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Sabato, 20 Aprile 2024
Il caso

La storia delle presunte telefonate di Draghi a Grillo. Conte "sconcertato", Palazzo Chigi smentisce

Secondo il sociologo De Masi, il presidente del consiglio avrebbe chiamato il fondatore del M5s "parlando male" di Conte e chiedendogli di rimuoverlo dalla guida del partito. L'ex premier: "Grave che si intrometta nella vita delle forze politiche". Draghi, da Madrid, assicura: "Abbiamo iniziato a chiarirci, il governo non rischia"

I contorni di quello che appare come un "incidente diplomatico" sono tutti da chiarire. All’interno della maggioranza esplode il caso delle presunte telefonate del presidente del consiglio Mario Draghi a Beppe Grillo nel corso delle quali (il condizionale è d'obbligo) il premier avrebbe espresso delle "riserve" sul suo predecessore a Palazzo Chigi, ovvero Giuseppe Conte, oggi leader dei 5 Stelle. Iniziamo dall’antefatto. Ieri il sociologo Domenico De Masi, in collegamento telefonico con la trasmissione di Rai Radio1 "Un giorno da pecora", ha raccontato un aneddoto che riguarda proprio alcune presunte chiamate intercorse tra il premier e il fondatore del M5s. "Grillo si è incontrato coi parlamentari, ha detto un sacco di cose, per esempio che Draghi gli telefona continuamente e gli parla pure male di Conte". Draghi parlerebbe male di Giuseppe Conte a Beppe Grillo? "Lo ha detto ieri in una riunione dei suoi deputati, non a me" ha confermato il sociologo, "c'erano 200 persone".

Intervistato dal "Fatto Quotidiano" De Masi ha poi usato parole ancora più nette: "Secondo Grillo, Draghi gli ha chiesto di rimuoverlo dal M5S, perché inadeguato". Una vera e propria bomba pronta a deflagrare nella maggioranza. Cosa c’è di vero? Il fondatore dei 5 Stelle si è trincerato per ora dietro parole ambigue. Alle domande insistenti dei cronisti, Beppe Grillo ha risposto così: "Coprire la verità con le vostre storielle". Poi, secondo un retroscena dell’AdnKronos, avrebbe inscenato una gag con i senatori del M5s: "Scusate, mi squilla il telefono... È Mario Draghi!".

A parlare è invece il diretto interessato, Giuseppe Conte. E le sue non sono parole al miele: "Trovo semplicemente grave, che un premier tecnico, che ha avuto da noi sin dall'inizio l'investitura per formare un governo di unità nazionale, si intrometta nella vita di forze politiche che lo sostengono peraltro" ha detto il leader dei 5 Stelle. "Grillo mi aveva riferito di queste telefonate, noi siamo una comunità e lavoriamo insieme, quindi ero stato informato". E poi: "Vorrei ricordare che noi sin qui abbiamo sempre sostenuto il governo con lealtà e correttezza, non nascondendo i passaggi difficili che ci procurano sofferenza. Sono rimasto sconcertato sinceramente". 

Il presidente del consiglio Mario Draghi ha replicato da Madrid dove è in corso il vertice Nato. "Ci siamo parlati con Conte poco fa, abbiamo cominciato a chiarirci" ha assicurato il premier. "Ci risentiamo domani per vederci al più presto. Il governo non rischia". In serata è arrivata anche un'ulteriore precisazione: il presidente del Consiglio Mario Draghi, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, non ha mai detto o chiesto a Beppe Grillo di rimuovere Giuseppe Conte dal M5S.

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