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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il gioco delle due carte: il governo si riprende l'aumento in busta paga

Con la legge di stabilità il governo ha previsto il taglio di un punto percentuale delle detrazioni. Il provvedimento penalizza i redditi più bassi e annulla l'ultimo "regalo" in busta paga

ROMA - Il governo dà, il governo toglie. Dopo il "regalo" in busta paga di quest'anno - in media un aumento di 191 euro - fra pochi giorni entrerà in vigore l'ennesimo aumento delle tasse che potrebbe annullare o quanto meno depotenziare di molto lo slancio di bontà dell'esecutivo. La legge di Stabilità entrata in vigore il 27 dicembre scorso prevede infatti un nuovo segno più per le tasse a partire dal mese di gennaio del 2014. Il nuovo aumento potrebbe avere effetti depressivi e paradossali. 

Depressivi perché andrà a colpire e penalizzare i redditi più bassi senza attuare alcuna distinzione. Paradossale perché nelle intenzioni la nuova scure è stata partorita per consentire il taglio del cuneo fiscale. Quindi, se con una mano il governo ha messo 191 euro nelle tasche degli italiani - grazie al taglio del cuneo - con l'altra mano è pronta a prendersene altrettanti o quasi. 

Tutta colpa del "taglio lineare" delle detrazioni. Il meccanismo studiato è retroattivo e sarà operativo già tra qualche mese quando gli italiani faranno la dichiarazione dei redditi relativi al 2013. Abbassare i tagli di un punto - nel 2015 si scenderà di un altro punto arrivando al 17% - significa molto semplicemente meno soldi risparmiati e quindi più tasse per gli oltre 19 milioni di italiani che usufruiscono proprio delle detrazioni per abbassare l'Irpef da pagare.

Sottraendo dall'imposta tutto lo "scaricabile" con la quota al 19% gli sconti arrivavano a 28,8 miliardi: cioè 1.490 euro in media a testa. Soldi che, fino all'anno scorso, restavano nelle tasche dei contribuenti. Ma con la percentuale al 18% quest'anno le detrazioni saranno alleggerite di 288 milioni. L'unica via d'uscita possibile per evitare un taglio iniquo è concentrare le detrazioni in base alle fasce di reddito, ma dai primi calcoli del Tesoro in questo modo si arriverebbe alla metà della somma "desiderata" dal governo. 

Ecco perché la via più probabile al momento resta la sforbiciata cieca e generale. In totale, lo Stato risparmierà così 488 milioni nel 2014, 773 milioni nel 2015 e 565 dal 2016. Gli italiani, invece, pagheranno di più. Come sempre. 

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