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Venerdì, 19 Aprile 2024
Emergenza rifiuti / Roma

Roma costruirà un termovalorizzatore: la decisione del sindaco Gualtieri

Il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato che la città di Roma si doterà di un termovalorizzatore a controllo pubblico entro il 2026

Roma si doterà di un termovalorizzatore da 600mila tonnellate per chiudere il suo ciclo di gestione dei rifiuti e di un'annessa discarica di servizio da 60mila tonnellate. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel corso della seduta straordinaria dell'Assemblea capitolina dedicata alla vicenda dei rifiuti.

"Con l'obiettivo ambizioso di zero discariche a Roma abbiamo deciso di realizzare un termovalorizzatore a controllo pubblico". 

L'obiettivo - come indicato dal sindaco di Roma - è quello di utilizzare i poteri straordinari che gli derivano dall'essere il commissario per il Giubileo 2025 per realizzare rapidamente il termovalorizzatore della Capitale. Gualtieri conta di vedere l'impianto pronto entro la fine del suo mandato, che scade nel 2026, o addirittura un anno prima.

"Dopo un'attenta e approfondita valutazione delle tecnologie disponibili abbiamo deciso di dotarci di un nuovo impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti che produca calore ed energia- ha spiegato Gualtieri- Un termovalorizzatore a controllo pubblico da attuare con le migliori competenze industriali disponibili. Il nuovo impianto da 600mila tonnellate che intendiamo realizzare in tempi molto rapidi ci permetterà di chiudere il Tmb di Rocca Cencia e di abbattere del 90% l'attuale fabbisogno di discariche, rendendo così necessaria solo una piccola discarica di servizio per il conferimento di residui inerti che potrà limitarsi a 60mila tonnellate l'anno e avrà un impatto ambientale sostanzialmente nullo. Perché le ceneri pesanti (prodotte dal termovalorizzatore, ndr) sono recuperabili al 90% e quelle leggere (da smaltire in discarica, ndr) sono pari al 4% della massa iniziale".

Perché Roma intende costruire un termovalorizzatore per chiudere il proprio ciclo di gestione dei rifiuti, nonostante il piano regionale vigente non preveda la costruzione di nuovi impianti di questo tipo? La spiegazione l'ha data l'assessora capitolina ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi nel suo intervento durante la seduta straordinaria dell'Assemblea Comunale sui rifiuti dove ha detto che Roma produce quasi due terzi del rifiuto totale della Regione con percentuali prossime al 46% di raccolta differenziata rendendo irraggiungibile l'obiettivo di raggiungere il 70% della raccolta differenziata a livello regionale entro il 2025. 

Secondo i dati del consuntivo Ama, Roma produce 4.400 tonnellate di rifiuti al giorno, con l'esigenza di raccogliere e trattare poco più di 1 mln 600mila tonnellate l'anno. Di queste circa 874mila tonnellate sono rifiuti indifferenziati, il 54 per cento del totale. Con l'attenuarsi delle misure Covid è prevedibile che la quota torni a 1mln e 700mila tonnellate. Quasi il 30 per cento dei rifiuti prodotti a Roma oggi finisce in discarica, mentre il dato nazionale è del 20 per cento. Il fabbisogno quotidiano di discarica è di circa 1200 tonnellate. Anche con la raccolta differenziata al 65%, con gli attuali impianti, il fabbisogno quotidiano sarebbe di mille tonnellate, 350mila tonnellate l'anno. L'attuale ciclo dei rifiuti chiude solo per il 2%

Cosa sono i termovalorizzatori e a cosa servono

Il termovalorizzatore è un impianto che utilizza come combustibile i rifiuti con duplice scopo: liberarsene e produrre energia con il calore prodotto dalla combustione. È composto da un forno nel quale vengono inceneriti i rifiuti - a volte con l'utilizzo anche di gas metano per innalzare in certi casi la temperatura di combustione - mentre il calore prodotto porta a vaporizzare l’acqua in circolazione nella caldaia posta a valle ed il calore che viene generato aziona una turbina che trasforma l’energia termica in elettrica. L’incenerimento avviene ad altissime temperature superiori a 850°C, per evitare la formazione di diossina che si sprigiona a temperature più basse. 

L’impatto ambientale dei termovalorizzatori è strettamente legato alla qualità dell’impianto, infatti un controllo ottimale dei rifiuti in ingresso, dei processi di combustione e del filtraggio di fumi e ceneri assicura un inquinamento contenuto. Bene considerare che circa il 30% del peso totale dei rifiuti non è combustibile, quindi viene raccolto in una vasca piena d’acqua posta a valle dell’ultima griglia in modo da raffreddarsi; successivamente viene trasportata in discariche speciali. Lo stesso per quanto riguarda le polveri fini, circa il 4% del peso del rifiuto in ingresso, classificate come rifiuti speciali pericolosi. I fumi prodotti dalla combustione vengono filtrati per eliminare il contenuto di agenti inquinanti, e raffreddati fino a 140° C ed infine rilasciati in atmosfera. 

Ad oggi in Italia ci sono circa 40 termovalorizzatori, situati soprattutto al Nord Italia in zone come Milano, Brescia, Torino, Pavia e Modena.

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