finito con la fine politica del suo leader), e quella sinistra dalle mille anime che dall'Ulivo ha provato a trovare una vera casa comune nel Pd. 

Questo weekend al teatro Vittoria la minoranza "dem" cantava Bandiera Rossa: in molti ora guardano alla corrente che dal Pd sta per diventare partito a se stante la rinascita del Partito Socialista. Ma la "cosa rossa" potrebbe diventare la nuova casa di chi, a sinistra del Pd, nelle stesse ore celebrava il divorzio dal nascente partito della Sinistra Italiana che ha tenuto a Rimini il suo congresso fondativo ed eletto segretario Nicola Fratoianni, ex assessore della giunta regionale pugliese di Nichi Vendola e poi coordinatore di Sinistra ecologia e libertà.

Mezzo gruppo parlamentare di Sel a gennaio aveva firmato un documento in cui si accusa di intolleranza la maggioranza interna che fa capo al fondatore Nichi Vendola e al suo delfino Nicola Fratoianni.  Il capogruppo alla Camera Arturo Scotto, prima si candida alla segreteria poi annuncia che diserterà le assemblee congressuali, nel fuoco di una polemica su tessere false e democrazia interna violata

Con Scotto un drappello di parlamentari ora guarda al "campo progressista" lanciato da Giuliano Pisapia e ai fuoriusciti dal Pd: alla Camera già si parla di un gruppo di ex Sel e ex Pd in appoggio al governo Gentiloni. "Se la sinistra è l'arcipelago della Polinesia, e un'isola in più - ha detto Scotto - non cambia la geografia, allora il nostro compito dovrebbe essere costruire dei ponti, non una nuova isola".

Fratoianni avverte Pisapia: "Non basta dire che dobbiamo essere uniti per vincere, dovremmo parlare di cosa fare dopo che si è vinto". Per certi versi sulla stessa lunghezza d'onda il segretario della Fiom-Cgil Maurizio Landini, l'ospite più illustre della giornata. Che si sofferma sulla mancanza di "rappresentanza" del mondo del lavoro e di quelli che hanno votato no al referendum. Landini ricorda che "le peggiori riforme del lavoro le hanno fatte governi di sinistra che si richiamavano al socialismo, per questo per i giovani quella parola non ha valore". Per questo, a chi propone di "unire la sinistra" il leader dei metalmeccanici manda a dire che c'è una "precondizione: l'esigenza è tornare a unire il mondo del lavoro diviso e frantumato".

Che succede a destra?

Se a sinistra il caos regna sovrano, alla destra del Pd acquistano consensi i movimenti populisti di Salvini e Meloni. Con Forza Italia è impegnata in un riordino dei comitati locali (a Roma sono stati ripescati tutti i primi non eletti), Matteo Salvini ha tenuto a battesimo il primo weekend di tesseramento Lega Nord in oltre mille gazebo in tutta Italia.  "Al voto subito - incalza Salvini - che si sciolgano tutti e andiamo a votare" prima di augurarsi per i migranti "una pulizia di massa, se serve con le maniere forti" lanciando l'auspicio di una "guardia nazionale anti migranti come negli Usa di Trump" in Italia. 

Sul piano di una possibile futura alleanza di centrodestra, la distanza tra Berlusconi e Salvini rimane intatta, ma non sul piano locale, dove in vista delle amministrative di primavera sono già stati siglati accordi tra Lega, Forza Italia e Fdi in quasi tutti i maggiori comuni del Centro e del Nord. "Mi pare che stiamo andando insieme un po' ovunque", ha detto oggi Toti. Il modello è quello "lombardo" sostenuto da Roberto Maroni, che da settimane fa pressing su Salvini per un riavvicinamento con l'ex premier, l'unico, in questa fase, in grado secondo il presidente della Regione Lombardia di "dare le carte".

A rimescolare il tutto è la nascita della Destra sovranista tenuta a battesimo da Gianni Alemanno e Francesco Storace che hanno di comune accordo deciso di far confluire Azione Nazionale e La Destra in un nuovo soggetto politico: il "Movimento nazionale per la sovranità". Nell'albergo romano che ha visto l'assemblea fondativa il memorabilia della destra italiana. Mancava Giorgia Meloni. Alemanno, eletto segretario (Storace è invece il presidente) lancia un appello alla leader di Fratelli d'Italia: "siamo pronti a lavorare insieme per costruire il centrodestra". La prima iniziativa "Contro questa Europa" a Roma, il 25 marzo in occasione del 60mo anniversario dei Trattati di Roma.

Nel primo articolo dello statuto si legge: "Il Movimento nazionale per la sovranità ha il fine di garantire la sovranità nazionale e popolare dell'Italia, nel rispetto dell'identità, delle tradizioni, della dignità spirituale e delle aspirazioni economiche e sociali del popolo italiano". Al congresso presenti anche, fra gli altri, il capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta, il leader di Direzione Italia, Raffaele Fitto, il presidente dei Popolari per l'Italia, Mario Mauro, e il senatore della Lega Raffaele Volpi. "Mentre tutti si dividono e fanno scissioni, noi ci uniamo per dare una casa comune alla destra italiana e per difendere la sovranita' nazionale e popolare del nostro Paese. 

Il Movimento 5 Stelle primo partito

Nel nuovo tripolarismo italiano il Movimento 5 Stelle gioca la parte dell'outsider divenuto soggetto da battere. Casaleggio e Grillo a Roma discutono con i parlamentari l'ossatura del programma pentastellato da presentare agli elettori: lavoro, tasse, banche, sviluppo economico i temi dei gruppi di lavoro mentre tiene ancora banco il caso del sindaco di Roma, Virginia Raggi con la delicata vicenda dello stadio della Roma a cui trovare una soluzione per brandire la bandiera della prima vittoria nella Capitale amministratata dai 5 Stelle.

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