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Giovedì, 28 Marzo 2024
Scenari

Il piano del centrodestra per il Quirinale

Meloni, Salvini e Tajani delineano le prossime mosse. Berlusconi avrà una chance, poi scatta il piano B

"Sono sicuro che il nostro Paese avrà a fine gennaio un presidente o una presidente eletto a larga maggioranza e rapidamente dalle Camere riunite in seduta comune, e non con vecchi modelli come capitò in passato con lunghe settimane di votazione". Le parole del segretario del Pd, Enrico Letta, cozzano con il tentativo che il centrodestra pare intenzionato a fare per proporre Silvio Berlusconi come successore di Sergio Mattarella. Certo, il favorito resta sempre Mario Draghi, ma sono in tanti nell'attuale maggioranza a credere che una permanenza dell'attuale premier a Palazzo Chigi sia preferibile, per gestire le sfide del 2022, tra emergenza pandemia da superare e Pnrr da avviare nel migliore dei modi.

Il centrodestra ha un piano per il Quirinale. Un piano per ora solo abbozzato, ma vorrò giocarsi le sue chance. Oggi la destra ha dei numeri in maggioranza: da FdI a Forza Italia il 45% dei grandi elettori. "Il presidente si elegge con il massimo del consenso. Con la sinistra siamo al governo insieme, parliamone e confrontiamoci. È una cosa positiva per tutti, noi faremo la nostra parte, tutti devono parlare con tutti visto che la prima carica dello Stato rappresenta tutti. Un presidente di area del centrodestra sarebbe perfetto, ma anche perché ogni presidente si spoglia un attimo dopo l`elezione dell`abito di appartenenza e diventa garante della Repubblica, non ha più la maglia di una squadra ma quella della Nazionale, diventa al di sopra delle parti". Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia. "Berlusconi? Ha meriti e record che in pochi possono vantare. E a sinistra non vedo un candidato vero", prosegue Tajani, per il quale Mario Draghi "sarebbe un eccellente presidente della Repubblica, ma è giusto che continui a guidare l'esecutivo. L'accoppiata Berlusconi-Draghi a livello nazionale e internazionale sarebbe certamente positiva per il Paese. Io credo che il presidente della Repubblica debba essere anche un politico di spessore, che ha preso voti, che ha governato, non ci si può sempre rivolgere ai tecnici", ma "prima di affrontare la scelta del prossimo inquilino del Quirinale risolviamo le questioni che interessano l'economia, il lavoro e la salute", conclude.

La fedelissima Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori Fi, sostiene che "non esiste un candidato più autorevole" di Berlusconi, "per esperienza umana e politica, per relazioni internazionali e capacità di governo. Sarà lui, a tempo debito, a dirci se intende dare la sua disponibilità o se invece, legittimamente, vorrà continuare a fare ciò che fa oggi, aiutare il Paese come sta facendo".

Giorgia Meloni arringa invece la sua folla alla kermesse romana Atreju: "Vogliamo un patriota e non accetteremo compromessi", tuona davanti ai militanti in delirio. In pratica Berlusconi avrà la libertà di verificare se in Parlamento ha il consenso sufficiente per salire al Colle. Qualora dopo l’Epifania il pallottoliere dovesse restituire un responso infausto, scrive oggi Repubblica, si virerà sul piano B, ovvero un altro nome d’area che tolga ogni spazio di manovra al centrosinistra. 

"Il centrodestra è centrale, non solo strategicamente ma numericamente. La Lega ha l'onore di guidare un centrodestra che ha le carte giuste per essere protagonista della scelta di un presidente che, finalmente, non abbia in tasca la tessera del Pd - dice Matteo Salvini intervenendo all'assemblea regionale del partito in Puglia. - Un presidente della Repubblica scelto in condivisione. Io da lunedì chiamerò tutti i segretari dei partiti, tutti, dal più piccolo al più grande, per dire sediamoci intorno a un tavolo e parliamone". Con un'unica certezza: se Draghi avanzerà la sua candidatura, nessuno si tirerà indietro e la corsa al Quirinale si risolverà nel giro di una votazione. Altrimenti, il centrodestra troverà il modo di superare le divisioni interne e far pesare i suoi numeri, senza accettare passivamente un nome proposto da Pd e M5s.

La posizione di Sergio Mattarella è invece nota. Il capo dello Stato ha escluso a più riprese un suo secondo mandato come avvenuto per Napolitano. Già quella rielezione fu considerata da molti una forzatura costituzionale e dovrebbe restare un unicum. Mattarella è indisponibile e già pronto a traslocare in una nuova casa

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