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Venerdì, 19 Aprile 2024
CASTA

Tagli alla Camera, arriva la beffa: "Dal 2017 via il tetto agli stipendi"

Il limite dei 240mila euro varrà fino al 31 dicembre del 2017, poi i compensi dei dipendenti di Montecitorio potranno tornare nella stratosfera. Con la complicità dei nostri parlamentari. L'unico partito ad opporsi il Movimento 5 Stelle

Tenetevi forte. Sergio Rizzo sul Corriere della Sera racconta l’ultimo affronto della 'Casta' che, a quanto pare, continua a farsi beffe dei sacrifici degli italiani.

Una sentenza del collegio d’appello (l’organo interno a Montecitorio competente a giudicare i ricorsi in materia di lavoro), ha stabilito infatti che il tetto dei 240 mila euro alle retribuzioni dei dipendenti della Camera, varrà fino al 31 dicembre del 2017.

Insomma due anni di "sacrifici" (si fa per dire), poi liberi tutti. Il tetto agli stipendi dei dipendenti era stato fissato nel settembre 2014 e avrebbe dovuto garantire nel triennio 2015-2018 un risparmio di quasi 97 milioni (60,1 per la Camera e 36,7 per il Senato). 

Una decisione, racconta Rizzo, fin da subito osteggiata da un migliaio di dipendenti (circa l’80 % del totale) appartenenti a decine di sigle sindacali, che hanno presentato una valanga di ricorsi.

E alla fine, grazie al "contributo" decisivo dei nostri onorevoli, hanno avuto ragione. I ricorsi dei dipendenti sono infatti giudicati da commissioni formate esclusivamente da parlamentari. E il collegio d’appello di Montecitorio è composto da cinque onorevoli. Volete i nomi? 

Presidente è Mario Guerra, uno dei due esponenti del Partito democratico che ne fanno parte: l’altro è Giuseppe Lauricella. C’è poi Giuseppe Galati, vecchia conoscenza del centrodestra passato con gli ex forzisti di Denis Verdini. Quindi Gaetano Piepoli del Centro democratico. Infine il grillino Alfonso Bonafede, che non ha sottoscritto la sentenza. 

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