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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Stop ai vitalizi per i parlamentari condannati: chi si salva e chi no

Camera e Senato cancellano i vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi (in primis mafia, corruzione e reati contro la pubblica amministrazione). Ma ci sono molti "graziati" che continueranno a ricevere l'assegno

ROMA - E' lunga la lista dei parlamentari che perdono il vitalizio, ed è corposa quella di chi lo manterrà. Ieri Camera e Senato hanno cancellato i vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi - in primis mafia, corruzione e reati contro la pubblica amministrazione - senza però allontanare malumori e distinguo che hanno caratterizzato soprattutto il voto a Palazzo Madama.

La maggioranza si è spaccata, tanto alla Camera come al Senato, con Pd che ha votato a favore e Area Popolare (Ncd-Udc) che non ha partecipato al voto. Ma anche fra le opposizioni le divisioni non sono mancate: Forza Italia non ha votato uscendo dalle aule, mentre la Lega Nord ha assicurato una stampella al Pd con il suo voto favorevole. Nel suo piccolo il Movimento 5 stelle si è "diviso da solo", con i deputati usciti prima del voto e i senatori che hanno votato contrario. Infine Sel ha votato a favore della delibera, pur con molte perplessità per le esclusioni di reati.

GRAZIATI E PUNITI - Poiché le condanne per le quali viene disposta la sospensione del vitalizio devono essere superiori ai due anni, le nuove regole sugli assegni dividono in due la schiera degli ex parlamentari. Ci sono nomi eccellenti di ex deputati e senatori "fortunati" che continueranno a percepire l'assegno, come scrivono Lorenzo Salvia e Fiorenza Sarzanini sul Corriere della SeraNiente più vitalizio per Cesare Previti e Giuseppe Ciarrapico, mentre continuerà a incassarlo Paolo Cirino Pomicino. Lo perderà Totò Cuffaro, lo manterrà invece Gianni De Michelis. Nonostante sia stato condannato per la maxitangente Enimont, le nuove normative non tolgono a Paolo Cirino Pomicino i suoi 5.231 euro al mese: a "salvarlo" è il fatto di aver scontato un anno e otto mesi, meno del minimo di due anni. Niente più assegno invece a Giuseppe Ciarrapico, ex senatore Pdl: la sua condanna a tre anni per il crac della Casina Valadier lo obbliga a rinunciare ai suoi 1.500 euro mensili. Continuerà invece a incassare i suoi 5.691 euro al mese Arnaldo Forlani, nonostante l'ex segretario Dc sia stato condannato a due anni e quattro mesi per finanziamento illecito dei partiti ancora nell'inchiesta Enimont: il reato non rientra infatti tra quelli che prevedono la revoca della pensione. Perde il privilegio Cesare Previti (3.979 euro) per corruzione in atti giudiziari, come anche Marcello Dell'Utri (4.424), detenuto a Parma per concorso esterno in associazione mafiosa. 

BERLUSCONI SENZA PENSIONE - La condanna per frode fiscale a quattro anni avrà l'effetto di togliere la pensione a Silvio Berlusconi, che dovrà rinunciare a ottomila euro. Tra i "graziati" c'è anche il parlamentare di Alleanza nazionale Domenico Nania: condannato a sette mesi per lezioni personali connesse a violenze nei gruppi giovanili di estrema destra, non perderà i suoi 5.900 euro mensili. Non cambia nulla neanche per l'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli: la condanna con sentenza definitiva a otto mesi per il coinvolgimento nell'inchiesta Enimont non gli toglierà i suoi 4.684 euro. Assegno intatto anche per Gianni De Michelis, che può continuare a contare sui suoi 5.174 euro mensili nonostante sia stato condannato a un anno e sei mesi nell'inchiesta sulle tangenti per le autostrade del Veneto, più sei mesi ancora per Enimont.

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