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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Le province sono salve (per ora): la Consulta blocca il taglio

La riforma contenuta nel decreto Salva Italia che prevede la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione non è materia da disciplinare con decreto legge. Lo ha stabilito la Consulta

La riforma sul riordino delle Province è incostituzionale. La riforma contenuta nel decreto Salva Italia che prevede la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione, non è materia da disciplinare con decreto legge.

Lo ha sancito la Consulta, dichiarando illegittimi alcuni punti dei decreti legge in materia varati nel 2011 e nel 2012. La Corte ha ritenuto violati gli articoli 117, secondo comma, e 133, primo comma, della Costituzione. "Il decreto legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza - spiega la Consulta in un comunicato - è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio".

QUAGLIARIELLO - "L'odierna sentenza della Corte Costituzionale sulle province rende ancora piu' importante intervenire attraverso le riforme costituzionali sull'intero Titolo V, in particolare per semplificare e razionalizzare l'assetto degli enti territoriali. E' il tempo di rendersi conto che mancate riforme e scorciatoie hanno un costo anche economico che in un momento di cosi' grave crisi il Paese non puo' piu' sopportare'. Lo dichiara il ministro per le Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello.

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SAITTA - "La sentenza della Corte Costituzionale conferma che le riforme delle istituzioni costitutive della Repubblica non possono essere fatte per decreto legge. Nessuna motivazione economica era giustificata e quindi la decretazione d'urgenza non poteva essere la strada legittima". E' il commento del Presidente dell'Upi, Antonio Saitta.

DELRIO - "Noi siamo determinatissimi ad andare avanti, ne ho parlato anche con il presidente Letta, che ha preso un impegno solenne in Parlamento per eliminare le province. La riforma degli enti locali e la cancellazione delle province si farà comunque. I cittadini devo stare tranquilli". Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio. "Il decreto per riformare una materia costituzionale è uno strumento improprio. Ci vuole una legge costituzionale e ne parleremo subito con il ministro delle riforme Quagliariello, ma non ci vorrà molto: basta una riga per dire che gli articoli 114 e seguenti della Costituzione sono modificati", dichiara Delrio. "In parallelo - prosegue - sta viaggiando il disegno di legge che riforma in maniera organica gli enti locali, i comuni, le città metropolitane e trasferisce le funzioni delle province. Il testo e' pronto e darà efficienza a tutto il paese'. Quanto ai tempi, "a luglio lo illustreremo ai principali attori coinvolti, entro la metà di agosto sarà in Parlamento". Per Delrio i presidenti di provincia "fanno male" a esultare. "Chi ha a cuore il paese - sottolinea - sa che una riforma e' necessaria".

PIERONI - "La sentenza della Consulta ci dice con chiarezza che avevamo ragione noi quando dicevamo che una riforma come quella dell'abolizione della Province non poteva essere fatta per decreto". Andrea Pieroni, presidente della Provincia di Pisa e di Upi Toscana. "Ora - ha aggiunto - si riparte da capo, quindi il Parlamento dovrà decidere cosa fare, ma di sicuro servirà una legge costituzionale e questa decisione della Consulta consentirà a Governo e Parlamento di prendere una strada precisa".

SARDEGNA - Esulta l'Unione delle Province sarde (Ups) per la bocciatura della Consulta della riforma degli enti intermedi contenuta del decreto Salva Italia. "Per primi e finora da soli - dichiara il presidente dell'Ups Roberto Deriu - lo abbiamo sempre detto con chiarezza: tutte queste false riforme violavano la Costituzione. Da Cappellacci - aggiunge rivolgendosi al governatore dell'Isola - ora pretendiamo che faccia rientrare anche la Sardegna nella legalità costituzionale dopo l'usurpazione dei commissari". Da ieri, infatti, cinque delle otto Province sarde sono guidate da altrettanti commissari in base ad una legge, duramente contestata dai territori e dall'opposizione, approvata la scorsa settimana dal Consiglio regionale. La sentenza della Corte Costituzionale potrebbe ora avere effetti anche sulla legge di riordino degli Enti locali attualmente in discussione in Aula. Bocciando, infatti, la cancellazione e/o l'accorpamento delle Province, la Consulta conferma l'istituto dei quattro enti storici in Sardegna (Cagliari, Nuoro, Sassari e Oristano) e cassando la norma sull'elezione di secondo livello impone di fatto una modifica per ripristinare l'elezione diretta di presidente e Consiglio. Passaggi, questi, previsti nella riforma degli enti dell'Isola.

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