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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Caso Siri, stallo totale: Conte non sa decidere e tra Di Maio e Salvini ormai è gelo

Il Movimento 5 stelle non arretra, ma nemmeno la Lega ha intenzione di farlo. Così passano i giorni, in attesa di una decisione del premier Conte che però non arriva ancora

Le dimissioni vengono richieste da settimane ormai, ma ancora non si vedono. Il Movimento 5 stelle non arretra, ma nemmeno la Lega ha intenzione di farlo. Così passano i giorni, in attesa di una decisione del premier Conte che però potrebbe tardare ancora ad arrivare. Il caso Siri mina gli equilibri della maggioranza

"Il presidente del Consiglio e Siri si sono spiegati, non conosco il contenuto dell'incontro ma al momento resta lì, anche se credo non abbia le deleghe. Nessuna melina". Lo ha detto Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio commentando dalla Liguria, il caso del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, indagato per corruzione, dopo il Consiglio dei ministri di martedì.

"Nel contratto che abbiamo stabilito ci sono delle regole ed è chiaro che il rinvio a giudizio presuppone che ci sia una verifica preventiva che al momento nessuno conosce", ha aggiunto Giorgetti. "Io non ho parlato con lui e bisogna capire la sua situazione, ma mi sembra che lui sia assolutamente tranquillo, o almeno così dice di essere. Quindi giustamente non capisce perché deve dimettersi, se non ha fatto nulla. E' una situazione individuale ma è chiaro che se si fa politica si è, quasi quotidianamente, sotto l'attacco degli avversari politici e non solo. E' una cosa da mettere in conto per chi fa politica", ha concluso sulla questione.

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Lega-M5s, lite continua: "Siamo da 4 mesi in campagna elettorale"

Giorgetti analizza poi i continui litigi tra Lega e M5s, a volte alleati di governo, a volte separati in casa. - "Le tensioni fanno parte della natura delle cose nei governi di coalizione. Diciamo che bisogna arrivare a un chiarimento su tutti i punti che sono in ballo, perché altrimenti diventa estenuante", ha aggiunto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. "Siamo da 4 mesi in campagna elettorale tra Regioni e Comuni - ha concluso Giorgetti - Ma poi ci sono cose da chiarire, come ad esempio la vicenda dell'autonomia delle Regioni, che fa parte del contratto di governo e che noi vogliamo portare a casa. Senza mettere nessuno in difficoltà, ma questo a noi è chiaro e deve essere chiaro a tutti".

Il caso Siri è delicato sia per il contenuto dell'inchiesta che lo riguarda, ma è anche una questione di timing. Sono settimane decisive per la campagna elettorale. Il M5s ha investito troppo nella vicenda per accettare una permanenza di Siri. Di Maio non abbassa i toni perché in ballo non c'è la permanenza di un sottosegretario nel governo. Il tema è diverso, più ampio. Il M5s ha bisogno di una "vittoria" simbolica chiara, senza ombre, per dimostrare soprattutto al suo elettorato e a coloro che negli scorsi mesi si sono allontanati dal M5s che non c'è nessuna subordinazione al Carroccio. 

Perché il M5s pretende le dimissioni di Siri ma non può "tirare la corda" fino alla crisi 

Stamane il M5s, attraverso le parole di Ignazio Corrao,  europarlamentare uscente del Movimento Cinque Stelle, alza la posta: "Ho ribadito che non ci sarà nessuno sconto neanche per Giorgetti se risulterà coinvolto nel caso Siri". Il riferimento nemmeno troppo velato è all'assunzione del figlio di Arata da parte di Giorgetti.  In casa M5s molti temono che l'affaire Siri-Arata potrebbe essere destinato ad allargarsi.

"Deve restare al suo posto"dichiara il ministro Giulia Bongiorno in un'intervista al quotidiano La Repubblica. "Il sottosegretario Siri è stato trattato dai media come un condannato in via definitiva, quando invece è un indagato per fatti di corruzione, che per giunta ha subito chiesto di essere ascoltato, ma ancora non ha reso interrogatorio. Da oggi in poi, a mio parere, in attesa dei chiarimenti che fornirà dovrebbe calare il silenzio".

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Dimissioni Siri, tra Di Maio e Salvini è gelo

''Sulla questione morale il M5S non arretra. Comunque si chiami il sottosegretario, da noi le regole si rispettano, che tu sia del Movimento o del partito alleato questo deve essere chiaro''. Lo ha detto Luigi Di Maio, nel corso della presentazione del programma M5S per le europee, con un chiaro riferimento al caso Siri.

"Alla Lega ci pensa la Lega", replica Salvini. La soluzione del rebus non è vicina. 

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