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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Tav esiste già, Salvini se ne accorge: "Demenziale non finirla"

In attesa dell'analisi costi benefici che il contratto di governo ha posto sul tavolo dell'inciucio legastellato, il leader del Carroccio passa in esame gli effetti di un eventuale stop all'opera come caldeggiato dai 5 stelle

Secondo i 5 stelle la Tav che oggi Salvini ha visitato non esiste. In effetti il tunnel esplorativo visitato oggi dal ministro dell'interno è servito a dimostrare come sul percorso della galleria di base della Tav non vi siano né amianto né uranio costituirà solo la galleria di servizio dell'infrastruttura che assicurerà all'Italia di restare ancorata all'economia europea.

Secondo i dati ufficiali – aggiornati al 31 ottobre 2017 e pubblicati a marzo 2018 nel Quaderno 10 dell’Osservatorio – sono stati scavati oltre 21 chilometri di gallerie tra cui il cunicolo esplorativo della Maddalena di Chiomonte in Italia terminato a febbraio 2017.

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"Tornare indietro" e riempire i tunnel a spese degli italiani "mi sembra demenziale". Matteo Salvini da Chiomonte in visita al cantiere della Tav ribadisce l'importanza del nuovo tunnel ferroviario che dovrà sostituire l'obsoleto Frejus costruito da Cavour e assicurare all'Italia un collegamento via ferro con l'Europa. 

In attesa di un'analisi costi benefici che il contratto di governo ha posto sul tavolo dell'inciucio legastellato, il leader del Carroccio passa in esame gli effetti di un eventuale stop all'opera come caldeggiato dai 5 stelle (che in Val Susa sono diventati primo partito proprio sostenendo lo stop all'infrastruttura).

"Rinunciare a 50 mila posti di lavoro e mettere in crisi molte imprese mi sembra poco sensato"

"L'Italia non può permettersi di rimanere isolata dall'Europa mentre gli altri vanno avanti - sottolinea Salvini - rischiamo di avere meno crescita e meno export".

Matteo Salvini ha ribadito in che modo il Governo punti a "rivedere" il progetto Tav, magari tagliando i costi eccessivi come "la stazione di Susa e alcuni interventi in territorio italiano. "A occhio si puo' risparmiare almeno un miliardo di euro che si può reinvestire per la metropolitana di Torino (come richiesto da Di Maio, Ndr) per l'impatto ambientale e per il sostegno ai comuni interessati dall'opera".

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Secondo i dati presentati da Salvini la nuova ferrovia ad alta capacità tra Torino e Lione aiuterà a togliere un milione di tir dalle autostrade, ovvemo meno inquinamento e meno tonnellate di Co2 nell'aria"

"L'auspicio è andare avanti perché fa bene all'economia dell'Italia e all'ambiente, sospendere l'opera costa di più che andare avanti e se va bene costa uguale".

Secondo Salvini inoltre le manifestazioni No Tav contro il cantiere di Chiomonte hanno causato extracosti di oltre 60 milioni di euro. "Sono qui da ministro dell'Interno per portare la vicinanza del governo alle forze dell'ordine che da anni sono impegnati qua, ci sono stati quasi 400 feriti grazie a quei cretini dei centri sociali".

Tav, che cosa dicono le carte

A quasi trent'anni dall'avvio del progetto della linea ad alta velocità Torino-Lione non sono state realizzate che alcune opere preparatorie. Durante l'ultima legislatura sono stati autorizzati dal Parlamento "l'avvio dei lavori definitivi della 'sezione transfrontaliera" con la ratifica degli accordi presi dai governi di Italia e Francia.

Ora il nuovo governo, in particolare il ministro dei Trasporti Toninelli, ha più volte sostenuto di voler "rivedere il progetto della Tav" anche alla luce di un documento prodotto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, [PDF qui], in cui l'osservatorio sulla Tav riconosce come il progetto della nuova linea Torino – Lione approvato da Francia e Italia sia basato su stime sbagliate e previsioni "smentite dai fatti".

Tav, quanto costa e chi paga

Per la Torino Lione l'Unione Europea ha stanziato 813 milioni di euro, ma l'Italia potrebbe perderli se non verranno fatti passi avanti significativi. Come riporta Europa Today l'avvertimento è stato lanciato da Violeta Bulc, commissario europeo ai Trasporti.

Tuttavia la Commissione Europea ufficialmente non si è esposta sulle conseguenze di un'eventuale decisione del governo di ritirarsi dall'opera che ha un costo totale stimato di 8,6 miliardi di euro, finanziato per la maggior parte dagli investimenti stanziati nel bilancio pluriennale dell'Ue.

Attualmente i cofinanziamenti europei coprono il 41% dei lavori concordati tra Italia e Francia che ammontano a quasi 2 miliardi di euro.

"Ovviamente, i finanziamenti vanno ad opere che verranno realizzate: non si possono finanziare progetti che non vengono realizzati, come è logico", ha spiegato il portavoce della Commissione Europea facendo intendere come gli stanziamenti possano essere revocati.

Perché l'Europa sostiene la Tav 

Secondo l'Unione Europea circa 4 milioni di camion all'anno attraversano longitudinalmente la Val Padana e non c'è una ferrovia che possa consentire di spostare una parte consistente di queste merci dal trasporto su gomma a quello su ferro. La Torino-Lione è concepita per questo, per diminuire l'inquinamento e per decongestionare il traffico delle autostrade della Pianura Padana.

La Commissione stima che il progetto sosterrà la crescita economica a livello regionale e locale, con la creazione diretta e indiretta di circa 15mila posti di lavoro, nelle imprese e nel turismo.

L'opera dovrebbe essere completata tra il 2027 e il 2030: fa parte del Mediterranean Core Network Corridor, uno dei pilastri della politica comunitaria Ten-T. La Lione-Torino è indicata come una sezione chiave per il finanziamento della Connecting Europe Facility (Cef), strumento Ue che finanzia lo sviluppo di reti di trasporto. Come ogni altro progetto della Cef, ritardi nella realizzazione della Torino-Lione potrebbero portare alla riduzione del relativo finanziamento Ue.

Anche i sindacati sono contrari a bloccare i lavori della Tav

Se da un lato del governo il Movimento 5 Stelle - con il ministro delle Infrastrutture Toninelli - si chiede se abbia "senso o meno portare avanti un'opera nata male", Salvini con la Lega che si è sempre detta contraria a fermare il cantiere.

Ora anche i sindacati si appellano al governo per scongiurare lo stop ai lavori. "Fermare tutto sarebbe sbagliato. Il Paese ha bisogno di grandi infrastrutture" spiegano in una nota congiunta, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, segretari generali di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil.

"L'alta velocità-alta capacità, così come il passaggio da gomma a ferro o ai corridoi del mare, sono una sfida fondamentale per un Paese che muove ancora il 90% delle merci con un inquinante e costoso trasporto su tir. La connessione con i grandi corridoi europei è parte indissolubile del rilancio delle nostre aziende manifatturiere e non solo e per rompere l'isolamento delle aree interne".

Tav, costa di più bloccarla che non proseguirla?

Secondo i sindacati le conseguenze dello stop ai lavori provocherebbero un triplice danno: oltre a perdere una infrastruttura strategica, per i cittadini italiani si avrebbe la beffa di dover pagare le penali contrattuali, scontando in futuro inoltre la mancanza di competitività.

"Vale per la Torino-Lione, vale per il terzo valico e la Gronda, per il Brennero, per la Napoli-Bari, per la Sassari Olbia o la Siracusa-Gela, vale per decongestionare nodi ferroviari fondamentali come Firenze o per potenziare la nostra capacità di guardare al mediterraneo, vale per la Ionica e per il potenziamento della linea Adriatica. Vale per la realizzazione di quanto previsto dai contratti di programma di Ferrovie o di Anas, gli unici miliardi di euro veri messi a disposizione per gli investimenti. Si mettano cioè i bisogni del Paese prima di campagne elettorali permanenti che non servono a lavoratori e cittadini".

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