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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

Totoministri: cosa cambia per il nuovo governo Meloni dopo le parole di Berlusconi su Putin

L'ultima uscita filo-putiniana potrebbe costare cara ad Antonio Tajani, principale sponsor dell'appeasement con Fratelli d’Italia e fino a ieri candidato stra-favorito per la Farnesina. L'opzione di affidare gli Esteri a Forza Italia inevitabilmente torna in discussione, anche se tra mezze smentite e precisazioni, il quadro si dovrebbe ricomporre

La soluzione al totoministri è vicina ma non vicinissima. L'ultima uscita filo-putiniana di Silvio Berlusconi potrebbe costare cara ad Antonio Tajani, numero due del partito, principale sponsor dell’appeasement con Fratelli d’Italia e fino a ieri candidato stra-favorito per la Farnesina. L'opzione di affidare gli Esteri a Forza Italia inevitabilmente torna almeno in discussione, anche se tra mezze smentite e precisazioni, il quadro si dovrebbe ricomporre.

Tajani rischia il ministero degli Esteri dopo le parole di Berlusconi su Putin

Lui, il coordinatore azzurro Antonio Tajani, che oltre che ministro degli Esteri dovrebbe diventare anche vicepremier, non si sbilancia: "Sono solo un chierichetto, chi entra Papa esce cardinale...", ha detto ieri in Transatlantico. "A trattare sono Meloni e Berlusconi...", ha chiarito Tajani per il quale "ci vorranno ancora due-tre giorni" per risolvere il puzzle della squadra di governo. Le bottiglie che sarebbero state regalate da Putin a Berlusconi? "Roba vecchia, del 2008", assicura rispondendo ai cronisti, a proposito del racconto fatto dal leader Fi ai deputati. Incontrando il gruppo, l'ex premier aveva parlato dei suoi rapporti con il leader russo e di un regalo, accompagnato da una lettera "dolcissima", alla quale lui ha risposto con "lambrusco e una lettera altrettanto dolce: sono stato dichiarato da lui - rivendica - il primo dei suoi 5 veri amici". 

Forza Italia tenta la via della smentita. Ma l’audio dell’intervento di Berlusconi all’assemblea dei deputati non lascia spazio a molti dubbi. "Berlusconi nomina i ministri al posto di Mattarella e dichiara di aver 'riallacciato' i rapporti con Putin. Chissà cosa ne pensa il 'neoministro' Tajani che dovrebbe garantire la linea euro-atlantica. La verità è che Fi è oramai un partito completamente allo sbando" commenta via Twitter il segretario di Azione Carlo Calenda. Le sfide più o meno velate o consapevoli all'atlantismo di Silvio Berlusconi e del presidente leghista della Camera Lorenzo Fontana ("Con le contro-sanzioni che ci fa la Russia noi potremmo cedere prima di loro perché la nostra popolazione è meno abituata di quella russa a soffrire", ha detto ieri l'ultraleghista eletto alla presidenza della Camera ) piazzano ostacoli inattesi sulla strada della formazione del nuovo governo.

In serata arriva poi una nuova nota che non smentisce l'ex premier ma corregge il tiro: la posizione di Forza Italia e Berlusconi rispetto alla guerra è "in linea con la posizione dell’Europa e degli Stati Uniti, ribadita in più e più occasioni pubbliche". Le parole di Berlusconi, vera e propria scheggia impazzita in questa fase, non sono certo rassicuranti sul fronte della politica estera anche perché anche l’altro alleato di Fdi nel centrodestra, Matteo Salvini, in più occasioni ha espresso le sue perplessità sull'invio continuato di armi a Zelensky e sul rischio "boomerang delle sanzioni".

Meloni dovrà sgombrare il campo dalle diffidenze

Fabio Rampelli, che in Fratelli d'Italia è forse la figura più vicina a Meloni, prova poi a calmare le acque a tarda sera. Berlusconi "come tutti ha avuto rapporti con Putin per avvicinarlo alle democrazie occidentali ma quella fase storica è finita ora c'è un solco incolmabile". Basterà?

Giorgia Meloni dovrà sgombrare il campo dalle diffidenze di Washington e dei partner europei sulle ambiguità dei suoi alleati. Tajani, se sarà ministro degli Esteri, dovrà pure farsi carico, in una fase internazionale quanto mai delicata, delle contraddizioni presenti nel suo partito e spiegare all'estero una doppiezza berlusconiana nei rapporti con Putin che, evidentemente, esiste. Solo un mese fa il leader di Forza Italia in tv aveva detto che "Putin è stato spinto a fare questa operazione speciale in Ucraina" per "sostituire il governo Zelensky con persone perbene". Fioccarono poi precisazioni e mezze smentite. Anche allora Tajani ci dovette mettere una pezza: "Bisogna ascoltare tutta l'intervista e non estrapolare una frase con la quale si sintetizzava un'analisi di quello che accadeva a Mosca, non quello che pensava Berlusconi. La posizione è molto chiara, non c'è possibilità di dibattito con la Federazione Russa, la Russia ha invaso l'Ucraina, la condanna è netta, totale, non può essere cambiata la posizione. Noi stiamo dalla parte della Nato, dell'Occidente, dell'Unione Europea e degli Stati Uniti", spiegò il numero due di Berlusconi. Teatrini simili si ripeteranno anche quando, a meno di scossoni, sarà il ministro degli Esteri della Repubblica italiana e in contemporanea anche vicepremier? In fondo, Forza Italia è Silvio Berlusconi. Il partito non ha più una vera e propria classe dirigente stabile come vent'anni fa, ed è un covo di malumori. L'audio su Putin è stato fatto uscire ad hoc da un'assemblea in cui erano presenti solo i parlamentari di Forza Italia, in fondo. 

Totoministri

Non ci sono solo gli Esteri in ballo. Un altro scoglio, grosso, è la Giustizia, che Berlusconi considera ormai un dicastero assegnato all'ex presidente del Senato Casellati (Fi), mentre il candidato ideale secondo Fratelli d'Italia resta Nordio. Giorgia Meloni per ora si trincera nel silenzio e nelle dichiarazioni "standard". Si tratta.

Il leader della Lega Matteo Salvini incontrerà oggi la premier in pectore "pronto a fare la voce grossa che a questo punto si rende necessaria" per rilanciare la richiesta del Carroccio di guidare il Viminale nel prossimo governo. E e di "non rinunciare" alla richiesta di esprimere il ministro delle Politiche Agricole. Lo hanno riferito ieri sera ad Askanews fonti autorevoli della Lega, indicando in questi due dicasteri le "richieste ancora in campo" da parte di via Bellerio. "Non accettabili" vengono infatti considerate da Salvini e dalla Lega le richieste che sarebbero arrivate di rinunciare sia al ministero degli Interni che a quello dell'Agricoltura.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe avviare le consultazioni già giovedì pomeriggio oppure venerdì mattina: in tal caso dovrebbe poi convocare la leader di FdI già venerdì sera per affidarle l'incarico di formare il nuovo governo. 

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