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Giovedì, 25 Aprile 2024
Casus belli

Sulle spese militari rischiamo la crisi di governo?

M5s e Leu contestano da giorni la decisione di portarle al 2% del Pil. La maggioranza è in fibrillazione e nonostante gli appelli alla responsabilità Conte non indietreggia

Maggioranza in fibrillazione sul tema delle spese militari. L'antefatto è noto: il 16 marzo scorso la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo ad aumentare gli stanziamenti per gli stanziamenti relative alla Difesa fino al 2% del Prodotto interno lordo (Pil). Un impegno già assunto dal nostro Paese, in quanto membro Nato, al vertice dell'Alleanza atlantica nel 2014 in Galles e che l'Italia, al pari di altri Paesi, aveva finora disatteso. L'odg ha ricevuto 391 voti favorevoli su 421 presenti e solo 19 contrari, ma nel M5s nel frattempo hanno cambiato idea. Un cambio di rotta annunciato giorni fa dal leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte che ha definito "non prioritario l'incremento delle spese militari a carico del nostro bilancio nazionale" ammonendo il governo che in caso di forzature il Movimento "non potrebbe fare altro che votare contro".

Il tema è diventato giocoforza centrale nel dibattito politico. E il redde rationem è vicino. Domani il decreto Ucraina approda nella commissione Esteri del Senato e l'obiettivo è quello di trovare una quadra nel più breve tempo possibile. L'obiettivo della maggioranza è quello di arrivare al 2% del Pil entro il 2024 come viene richiesto dalla Nato. Si tratterebbe dunque di incrementare le spese per la difesa da 25 a 38 miliardi nell'arco di un biennio. Un balzo in avanti non proprio modesto. Il primo scoglio da superare è l'Odg presentato da Fratelli d'Italia al Senato che rischia di dividere la maggioranza e lo stesso centrosinistra.

Le posizioni dei partiti sulle spese militari 

Per ora le posizioni sembrano distanti. Contro l'aumento delle spese militari si è schierato (oltre al M5s) il gruppo di Liberi e Uguali. "Non è riempiendo ancora di più gli arsenali che si difende la pace" ha detto la capogruppo di LeU al Senato, Loredana De Petris. L'Italia, ha ricordato la senatrice, "ha già aumentato la spesa militare nel 2019 e non c'è alcun motivo di aumentarla ulteriormente, tanto più in un momento come questo". Il resto dell'arco parlamentare sembra invece orientato per il "sì". Pd compreso. E con qualche cautela nella Lega. 

In casa 5 Stelle il senatore Gianluca Ferrara è tra i più combattivi. "Sull'aumento delle spese militari la posizione del M5S è chiara: adesso ci sono altre priorità". "Alcune forze politiche - ha scritto il senatore su facebook -, evidentemente subalterne all'industria degli armamenti, ne stanno approfittando per chiedere un aumento delle spese militari. L'Italia già spende 25 miliardi di euro l'anno in difesa, salendo al 2% del Pil significa arrivare a 38 miliardi, ben 104 milioni di euro ai giorno! Ha ragione papa Francesco: è davvero una follia".

Spese militari Italia grafico 2-2

Il botta e risposta tra Guerini e Conte

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha ricordato oggi che l'Italia ha "assunto degli impegni di carattere internazionale", aggiungendo che "c'è un'esigenza interna che riguarda l'efficacia e l'efficienza del nostro strumento militare che richiede investimenti" e rimarcando anche la necessità di "dare anche un messaggio di affidabilità ai nostri partner internazionali".

Il messaggio sembra chiaro: venire meno agli impegni presi in ambito internazionale ci porrebbe in una posizione difficile rispetto ai nostri alleati. Tanto più che la situazione non è certo delle più distese (non c'è neppure bisogno di citare la guerra in Ucraina) e lo sforzo per mantenere salda l'alleanza che si oppone a Mosca non può contemplare divisioni. Interpellato sul punto, Conte non è stato così conciliante, anche se ha lasciato capire che lo spazio per una trattativa esiste: "Gli impegni non li mettiamo in discussione, ma nessuno può pensare attraverso questo impegno, con una tempistica così stretta, di accelerare una corsa al riarmo che sarebbe inutile, una illusoria certezza di sicurezza. Quello sì, sarebbe un prendere in giro gli italiani". 

Quanto spazio c'è per una trattiva?

Non è stato drastico neppure il sottosegretario agli Esteri e deputato M5S Manlio Di Stefano. "Se si parla di valutare l'opportunità" l'ordine del giorno "può essere tranquillamente votato, perché significa che saranno aumentate al momento giusto" ha detto il deputato a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora. "Noi siamo a favore del rispetto degli impegni. Il che vuol dire prima di tutto riflettere con l'Ue sul da farsi, perché ora nessun paese europeo ha queste spese al 2% sulla Nato".

Spese difesa Italia grafico 1-2

Un compromesso forse può essere trovato a metà strada. Magari dilatando i tempi necessari per raggiungere l'obiettivo indicato dalla Nato. Ma il M5s non intende fare marcia indietro sulla richiesta di Conte di "ascoltare le richieste dei cinque stelle con l'attenzione che si deve alla prima forza parlamentare di maggioranza". Rischiamo una crisi di governo? Un esito di questo tipo al momento sembra improbabile. E lo stesso Draghi sa che con molta probabilità il leader del M5s non sta cercando di affossare la maggioranza, ma "solo" rivendicare un tema che per gli attivisti storici del M5s è identitario. Certo è che il voto contrario della forza politica che ha espresso più parlamentari non sarebbe un bel segnale per i nostri alleati. 

Il presidente della commissione esteri alla Camera, Piero Fassino, getta acqua sul fuoco. Sull'aumento delle spese militari, "la maggioranza c'è lo stesso", ha fatto sapere il deputato dem. "Dobbiamo anche liberarci da questa sindrome per cui da ogni voto dipenda l'esistenza di una maggioranza di governo". "Su un singolo tema ci può essere anche una diversità di atteggiamento - ha aggiunto - ma questo non fa venir meno né la maggioranza, né un'alleanza, in questo caso quella tra 5S e Pd". Molto meno accomodante la posizione del capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari. "La maggioranza credo che possa fare anche a meno del Movimento 5 Stelle. Penso che in questo momento differenziarsi su un tema come la guerra e sulla posizione che l'Italia sta tenendo a livello internazionale con tutti gli alleati sarebbe un'immagine pessima per il M5S più che per l'Italia". 

"Aumentiamo le spese militari con i soldi del reddito di cittadinanza"

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