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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Firenze

Salvini esulta per Trump: "Ora tocca a noi, sabato tutti a Firenze per il no al referendum"

Il leader della Lega plaude al successo del tycoon newyorkese e rilancia la manifestazione di sabato a Firenze a cui invita Grillo e D'Alema. Bersani su Fb: "La mucca nel corridoio sta bussando alla porta"

FIRENZE - Se il premier Renzi e la compagine democratica tenevano alta la bandiera della Clinton, Matteo Salvini aveva levato lo scudo "leghista" per il repubblicano Donald Trump. Il leader del Carroccio sabato prossimo porterà a Firenze migliaia di persone in piazza Santa Croce per una manifestazione per dire "no" al referendum: una prova di forza dopo che nello scorso weekend si è tenuta in città la kermesse renziana Leopolda edizione referendum.

Abbiamo scelto Firenze perché Firenze non è solo Renzi - ha detto Salvini dopo una visita in Consiglio regionale -  Ci saranno centinaia di pullman e decine di treni da tutta Italia, ma mi aspetto anche tanti fiorentini e toscani".

E Salvini ha invitato a prendere parte alla manifestazione anche D'Alema e Grillo: "La nostra piazza è aperta" ha detto il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, a proposito della manifestazione che si terrà sabato 12 novembre in Santa Croce. Previsto l'arrivo nel capoluogo toscano di 250 pullman provenienti da tutta Italia. Ad ora hanno aderito più di 300 sindaci. Ci sarà Giorgia Meloni, ci saranno Giovanni Toti e il professor Becchi, ex ideologo dei Cinque Stelle. 

BERSANI - Nella minoranza Pd si fa sentire l'ex segretario Pierluigi Bersani che usando uno della sue metafore paragona la vittoria di Trump ad una "la mucca nel corridoio sta bussando alla porta". "Il voto americano parla anche di noi" scrive Bersani su Facebook - Nel mondo ripiega la globalizzazione. Si affacciano protezionismi e pensieri aggressivi verso le persone e le merci di fuori. Gli establishment - spiega Bersani - interpretano la fase precedente, in via di superamento. Ovunque, anche in Europa, c'è una nuova destra in formazione. Non e' una destra liberista, e' una destra della protezione".

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Secondo l'ex segretario Pd "se vogliamo impedire che vinca ovunque dobbiamo attrezzare una sinistra larga che abbandoni le retoriche blairiane delle opportunita', delle flessibilita', delle eccellenze e scelga la strada della protezione sulla base dei propri valori di uguaglianza. Mettendo tutti e due i piedi fuori dagli establishment e dentro le periferie sociali, rilanciando i diritti del lavoro e le battaglie di uguaglianza, difendendo i principi di base del welfare universalistico secondo i quali davanti a bisogni fondamentali non ci puo' essere ne' povero ne' ricco. Non c'e' da perdere tempo".

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