Camusso: "Cassa integrazione a rischio per 500mila lavoratori"
"Purtroppo i primi mesi del 2013 hanno determinato un'ulteriore accelerazione della crisi e della difficoltà", ha detto il segretario generale della Cgil
"C'è il rischio" che mezzo milione di italiani possa restare senza cassa integrazione. E' quello che ha rivelato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso intervistata da Maria Latella a SkyTg24. "In alcune regioni siamo già arrivati all'esaurimento dei fondi. Non è neanche detto che in alcune regioni si arrivi fino a giugno" con i fondi della cig.
"I numeri di oggi non sono i numeri" veri, "perché sta moltiplicandosi la domanda di cig in deroga. Purtroppo i primi mesi del 2013 hanno determinato un'ulteriore accelerazione della crisi e della difficoltà", ha spiegato Camusso, sottolineando che "quelle risorse bisogna trovarle, non solo per proteggere il reddito di quei lavoratori, ma per evitare che ci sia un'ulteriore spirale di avvitamento sulla riduzione dei consumi e quindi un'ulteriore riduzione della base produttiva di questo paese che si è già ridotta consistentemente".
"Cgil, Cisl e Uil hanno il problema di mobilitarsi e di dare voce al lavoro, alle tante preoccupazioni, di riunificare le tante disperazioni. Bisogna lavorare per una grande iniziativa di Cgil, Cisl e Uil" prosegue la Camusso, che rivolge un richiamo anche alla leadership della Fiom che dice no al patto con Confindustria. "Penso che questa sia una stagione in cui bisognerebbe ascoltarsi. Molte delle cose che ho letto nell'intervista di Landini dimostrano che non ha ascoltato le cose che abbiamo detto in questi giorni, a partire dalla redistribuzione del lavoro. La storia di questi anni pesa molto, una storia di lacerazioni e di ferite ancora aperte. Ma proprio per questo andrebbe condiviso il fatto che bisogna ridefinire delle regole del gioco, sennò non si va mai avanti e il conto lo stanno già pagando i lavoratori. Avere una voce che ripropone il tema del lavoro non è più rinviabile".
Poi dedica uno sguardo alle donne. "Penso che uno dei problemi che ha l’Italia è stato quello dell’esclusione delle donne dai ruoli dirigenti e dai ruoli politici", ha detto Camusso. Se il 18 aprile, nella votazione per il Capo dello Stato, il primo nome che uscisse fosse quello di una donna, votato da tutti, "sarebbe una straordinaria novità. Sono convinta che le donne abbiano un marcia in più e una capacità di essere concrete nel vedere i problemi e nell’immaginarsi dove si vuole andare. Poi certo, le donne sono tante diverse fra di loro e c’è anche chi invece a questa modalità non partecipa".