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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Tav, l'analisi costi benefici boccia l'opera: "Uno spreco di soldi pubblici"

Verdetto impietoso dagli esperti: "La realizzazione della Tav comporterà uno spreco con pochi precedenti nella storia italiana"

L'analisi costi-benefici sulla Tav è arrivata e non porta con sé buone nuove. Secondo il documento commissionato dal Ministero dei Trasporti ed elaborato dal professor Marco Ponti, la realizzazione dell'alta velocità tra Torino e Lione "comporterebbe uno spreco di soldi pubblici con pochi precedenti nella storia italiana. Nel migliore dei casi si arriva a un effetto negativo (sbilancio tra costi-benefici di 5,7 miliardi, nel peggiore si sfiorano gli 8 miliardi; in quello ''realistico'' si arriva a 7 miliardi tondi''.

Tav, l'analisi costi benefici miope che dimentica futuro e ambiente

Ponti e colleghi -si legge nel rapporto pubblicato sul sito del Mit- utilizzano due scenari: nel primo scenario si assume che il traffico merci ferroviario fra Torino e Lione (oggi fermo ai livelli del 2004 e inferiore a 20 anni fa) si moltiplicherebbe di 25 volte, passando dai 2,7 milioni di tonnellate annue del 2017 ai 51,8 del 2059; i passeggeri diurni sui percorsi internazionali passerebbero invece da 0,7 a 4,6 milioni e quelli regionali raddoppierebbero dagli 4,1 a 8 milioni all'anno. Questo miracolo avverrebbe grazie allo ''spostamento modale'' dalla strada (e dall'aereo per i passeggeri) alla ferrovia che sarebbe innescato dall'opera.

Si basa su tre assunti considerati ''inverosimili'' da Ponti & C.: un tasso di crescita dei flussi del 2,5% annuo; che la nuova linea ferroviaria acquisisca un flusso pari al 18% di quanto oggi transita via Svizzera (Sempione e Gottardo), al 30% dei flussi stradali che transitano al confine di Ventimiglia - distante 200 chilometri -al 55% di quelli del traforo del Fréjus e al 40% di quelli del Monte Bianco. Nonostante i numeri stellari, l'analisi di redditività dei tecnici risulta assai negativa. Con riferimento ai costi ''a finire'', cioè escludendo gli 1,4 miliardi già spesi in studi, scavi geognostici e progetti, il Valore attuale netto economico dell'investimento (Vane) risulta negativo per 7.805 milioni di euro; quello a costo completo arriva a -8.760 milioni.

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Tav, analisi costi-benefici: il documento integrale

Tav, il conto preciso non lo ha nessuno

Nel secondo scenario le stime vengono rese più realistiche. Il tasso di crescita dei flussi si riduce all'1,5% annuo, si assume che per le merci lo spostamento da strada a ferrovia non interessi i segmenti di percorso più lontani dal tunnel e che la domanda generata per il segmento di lunga percorrenza sia pari al 50% di quella esistente (invece del 218%) e quella dei passeggeri regionali al 25% (invece del 50%). Il risultato è di un Vane negativo: -6.995 milioni considerando i costi ''a finire''e -7.949 milioni qualora si faccia riferimento al costo intero. Senza la tratta nazionale si passa a -6.138 milioni e -7.093 milioni.

L'analisi tecnico-giuridica arriva, nello scenario peggiore, a quantificare costi per circa 1,7 miliardi. I numeri arrivano tutti dal costruttore italo-francese Telt: dai 135 ai 405 milioni per rescindere i contratti già firmati per servizi di ingegneria e lavori; da 16 a 81 milioni come ''penalità'' per la violazione del Grant Agreement del 2015 che disciplina i finanziamenti dell'opera, anche quelli Ue; 400 milioni in caso di ''integrale rivalsa'' della Francia sui costi già sostenuti; 535 milioni di fondi già versati dall'Unione europea dal 2001 al 2015; altri 682 milioni che Bruxelles non verserà all'Italia visto che non farà l'opera, di questi, 297 sono destinati alla Francia e per questo Parigi potrebbe ''avanzare pretese risarcitorie'', anche se l'analisi spiega che difficilmente la pretesa ''raggiungerebbe l'intero ammontare''. A conti fatti  si arriva a un massimo di 1,7 miliardi nel peggiore dei casi, nel migliore di 1,3, anche se il dossier ammette che si tratta di ipotesi ''ipotetiche '', seppur ''prudenziali''. Il conto preciso, infatti, non lo sa nessuno. Grandi gare d'appalto per i lavori del tunnel non sono state ancora bandite (Toninelli le ha congelate in accordo con Parigi), il Grant agreemen prevede che ''nessuna delle parti è autorizzata a chiedere un risarcimento in caso di risoluzione dell'opera da parte di uno dei contraenti''; e che l'Ue chieda indietro i fondi spesi è un'ipotesi considerata remota anche a Bruxelles.

Tav, analisti tecnico-giuridica: il documento integrale

L'analisi del governo sui costi-benefici della Tav "è una truffa" secondo il commissario straordinario per l'asse ferroviario Torino-Lione Paolo Foietta. "Mi riservo di vedere nel dettaglio i numeri - spiega -, ma mi sembra che dalla farsa si sia passati alla truffa. E' un'analisi realizzata per far quadrare i conti in base a quello che vuole il padrone. I costi sono ampiamente gonfiati e si sottovalutano i benefici ambientali e sociali".

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Tav, Toninelli: "Valutazione negativa non è contro l'Ue o la Francia"

"La valutazione negativa della Torino-Lione che emerge dall'analisi, voglio dirlo in modo chiaro, non è contro la Ue o contro la Francia. Essa si configura piuttosto come un prezioso elemento di informazione per indicare a tutti gli interlocutori l'opportunità di verificare se esistano impieghi migliori delle risorse che sarebbero destinate al progetto". Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli commentando l'analisi costi e benefici che è stata pubblica oggi dal Mit.

"Secondo il soggetto proponente, grazie alla nuova linea i flussi di merci su ferro - sottolinea ancora Toninelli - dovrebbero moltiplicarsi magicamente di ben 25 volte da qui al 2059. In realtà, i numeri ci dicono che dovremmo spendere oltre 5 miliardi di fondi pubblici per spostare dalla strada alla ferrovia, se va bene, 2mila o 3mila tir al giorno, quando sulla Tangenziale di Torino, per dare un termine di paragone, passano quotidianamente 60mila mezzi pesanti. Voglio ribadirlo: Lione è una bellissima città, ma è evidente che ci siano altre priorità infrastrutturali in questo Paese". Qualcuno, rileva il ministro, "ha polemizzato sull'inserimento, nella valutazione, delle accise sulla benzina che lo Stato perderebbe con il modesto cambio modale. Vorrei far notare che nello scenario 'realistico' dell'analisi costi benefici, le accise pesano appena per 1,6 miliardi e non sono certo decisive nel far pendere l'ago della bilancia dalla parte dei costi (opera negativa per 7 miliardi)".

In più, prosegue Toninelli, "ricordo ai favorevoli all'opera che questo parametro era ben presente nell'analisi del 2011, dunque Chiamparino e gli ultrà che traggono ragione di esistere dal Tav non hanno di che stracciarsi le vesti". Anzi, il bilancio economico per gli Stati, sottolinea Toninelli, "era assai più disastroso in quello studio: -7 miliardi per i mancati incassi fiscali sui carburanti. Infine, il minor gettito da accise è considerato un costo anche nelle linee guida francesi e comunque c'è un ampio consenso internazionale attorno a questa scelta metodologica, sulla quale non mi sarei comunque mai sognato di forzare o comprimere la totale libertà dei tecnici da me incaricati".

Tav, Di Maio resta al Mise

Niente vertice a palazzo Chigi per il ministro Luigi Di Maio, che è rimasto al ministero dello Sviluppo Economico e ha delegato  ministro Riccardo Fraccaro a partecipare alla riunione al posto suo. Al vertice hanno pertecipato il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Matteo Salvini, i ministri Enzo Moavero Milanesi, Fraccaro e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.

Tav, il testo condiviso con la Francia

Prima della validazione e pubblicazione da parte del governo italiano il testo dell'analisi costi benefici è stato condiviso con il governo francese, come concordato dai ministri Borne e Toninelli. La bocciatura da parte dei tecnici era nell'aria, anche se ieri sera il premier Conte aveva chiarito che "un potenziale 'no' all'alta velocità non rappresenterebbe un 'no' alle infrastrutture in generale".

Torino, in 30mila per dire sì alla Tav (FOTO ANSA)

Tav, l'ultimatum dell'Ue e il rischio di perdere i fondi

Il governo dovrà comunque decidere "il prima possibile" che cosa intende fare per la Tav Torino-Lione. L'ultimatum arrivato qualche giorno fa da Bruxelles parla chiaro: se Roma deciderà di non procedere, i fondi Ue potrebbero essere destinati ad altri progetti, probabilmente non in Italia, magari a finanziare la creazione di collegamenti marittimi con l'Irlanda (con porti francesi, belgi ed olandesi), necessari per via della Brexit (ora il corridoio di collegamento tra l'Ue e la Repubblica d'Irlanda passa dal Regno Unito).

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Intanto, l'opposizione va all'attacco: "Ora che le elezioni abruzzesi si sono svolte, la smettano con la pantomima elettorale - ha detto il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino -. Il governo decida una volta per tutte, così sarà chiaro chi vuole mettere il Piemonte in un angolo e chi invece lavora per la crescita, la sicurezza, l’ambiente". E anche il capogruppo Dem in commissione Politiche europee alla Camera, Piero De Luca ha sottolineato che "come emerge dell’audizione della Corte dei conti europea alla Camera, se l’Italia bloccasse il progetto Tav Torino-Lione, sarebbe forte il rischio che l’Unione europea possa chiedere al nostro Paese la restituzione dei 700 milioni di euro già spesi e svincolare gli ulteriori 2,7 miliardi di euro stanziati per l’opera".

No Tav, protesta a Torino del 22 maggio 2017 (Foto TorinoToday)

Salvini: "Tav serve agli italiani"

Sulla Tav anche Salvini, ospite a 'Porta a Porta' ha ribadito che "serve di terminare quello che abbiamo iniziato, non perché ce lo chiedono i francesi ma perché serve agli italiani". "Stanotte non dormirò per leggere l'analisi costi benefici, anzi la leggo domattina" ha annunciato ancora il vicepremier. Oggi dunque, salvo ripensamenti, tutti i nodi verranno al pettine.

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