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Martedì, 16 Aprile 2024
POLITICA

Niente tagli alle Province: resta tutto com'è

Il decreto che riorganizzava le Province italiane non sarà convertito in legge: ecco la prima vittima della crisi di governo. "Persa un'occasione importante"

ROMA - Parole, parole, parole, soltanto parole. C'era chi voleva abolirle del tutto e chi sperava di accorparle per risparmiare denaro. "Ce lo chiedono i cittadini, ce lo chiede persino l'Europa", dicevano. Alla fine, in perfetto stile gattopardesco, non è cambiato nulla e le Province italiane sono salve. Tutte salve. Il decreto che le riorganizzava, infatti, non sarà convertito in legge.

L'eccesso di emendamenti e i tempi stretti imposti dalla crisi di governo hanno affossato il riordino delle amministrazioni locali. E' quanto è emerso dalla seduta della commissione Affari costituzionali che si è tenuta ieri sera, preceduta da una riunione ristretta dal presidente di commissione Carlo Vizzini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi e il sottosegretario Antonio Maraschini.

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TROPPI EMENDAMENTI - Commissione e governo hanno preso atto della quantità di emendamenti e subemendamenti presentati al provvedimento (oltre 140 subemendamenti, a fronte dei 5-6 maxiemendamenti messi insieme dai relatori Bianco e Saltamartini) e hanno ritenuto che non fosse possibile approdare in aula oggi pomeriggio come stabilito dal calendario del Senato. La discussione sugli emendamenti avrebbe infatti procrastinato oltre misura i tempi per una possibile approvazione.

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"IL GOVERNO HA FATTO QUELLO CHE POTEVA" - "Il destino di questi mesi è di perdere occasioni importanti - ha commentato Vizzini - è stato fatto uno sforzo per trovare le condizioni complessive per approvare questo provvedimento atteso ma non è andato a buon fine". "Il governo - ha commentato Patroni Griffi - ha fatto quello che poteva. Oggi ha preso atto della situazione". A questo punto sarà necessario probabilmente escogitare una norma che coordini le disposizioni sulle province previste dal decreto salva Italia e dalla spending review. Ma sulla possibilità che questa norma sia inserita nella legge di stabilità Patroni Griffi non risponde: "Probabilmente ci sarà qualche intervento del governo ma ora non so rispondere".

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Prima che il premier Monti annunciasse le sue dimissioni, era stata presentata dal pidiellino Filippo Saltamartini a Palazzo Madama una pregiudiziale di incostituzionalità. Il destino del decreto sull'accorpamento delle Province, in un modo o nell'altro, era segnato.

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