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Venerdì, 19 Aprile 2024
VERSO LE ELEZIONI

Beppe il conquistatore: i grillini si prendono l'Europa (nei sondaggi)

Le elezioni europee sono il "momento della verità" per questo governo, per Renzi e per Grillo. I sondaggi dicono che l'elettore stanco e stufo dell'Eurozona premia il Movimento 5 Stelle (a un passo dal Pd nelle intenzioni di voto): oggi in Italia vince e comanda la "pancia"?

Alle elezioni politiche è dato al 20%. A quelle europee oltre il 25%. Che attorno ai numeri del Movimento 5 Stelle qualcosa non torni? Misteri, roba da sondaggisti: della serie, è la struttura della domanda, oppure è il contesto a far la differenza. Se fosse tutto vero la fiducia verso Grillo aumenta – di ‘appena’ 5 punti – non appena il dibattito oltrepassa i confini nazionali.

Ora, parlare di una fidelizzazione storica del corpo elettorale (il blocco comunista, quello democristiano) dopo quel che è successo nelle politiche di febbraio, comincia ad essere un ragionamento difficile da sostenere. Senza dimenticare, all’interno di questo nuovo solco, il trionfo dei moti astensionistici.

E a nessuno potrà sfuggire il balletto delle cifre reali del M5S stesso: dalle stelle dei nove milioni a quel risultato davvero modesto alle regionali, visto il precedente ravvicinato. Nella scorsa primavera, tuttavia, i grillini pagarono lo scotto della "prima" parlamentare, qualche figuraccia e la scelta, per quel che riguarda l’ala a sinistra del Movimento, di non far parte del progetto Bersani. “E poi si trattava di amministrative”, dissero, dimenticandosi l’evento che ha sancito la vera vita politica del grillismo, quella vittoria a Parma proprio nelle amministrative.

Detto questo, però, appare davvero incomprensibile come l’intenzione di voto dei 5 Stelle, in sede europea, continui a passare sotto traccia. Proprio oggi quando, al netto della distinzione istituzionale dei piani, il nodo politico invece si fa sempre più stringente e contiguo. E inevitabilmente questo governo e questa maggioranza di emergenza, innaturale, dovranno misurarsi con la conta dei voti alle urne europee: o la conferma delle larghe intese depotenziate, o l’implosione dell’esecutivo, in primis per interessi di parte. Il tutti a casa. Per il presidente Napolitano, con le forze anti-euro mai così forti, si tratterà del “momento della verità”. Lo sarà anche per Letta. E per Grillo, e per Renzi.

SONDAGGIO IPR MARKETING – Da qui ai numeri freddi il passo comincia ad essere breve. E problematico, viste le cifre fornite da un sondaggio di Ipr Marketing che si è concentrata sulla geografia elettorale in vista delle europee di fine maggio. Dall’analisi, il Pd si aggiudica la medaglia d’oro con il 27,6%. Seconda piazza per il M5S con il 25,4%. Sull’ultimo gradino del podio Forza Italia al 24,3. Poi Ncd al 5,6%, la Lega al 5%, Sel al 2% con l’Udc, Fratelli d’Italia 1,5%, Scelta civica 1%.

La domanda: se la medaglia d’oro, presi per buoni questi numeri, ciondolasse dal collo del segretario del Pd, Renzi avrebbe vinto? No, anzi andrebbe incontro a diverse grane (ancor di più, Enrico Letta). Perché, o si fa finta che esista davvero, che faccia massa, il voto disgiunto (l’elettore del Pd arrabbiato con l’Europa e con l’euro che si affida alla grinta di Grillo per le faccende "rustiche" discusse a Strasburgo), o si accetta che i sondaggi sono un banco di prova costante, termometri politici e basta. Con l’elettore stanco e stufo dell’euro-zona, già passato nelle fila di Grillo che così andrebbe a confermare il blocco, il suo bacino, e quindi lo strepitoso risultato di un anno fa.

Renzi e il Pd, invece, dati al 33% nell’ultimo sondaggio di Pagnoncelli per Ballarò, per Ipr Marketing, si fermerebbero, in ottica europea, al 27,6%. Se fosse vero, quei sei punti in più in chiave nazionale ricalcherebbero esattamente quelli in meno di Grillo, fermo, in questa seconda lettura, al 20%. Insomma, lo ‘scippo’ di consenso di Renzi a Grillo si concretizzerebbe solo dentro lo Stivale. Possibile? Diciamo complicato. Delle due ipotesi, una (con l'impressione che per adesso stia vincendo la pancia del corpo elettorale, più che il dibattito).

ITALICUM – Tuttavia se quel 27,6% fosse una stima attendibile, tanto per fare della fantapolitica, Renzi piomberebbe in una situazione davvero complicata. Soprattutto per via di quel che prescrive l’Italicum, la sua creatura. Conti alla mano, infatti, la coalizione di centro-sinistra – messi insieme Pd, Sel, Scelta civica e Partito Socialista – si arenerebbe al 31,8%. Con il premio di maggioranza talmente lontano che non basterebbe il binocolo. Perché si trasformerebbe in un’ipotesi di scuola visto che dall’altra parte la galassia di Silvio Berlusconi – e il centrodestra – si prenderebbero l’intera posta messa in palio: Forza Italia, Ncd, Lega, Udc e Fratelli d’Italia, infatti, con il 38,4% accederebbero al premio di maggioranza (fissato al 37%) ed entrerebbero in Parlamento con il 53% dei seggi. ‘Tu quoque, Italicum, fili mi!’

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