rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Italia

Tav, Tap e Muos: tutti i no che i 5stelle rischiano di rimangiarsi

Non ci sono solo il Tap e la Tav a incendiare gli animi all'interno del Movimento 5 stelle: dopo gli scontri sul gasdotto pugliese e la ferrovia Torino-Lione ad alta velocità, la nuova grana dei grillini porta il nome di Muos

Le ultime rilevazioni Istat ci dicono che il Paese si è fermato, il Pil non cresce più e le imprese private hanno deciso di stare ferme in attesa di capire ciò che accadrà nei prossimi mesi. L'arma che ha il governo - e con cui ha difeso la manovra a Bruxelles - è quella degli investimenti. Se vogliamo il crollo del ponte Morandi a Genova ha rialzato l'attenzione sul tema delle grandi opere, di manutenzione delle esistenti infrastrutture, anche grazie alla mano pubblica. 

L'empasse economico è diretta conseguenza di quello politico: a solo titolo di esempio prenderemo in considerazione tre delle grandi opere (pubblico e private) che sono più divisive anche in seno agli stessi partiti che compongono l'alleanza di governo che guida l'Italia.

Non ci sono solo il Tap e la Tav a incendiare gli animi dei 5 stelle: dopo gli scontri sul gasdotto pugliese e la ferrovia Torino-Lione ad alta velocità, la nuova grana dei grillini porta il nome di Muos, il megaradar gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in costruzione nella riserva naturale della Sughereta di Niscemi, in Sicilia. Un'opera da sempre contestata dalla popolazione e dai rappresentanti politici locali, che sembra generare malumori anche all'interno del Movimento 5 Stelle.

I pentastellati si sono sempre detti favorevoli allo smantellamento della base statunitense e qualche giorno fa, ospite a Scordia, in Sicilia, il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato "importanti novità" sul dossier, senza aggiungere altro. Elisabetta Trenta, Ministro della Difesa in quota 5 stelle ha invece scritto una memoria per chiedere al Tar di respingere il ricorso presentato per bloccare la costruzione dell'opera. In buona sostanza quindi un parere favorevole al radar.

muos-5

Una immagine della protesta No Muos a Niscemi nel 2015 ANSA

Per i militanti pentastellati del territorio un campanello d'allarme perché anche grazie alla promessa di cancellare l'opera i 5stelle avevano fatto proseliti in campagna elettorale tanto da ottenere alle ultime elezioni politiche del 4 marzo 2018 oltre il 50% nelle zone interessate dall'opera. Già nel 2015 i 5 stelle si battevano per una "smilitarizzazione della Sicilia", ancor prima nel 2013 per bloccare le opere statunitensi il Movimento 5 Stelle aveva anche presentato una mozione votata all’unanimità dall’Assemblea regionale siciliana.

Il deputato 5Stelle dell'Assemblea regionale siciliana - pasionario no-Muos - Giampietro Trizzino ha bollato come "un fatto già passato" la memoria presentata dalla ministra Trenta contro il ricorso dei No Muos che intendono bloccare l’attività del sistema di comunicazione satellitare militare americano.

La Difesa però frena. "La linea sul Muos è molto chiara - hanno precisato ieri fonti del ministero - e in questi giorni il governo è al lavoro sul dossier".

"Qualsiasi altra esternazione o posizione assunta da esponenti non appartenenti all’esecutivo è da considerarsi espressione del singolo soggetto politico, non del ministero della Difesa e men che meno del governo. L'unica voce ufficiale sul tema è e sarà quella del governo".

Il Muos, terminato nel 2014, è stato installato a seguito di un accordo bilaterale siglato da Italia e Stati Uniti. Oltre a integrare forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo ha l'obiettivo di rimpiazzare l'attuale sistema satellitare Ultra High Frequency Follow-On.

Che cos'è il Muos

muos-4

L'impianto realizzato a Niscemi è stato al centro di numerose proteste di residenti, rappresentanti locali e associazioni ambientaliste.   Secondo gli attivisti, l'opera rischia di danneggiare l'ecosistema della Sughereta di Niscemi. La vicenda sui possibili danni per l'ambiente e per la salute umana provocati dalla realizzazione del Muos fu sollevata nel 2007 dal senatore di Insieme con l'Unione, Mauro Bulgarelli, che presentò un'interrogazione al ministro della Difesa dopo un'inchiesta di Rainews24. Solo un anno dopo il sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, chiese l'intervento dell'Agenzia regionale per l'ambiente per capire se l'installazione della nuova stazione di controllo terrestre delle forze armate degli Stati Uniti, possa provocare danni ambientali (il territorio è zona protetta) o danni alle persone (per gli effetti della prolungata esposizione a campi elettromagnetici di alta intensità). Da allora comincò a formarsi un vasto movimento d'opinione che si è espresso contro l'installazione delle enormi parabole militari a Niscemi e che ha portato alla nascita del ''no Muos''. Dopo la battaglia finita in tribunale, il 14 novembre spetterà al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia decidere sulla sentenza emessa nel 2016 dallo stesso Consiglio che aveva sbloccato i lavori.

Un avvertimento arriva dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Claudio Fava. "Fino all'anno scorso, quando l'attuale presidente della Regione Musumeci e il Movimento 5Stelle erano fieramente all'opposizione, la loro battaglia per lo smantellamento del Muos fu diretta, esplicita, senza margini di mediazione. Oggi che entrambi governano (Musumeci a Palermo, i 5Stelle a Roma) di quella battaglia, che coinvolse e mobilitò decine di migliaia di siciliani, non conservano memoria".

"Io non dico che in politica non bisogna mai cambiare idea. Dico che non bisogna fare i furbi, che è cosa diversa. Prendersi i voti e poi abiurare, dimenticare, pensare ad altro. Perché così sta accadendo in Sicilia".

A che punto è la Tav

"Per noi la Tav non è un'opera in questo momento prioritaria". A ribadire la posizione del Movimento 5 stelle è il vicepremier Luigi Di Maio che spiega: "Noi non siamo contro l'alta velocità in sé: siamo contro gli sprechi di soldi che non ci permettono di investire dove serve".

Quanto effimero possa apparire questo impegno lo si evince non solo dall'esito del contestato gasdotto Tap, poi avallato dal Governo tra le proteste dei residenti, ma soprattutto dalle dichiarazioni dell'altro vicepremier Matteo Salvini che a Bruno Vespa confida come sulla bontà della Tav sarà il dossier in preparazione al ministero delle infrastrutture e saranno i numeri a confermare o meno la necessità dell'opera. E se sarà "al passo con i tempi" allora passerà la linea della Lega: "Dopo la Tap, si faranno anche il Terzo valico, le pedemontane, le superstrade, il tunnel del Brennero" rincara il segretario del Carroccio.

Intanto il Consiglio comunale di Torino ha approvato un documento contro la Tav in cui chiede "formalmente" al governo di sospendere i lavori della Torino-Lione in attesa dell’analisi sui costi e benefici promessa dal governo e poi valutare se non sia meglio potenziare la linea storica piuttosto che costruirne una nuova.

Nell’economia dell’alleanza Lega-5stelle la Valsusa è il baluardo grillino: per i 5 stelle un eventuale sì del governo alla Tav sarebbe un'altra batosta in termini di popolarità. Il Movimento da sempre allineato alle richieste dei No-Tav ha raccolto il 30% dei consensi alle ultime politiche nella zona della Val Susa.

La Tav serve oppure no?

tav cantiere ansa-2

Nei giorni scorsi 22 sindaci della Valsusa, tra cui quello di Chiomonte, e della Cintura Metropolitana di Torino che partecipano ai lavori dell'Osservatorio per l'asse Ferroviario della Torino-Lione hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio Conte, al sottosegretario alla presidenza Giorgetti e al ministro Toninelli in cui chiedono ''di essere ascoltati''. Gli amministratori locali piemontesi spiegano come il corridoio della Valle di Susa e della Maurienne, qualora si rinunciasse a proseguire i lavori resterà l'unico su tutte le Alpi nel quali il trasporto merci sarà delegato alla sola autostrada, "consapevoli che la linea storica, la più vecchia delle stesse, non è più in grado di assolvere questa funzione, mentre potrebbe diventare una linea turistica, oltre che una metropolitana di Valle da Torino alle sue montagne".

Il costo per il no alla Tav: "2 miliardi"

Al di là delle Alpi in territorio francese Stéphane Guggino, delegato generale di Transalpine - il comitato transalpino che promuove la linea ad alta velocità Torino-Lione - sostiene l'utilità dell'opera adducendo la spiegazione di un traffico in forte crescita dal 2014

Un eventuale stop al progetto da parte italiana, come paventata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, per Guggino, ''implicherebbe risarcimenti e danni per le imprese che stanno già lavorando al progetto. Complessivamente, tra Francia, Italia e Ue, sono stati già impegnati circa 1,5 miliardi di euro in questo progetto. Come ha detto Paolo Foietta, il commissario straordinario del governo per l'asse ferroviario Torino - Lione, Il solo costo diretto complessivo da restituire a Ue e Francia potrebbe essere superiore a 2 miliardi''.

Per Guggino il progetto è importante anche per far fronte ad una crescita del traffico. ''Le previsioni di traffico di 10-20 anni fa non sono state raggiunte anche a causa della crisi del 2008-09 che ha provocato un calo del traffico in tutta Europa. Ma dal 2014 il traffico è in forte progressione. Nel 2017 il traffico tra Francia e Italia dei mezzi pesanti è cresciuto del 12% dal 2014. Ogni giorno ci sono 230 tir in più. Stiamo andando dritto nella direzione delle previsioni''. Attualmente, osserva, ''il 92% del traffico passa per strada e solo l'8% dal ferro''.

Il vecchio tunnel, rileva, ''che è stato inaugurato nel 1870 deve far fronte a restrizioni legate alla sicurezza sempre più costringenti. Attualmente passano solo 54 treni al giorno. Per noi non c'è alternativa alla Torino-Lione''. Anche perché, spiega, ''ogni anno tra Francia e Italia passano circa 44 milioni di tonnellate di merci e nel tunnel attuale passano 6 mln di tonnellate l'anno. Ciò dimostra la necessità del nuovo tunnel''.

Carlo Secchi, vicepresidente di Ispi e a capo del Programma Infrastrutture dell'Istituto, si dice "convinto che anche per la Torino-Lione andrà a finire come con la Tap, perché dal punto di vista della logica economica e da qualsiasi punto di vista tecnico scientifico non c'è alcun dubbio che sia da fare".

La Tav, secondo l'esperto, "rappresenta la soluzione rispetto alla palese inadeguatezza del Frejus, che è stata a suo tempo un'opera fondamentale ma ormai è del tutto inadeguata"; inoltre, "è l'unico modo per promuovere flussi di traffico che siano anche eco-compatibili perché la situazione attuale, e soprattutto in prospettiva, è quella di essere soffocata dai camion in mancanza di una alternativa su ferro".

"Per altro non esiste una alternativa - tiene a sottolineare Secchi - La sola e unica sarebbe aggirare l'Italia, cioè da Lione andare verso la Svizzera e poi verso Est" e così facendo "tagliare fuori in qualche modo l'Italia da questi flussi di traffico e soprattutto isolare Torino".

Come è andata a finire con il Tap

no tap san foca-2

"Faccia da becco", "maledetto", "ciarlatano", "pdiota", "becchino, rip": sono solo alcuni degli insulti con cui su Facebook sono stati apostrofati alcuni esponenti del movimento No Tap. Nel mirino di alcuni utenti, è finito - assieme al sindaco di Melendugno, Marco Potì e alla giornalista Tiziana Colluto che si occupa del gasdotto da anni - Gianluca Maggiore portavoce del movimento no-tap preso di mira dai militanti del Movimento 5 stelle dopo le manifestazioni anti pentastellate seguite al via libera del governo al gasdotto salentino. 

Intanto proseguono i lavori nel tratto di mare antistante San Foca: la marina di Melendugno è stata scelta da consorzio che sta realizzando il Tap per l'approdo del gasdotto che parte dall'Azerbaijan.

Dai No Tap intanto prosegue la mobilitazione contro i rappresentati salentini del Movimento 5 stelle che nell'area interessata dai lavori raccolse oltre il 40% dei consensi alle elezioni politiche del 4 marzo scorso contando proprio sul malcontento della popolazione locale. 

Intanto il vicepresidente e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, "smentisce categoricamente" le frasi che gli sono state attribuite in merito al Tap: "Non ho mai affermato - dichiara - che fosse un'opera utile. Ribadisco, invece, che si tratta di un'opera non strategica".

"La ministra Lezzi e il premier Conte devono spiegare - sostiene Gianluca Maggiore portavoce del movimento no-tap - come avevano promesso, alla popolazione, venendo qui in Salento, non con letterine su Facebook. Rilancio al mittente il tentativo di far andare tutto nel dimenticatoio. Venite a San Foca a spiegare che cosa non ha fatto il governo, è una vostra precisa responsabilità politica".

gasdotto tap-2

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tav, Tap e Muos: tutti i no che i 5stelle rischiano di rimangiarsi

Today è in caricamento