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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Caso Siri, Di Maio non molla: "Deve dimettersi"

Il leader dei 5 stelle ha ribadito la sua richiesta di dimissioni per il sottosegretario al Ministero dei Trasporti accusato di corruzione. Poi la frecciata a Salvini: "La mafia non si combatte andando a festeggiare a Corleone"

Il caso Siri continua a scuotere l'equilibrio del Governo Lega-M5s. A margine delle celebrazioni per il 25 aprile alla sinagoga di Roma, il vicepremier Di Maio ha rilanciato la richiesta di dimissioni per il sottosegretario del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti accusato di corruzione: "Armando Siri deve dimettersi da sottosegretario. Anche il premier Giuseppe Conte se ne deve fare carico". Il leader del Movimento 5 stelle è tornato anche a parlare della questione morale nel governo, lanciando anche una 'sferzata' contro l'altro vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini: ''La mafia si combatte con il buon esempio e le buone pratiche, non andando a festeggiare a Corleone" , dove il titolare del Viminale si trova oggi per un'iniziativa contro le cosche.

Di Maio: "Siri deve dimettersi"

"Armando Siri deve dimettersi da sottosegretari- ha ribadito Di Maio - e lo dico anche al presidente del Consiglio, perché noi lo abbiamo disinnescato e in qualche modo neutralizzato togliendogli le deleghe. Ma quella in cui è coinvolto l'esponente della Lega, "è un'indagine di corruzione che riguarda anche fatti di mafia. Puoi anche andare a Corleone a dire che vuoi liberare il Paese dalla mafia - ha aggiunto Di Maio, riferendosi alla decisione di Matteo Salvini di festeggiare il 25 Aprile nella città siciliana simbolo dei padrini - ma per farlo devi fare evitare che la politica abbia anche solo un'ombra, su inchieste legate a corruzione e mafia". "Mi auguro che Siri venga prosciolto ma al punto in cui è, l'inchiesta non si può assolutamente contemplare il concetto di garantismo. Qui non stiamo parlando di garantismo, sono sicuro che Siri risulterà innocente ma, intanto, guardiamo alla questione morale, alla sanzione politica. Altrimenti che senso ha andare a Corleone? La mafia la elimini dando il buon esempio", ha concluso Di Maio.

Salvini: "Siri resta dov'è"

"Siri resta dov'è, ci mancherebbe altro. Ha detto che chiarirà. I magistrati lo sentano al più presto, in un Paese civile si consente di farlo a chi e' indagato, e chiarirà tutto come ha detto. Sembra peraltro che quelle intercettazioni di cui si parla da giorni, non esistano, siano false... vedremo". Lo ha affermato Matteo Salvini, oggi a Corleone parlando con i giornalisti del caso Siri.

Fico: ''Siri? Spero che gli indagati siano innocenti''

"Su Siri c'è l'innocenza degli indagati, sono situazioni gravi su cui serve una risposta forte. La magistratura farà il suo corso ma spero che gli indagati siano innocenti". Lo ha detto Roberto Fico, presidente della Camera a Napoli a margine della commemorazione per il 25 aprile, giorno della Liberazione.

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La presa di posizione di Conte

Ma quale sarà il destino di Siri? Alla fine l'ultima parola toccherà al premier Conte. Il presidente del Consiglio prende in mano le redini del caso Siri e nel pomeriggio di ieri fa sapere che sarà lui a decretare sulla sua permanenza nel governo dopo averlo incontrato e averci parlato. "Incontrerò Siri, lo guarderò negli occhi e poi ovviamente ci sarà una valutazione e chiederò a lui di condividere la decisione finale" ha detto il premier, che deciderà "tenendo conto del principio di innocenza a cui come giurista sono molto sensibile".

 Prima di partire per la Cina, quindi, il presidente del Consiglio sentirà telefonicamente Siri. Poi, al suo rientro in Italia, avrà un faccia a faccia col sottosegretario. Il premier non ha nascosto tuttavia che ritiene "legittima la posizione dei Cinque stelle" sul caso, che ieri sono tornati a invocare l'allontanamento del sottosegretario. "Siri torni a fare il senatore" ha sentenziato il capo grillino, Luigi Di Maio, cui ha fatto eco anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: "Se fosse del M5S sarebbe già fuori" ha ricordato.

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