rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
ILVA / Taranto

Sui muri di Taranto il dramma di una città

"Papà, non buttarti giù". E' l'appello di un figlio a suo padre, da giorni in protesta a 60 metri di altezza sull'altoforno 5 dell'Ilva. E mentre in città continua la spaccatura tra "chi di Ilva vive" e "chi di Ilva muore" - rappresentata con slogan su muri e striscioni - dalla Cisl arriva un nuovo allarme: "Polveri sui banchi di scuola"

Un scritta. Drammatica e romantica al tempo stesso. "Papà non buttarti giù".

Taranto si è svegliata così, con l'appello di quello che resta semplicemente un figlio al padre operaio che da martedì scorso vive, dorme e mangia lassù, a 60 metri di altezza, sulla torre di smistamento dell'Altoforno 5. Oppure a 30 metri sul camino E312.

Il tutto, appena sopra un'altra scritta, stavolta drammatica e polemica, tanto contro la politica che contro l'azienda che contro la magistratura, 'colpevole' di aver fermato i lavori dell'Ilva per "disastro ambientale". Sulla balaustra di quella che è la torre industriale più alta d'Europa si legge "Noi strumentalizzati da lavoro e salute, voi da chi"?

Ma la scritta di stanotte, sul muro di cinta dello stabilimento Ilva, a ridosso dell'Altoforno 5 e del camino E312 dell'area agglomerato, dove altri operai sono sospesi a 30 metri di altezza, "Papà non buttarti giù", fa male. 

Muri e striscioni raccontano il dramma di Taranto

Fa male perché a scrivere l'appello è sicuramente il figlio di uno dei manifestanti. Fa male perché quel figlio è l'emblema di Taranto, una città sotto scacco. Lavoro da una parte. Salute dall'altra. Due diritti che nella città dell'Ilva non si sono mai incontrati. E anche oggi sono distanti anni luce se è vero che ormai la spaccatura non è solo tra lavoratori e 'ambientalisti' - semplicemente i cittadini di Taranto che non accettano di continuare a morire di tumore - ma anche tra gli stessi operai dell'Ilva.

Ilva, 10 operai si incatenano sulla torre dell'altoforno | INFOPHOTO

LA SITUAZIONE. Mentre da giorni decine di operai si danno il cambio in cima al camino E312 e alla torre dell'Altoforno 5, dai quali "non scenderemo fino a quando il percorso amministrativo dell'Autorizzazione integrata ambientale non sarà compiuto", l'attesa è tutta per il giorno del rilascio dell'autorizzazione.

Il rilascio dell'Aia è previsto nella conferenza dei servizi di metà ottobre a Roma. E qui saranno inserite regole e prescrizioni alle quali l'azienda sarà chiamata ad attenersi. Il che significa che in quel momento sarà chiara la situazione e sarà possibile iniziare a gettare le basi per il risanamento dell'Ilva di Taranto, "possibilmente" spiegano i sindacati "senza fermare la produzione, con inevitabili conseguenze in termini di posti di lavoro". 

MANIFESTAZIONE "SPACCATA" A ROMA. E proprio nei giorni della conferenza dei servizi i lavoratori di Fim Cisl e Uilm Uil hanno annunciato una grande manifestazione a Roma, protesta dalla quale si è già dissociata la Fiom Cgil che, come ha spiegato il suo segretario, Maurizio Landini, "non intende alimentare nessuna contrapposizione tra diritto al lavoro e diritto alla salute", ergo tra azienda e magistratura. Non solo sindacati, però. Analogo rilievo viene dato all'Aia anche dalla Regione Puglia che, attraverso l'Arpa, ha avanzato una serie di proposte e chiesto che l'Aia tenga conto delle prescrizioni del gip nell'ordinanza con la quale, a fine luglio, ha sequestrato l'area a caldo dell'Ilva.

MALORI PER I BAMBINI. SI SPACCA ANCHE LA UIL?. E mentre la Uilm Uil continua la sua partita incentrata principalmente sul diritto al lavoro per le famiglie che vivono di Ilva, ecco che è dalla Uil di Taranto che arriva un'altra bordata all'azienda. E' il segretario generale di Taranto, Giancarlo Turi, a suonare l'allarme. In una lettera inviata ad amministratori di enti pubblici e dirigenti scolastici, Turi chiede "di intensificare, con l'integrazione dell'organico dei collaboratori scolastici, l'opera di pulizia delle scuole del rione Tamburi" dove nei giorni scorsi "sono stati segnalati malori che potrebbero essere collegati all'inquinamento causato dall'Ilva". 

Il documento è stato inviato, tra gli altri, all'assessore regionale al Diritto allo studio, al dirigente vicario dell'Ufficio scolastico regionale, Ruggiero Francavilla e al sindaco di Taranto, Ippazio Stefano.  "Gli effetti dell'inquinamento - osserva Turi - riguardano anche gli alunni delle scuole del nostro territorio, con particolare riferimento a quelle che insistono in zone attigue agli impianti industriali e, soprattutto, quelle più a ridosso dei parchi minerali. Infatti, tra le macroproblematiche emerge, in particolare, uno de fenomeni più visibili dell'inquinamento provocato dall'Ilva, ossia lo spolverio dei parchi minerali''. 

Secondo Turi, l'integrazione dell'organico dei collaboratori scolastici "potrà significare un concreto ed efficace strumento di prevenzione ed un significativo segnale di sensibilità e di attenzione dello Stato, in tutte le sue articolazioni, verso un territorio ingiustamente martoriato".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sui muri di Taranto il dramma di una città

Today è in caricamento