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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Unioni civili, il Pd dice "no" ad Alfano e difende le adozioni

I dem tirano dritto sulla cosiddetta "stepchild adoption", ossia la possibilità per un omosessuale di adottare il figlio biologico del partner. Il voto segreto, tuttavia, può ancora mettere seriamente in pericolo la legge

ROMA - Il ddl Cirinnà sulle unioni civili ha superato il primo scoglio in Senato, che ha bocciato le pregiudiziali di costituzionalità, ma l'iter del provvedimento è tutt'altro che in discesa. Il Pd difende la "stepchild adoption", ossia la possibilità per un omosessuale di adottare il figlio biologico del partner. Di fronte all'ennesima proposta del leader di Ap, Angelino Alfano, di stralciare quella parte della legge per trovare un accordo nella maggioranza di governo, la risposta dei democratici è stata netta: impossibile raggiungere una mediazione che faccia fuori dal ddl Cirinnà il tema delle adozioni.

Intanto ieri il disegno di legge sulle unioni civili ha superato facilmente la prova del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità e le sospensive - una delle quali presentata anche da Ap - grazie al sostegno del M5s e di Sel. Il Pd non lo dice pubblicamente per ragioni di opportunità politica, Alfano è il principale alleato di governo, ma la risposta alla proposta rilanciata anche dall'altra componente centrista della maggioranza è: "Non esiste lo stralcio delle adozioni", anche perché rinunciare a quella parte della legge significherebbe perdere molti più voti a sinistra di quanti se ne guadagnerebbero al centro.

Il ddl Cirinnà resterà quello, con le modifiche proposte da Lumia agli articoli 2, 3 e 5. Insomma i dem puntano su M5s e Sel per ottenere il via libera alla legge anche perché su quel testo si è espresso all'unanimità il gruppo. La settimana proseguirà con la discussione generale e dunque si entrerà nel vivo delle votazioni solo da martedì prossimo, ecco perché il Pd riunirà i senatori quella stessa mattina per dare le indicazioni sui voti su cui sarà data libertà di coscienza. Intanto proseguiranno le trattative più o meno esplicite. E anche le schermaglie, come quella di oggi con la Lega.

Da un lato il Carroccio chiede 'garanzie' prima di ritirare gli emendamenti ostruzionistici: "Noi siamo pronti a cancellare circa 4500 emendamenti purché non ci siano né canguri, né strozzamenti del dibattito", avverte Gianmarco Centinaio, ma dal Pd Andrea Marcucci fa sapere che "prima voglio vedere cammello...", ossia non verrà messa da parte l'arma dell'emendamento canguro finché non si capirà quali emendamenti la Lega intende ritirare, perché, spiegano i dem, non è che noi ritiriamo il canguro e poi Calderoli mantiene il suo 'cangurino'. Il patto che sembrava chiuso una settimana fa insomma resta in stallo almeno fino a martedì, quando si conoscerà anche il responso della presidenza del Senato sulle ammissibilità e i voti segreti. Il timore dei democratici infatti è anche che tra i 500 emendamenti rimasti della Lega, quasi tutti sull'articolo 5, saranno concessi decine di voti segreti. E il voto segreto, nessuno lo nega a Palazzo Madama, può ancora mettere seriamente in pericolo la stepchild adoption oggi strenuamente difesa. 

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