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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Torino

Tav, il M5s non lascia spazi di manovra: "Non si farà, altrimenti ci schiantiamo"

A giorni la decisione definitiva. Il senatore del M5s Airola: "Toninelli è in difficoltà perché la Lega insiste, ma non si fa e basta". E ricorda: "Siamo entrati nelle istituzioni grazie ai valsusini, non si transige". Nuovo confronto: 5 miliardi per finirla, 4 miliardi per stopparla

La decisione definitiva del governo sulla Tav arriverà a giorni, al massimo entro la fine della prossima settimana. E dal Movimento 5 stelle arrivano indicazioni chiare: non c'è spazio per una trattativa. Sulla Tav "non ci sono spazi di contrattazione. O il M5S dice no oppure sarò io a dire ciao al Movimento". Lo dice in un'intervista all'Adnkronos il senatore Alberto Airola. Il parlamentare piemontese ha fatto della battaglia contro l'alta velocità Torino-Lione una delle stelle polari della sua azione politica e non le manda a dire alla Lega, che sul tema cerca una mediazione con il Movimento 5 Stelle. "Non so quanto questa vicenda possa essere legata alle elezioni (europee, ndr)- osserva -. Credo che il Carroccio su questo tema voglia fare campagna elettorale, in modo un po' becero a mio avviso".

Tav, il M5s chiude al dialogo: "Non si farà"

Il premier Conte sta studiando il dossier. Inoltre sta per arrivare un supplemento di analisi sui costi e benefici per l'Italia, fa sapere il professor Marco Ponti. Poche ore fa il ministro M5s delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha annunciato che "entro la prossima settimana" il governo prenderà una decisione per sciogliere definitivamente il nodo Tav. C'è cautela nel Carroccio, il sottosegretario leghista Armando Siri ostenta fiducia e assicura: "Stiamo ragionando e stiamo trovando le sintesi giuste per fare il bene del Paese. Non vedo gamberi nel governo, gente che torna indietro". Airola però non vuole sentire ragioni: "Toninelli è sicuramente in difficoltà perché la Lega insiste" ma "è giusto porre un punto fisso perché, come ho detto milioni di volte, il Tav è una cosa che abbiamo sempre osteggiato: non si fa e basta, spazi di manovra non ce ne sono". Ma se il M5S dovesse aprire una trattativa, lei come si comporterebbe? "In quel caso me ne vado dal Movimento. E sono convinto che me ne vado col simbolo. Sarò più meritevole di loro di portare il simbolo del M5s se si apre una trattativa", risponde senza titubanze.

Se il Movimento 5 stelle dovesse lasciare spiragli per un dialogo, dice Airola all'Adnkronos, "si schianterebbe definitivamente. Non sarebbe più 5 Stelle, perderebbe la fiducia del popolo, la sua identità". "Noi - insiste il senatore torinese - siamo entrati nelle istituzioni grazie ai valsusini: uno dei primi eletti del Movimento è stato Davide Bono nel 2010, col 3% alle regionali, grazie ai voti della Valsusa. Beppe Grillo si è preso anche una denuncia per quella battaglia. Per me non si transige".

La Tav non si deve fare anche secondo il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli, che parlando a 'Otto e mezzo' su La7 dice sostanzialmente le stesse cose di Airola. "Abbiamo sempre detto che il Tav è un'opera inutile e quindi oggi come allora, supportati dall'analisi costi-benefici, diciamo che non si deve fare. Anche perché sono più urgenti altre opere, ad esempio contro il dissesto idrogeologico del nostro Paese".

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Nell'infografica realizzata da Centimetri il saldo tra costi e benefici del progetto Torino-Lione secondo l'analisi commissionata dal Ministero dei Trasporti. ANSA/CENTIMETRI

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Cinque miliardi per finire la Torino-Lione, quattro miliardi per stopparla e chiudere i buchi nelle montagne, questo al netto di eventuali ricorsi e di un intervento della giustizia europea. I cantieri durerebbero circa 12 anni. Sono queste le conclusioni del confronto "Torino-Lione, fondamenti tecnici dell'analisi costi benefici", organizzato dalla fondazione Collegio Carlo Alberto di Torino, ente strumentale della Compagnia di San Paolo, che ha invitato l'uomo dell'analisi costi-benefici Marco Ponti a un confronto con accademici esperti di trasporti. Tra loro Andrea Boitani dell'università Cattolica di Milano, Massimo Florio dell'universita' di Milano e Marco Percoco della Bocconi. Mentre Ponti era accompagnato da Francesco Ramella dell'equipe di esperti che hanno redatto l'analisi. Il confronto è stato franco.

Boitani ha criticato puntualmente il metodo usato da Ponti per l'analisi costi benefci, ma secondo Ponti la Tav ha costi superiori ai benefici; e se gli chiedete se all'Italia conviene bloccarla replica asciutto: "Non è mio compito dirlo". Ramella ha spiegato che il numero medio di passeggeri che giustifica una nuova linea ferroviaria si aggira attorno ai 7 milioni. Tra Torino e Lione invece si muoveranno 600mila persone. "Troppo poco per una ferrovia che costa 180 milioni di euro a chilometro", ha aggiunto.

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Confindustria Italia e Confindustria Francia: "Sì alla Tav"

Tra Confindustria e Medef, la confindustria francese le convergenze sulla Tav "sono totali", e non è certo una sorpresa. Il presidente Vincenzo Boccia. "Sicuramente le convergenze tra le due confindustrie sono totali sulla Tav. La sostanza è che quell'opera significa un collegamento tra i due Paesi, un'idea di una infrastruttura simbolo da parte di una società. La Torino-Lione è una delle grandi questioni che affronteremo, su cui chiaramente c'è convergenza con il Medef", ha spiegato Boccia.

"Hanno ragione gli imprenditori a criticare l'analisi costi-benefici sulla Tav perchè loro dalla Torino-Lione hanno solo dei benefici e non ne pagano i costi, che sono pagati invece dai contribuenti italiani, francesi ed europei". ha detto Marco Ponti, a margine dell'incontro di Torino. "È ovvio - ha osservato il professore - che gli industriali avendone dei benefici e pagandone una quota piccolissima dei costi difendano la loro posizione. Tra le grandi opere, non è tra le più costose. È un caso nazionale, ma non meritava di esserlo". "Noi diamo un giudizio tecnico, ma la scelta finale deve essere politica".

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No Tav in festa a Torino (foto da notav.info)

Mugnai (Fi): "Governo sta solo perdendo tempo"

"Dopo otto mesi diventa difficile continuare a governare il Paese attraverso tweet, con soluzioni semplicistiche perché poi la realtà presenta il conto - dice  Stefano Mugnai, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, intervenendo a Rainews24 - Quando si è al governo si deve decidere. E quando governano due forze politiche con visioni dell'oggi e del domani completamente diverse diventa complicato assumere decisioni nette. Il governo deve dire parole chiare su partite strategiche come le infrastrutture, la Tav, l'autonomia. I cittadini di alcune importanti regioni si sono già espressi con il referendum. Finora si è solo perso tempo, si sono disattesi i termini per fare ciò che il governo doveva fare e oggi Conte ci racconta che perderemo altro tempo".

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