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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Unioni civili, il governo mette la fiducia. L'ira della Cei: "Una sconfitta"

Alta tensione a Montecitorio. Il ministro Boschi ha annunciato che il governo pone la fiducia sul ddl riguardante le unioni civili. Le opposizioni sono partite all'attacco. I vescovi: "La famiglia è costituita da padre, madre e figli". E a Roma esplodono le polemiche per le dichiarazioni di Marchini

Dopo quella del Senato, sulle unioni civili arriva la fiducia anche alla Camera dei deputati. Matteo Renzi l'aveva preannunciato che sarebbe stata "molto probabile" e così in aula, dopo la bocciatura delle questioni pregiudiziali di costituzionalità di Lega e FdI, la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha annunciato che il governo poneva la fiducia sul ddl. Ma le opposizioni non hanno accettato di buon grado l'imposizione e sono partite all'attacco. Con toni anche duri accusando i colleghi del Pd di essere "servi della gleba" e di contribuire a rendere il Parlamento "uno zerbino del governo". Come hanno fatto Lega e M5S.

Forza Italia ha invocato l'intervento delle figure istituzionali di garanzia: presidenti delle Camere e presidente della Repubblica. "Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché nella sua alta autorità e nel suo ruolo dica basta a questi comportamenti di tipo squadristico", ha detto Renato Brunetta. Contro la fiducia è intervenuto anche monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, sostenendo che "può rappresentare anche una sconfitta per tutti", e invocando una "maggiore partecipazione e attenzione, di maggiore rispetto per coloro i quali sono stati eletti".

A tutti ha risposto il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato: "Abbiamo messo la fiducia perché siamo assolutamente convinti che il testo del Senato deve essere approvato così, e visti i toni usati da un pezzo dell'opposizione non sembra che la discussione avrebbe portato nulla di diverso e di positivo". Per Rosato si tratta di "una grande legge attesa da milioni di italiani, noi rispondiamo a loro e non ad altri".

Insomma il dado è tratto e al più tardi giovedì il ddl che introduce per la prima volta nel nostro ordinamento il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso sarà legge. Con le nuove norme sarà necessaria una dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni, con la registrazione degli atti di unione civile nell'archivio dello stato civile. In questo modo i due contraenti si impegnano all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione e a contribuire ai bisogni comuni. Rispetto ai doveri che il codice civile stabilisce per i coniugi uniti in matrimonio manca l'obbligo reciproco alla fedeltà. Per ora inoltre niente adozioni, come stabilito dall'accordo interno alla maggioranza, ma tanti esponenti del Pd, e la stessa relatrice Micaela Campana, hanno assicurato che qualcosa si farà anche su questo aspetto perchè questa legge è solo un primo passo per il riconoscimento dei diritti. Del resto una nuova legge sulle adozioni è tra i prossimi impegni legislativi che i dem si sono assunti all'indomani del voto al Senato. Montecitorio ha già avviato un'indagine conoscitiva e non è escluso che, superate le polemiche di questa fase, si possa ripartire proprio da quella riforma.

VESCOVI - "Il voto di fiducia può rappresentare anche una sconfitta per tutti", ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. "Penso stia emergendo da tutte le parti una richiesta di maggiore partecipazione e attenzione, di maggiore rispetto per coloro i quali sono stati eletti - ha sottolineato il segretario generale della Cei - Poi il Governo avrà anche le sue logiche, le sue ragioni, ma il voto di fiducia può rappresentare spesso una sconfitta per tutti. C'è la necessità che ci sia una politica familiare molto più attenta che metta in conto l'importanza della famiglia costituita da padre, madre e figli. Il ruolo della famiglia non è sussidiario o marginale: la società deve capirlo. Non è un tema che deve stare a cuore solo alla Chiesa ma a tutti, alla società".

Unioni Civili, le piazze di Roma e Milano

BOSCHI - La legge sulle unioni civili che domani la Camera dovrebbe approvare in via definitiva "è un risultato storico per il nostro Paese, di cui dobbiamo essere molto orgogliosi: dopo due anni di lavoro e decenni di attesa da parte delle persone omosessuali, domani avremo per la prima volta una legge che disciplina le unioni tra persone dello stesso sesso". Lo ha rivendicato il ministro per i Rapporti con il Parlamento (e da oggi anche per le Pari opportunità), Maria Elena Boschi, respingendo le critiche arrivate da più parti - compresa la Cei - al ddl. Quanto alle polemiche per la decisione di porre la questione di fiducia, Boschi ha replicato: "Il governo ha detto da sempre che la fiducia su questa legge assumeva un significato politico perchè riteniamo la legge un elemento fondamentale dell'agenda del governo".

Unioni civili, a Napoli le prime coppie di fatto 'ufficiali'

BRUNETTA - "Ignobile e aberrante mettere la fiducia su una materia sensibile come le unioni civili. Ignobile e aberrante metterla addirittura per soffocare la discussione sul complesso degli emendamenti, che avrebbe preso un paio d'ore. Ignobile e aberrante averlo fatto per approfittare del calendario, e arrivare all'approvazione finale del provvedimento in tempi utili per celebrare vittorie effimere di Renzi a fini elettorali, vedi gli anniversari della legge sul divorzio, oppure le elezioni amministrative. Ignobile e aberrante l'uso della questione di fiducia come strumento squadristico per eliminare il dibattito parlamentare". Lo ha detto Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, al termine della conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

MARCHINI - Tante polemiche a Roma per le dichiarazioni del candidato sindaco del centrodestra Alfio Marchini: "Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili, ma non è compito del sindaco fare queste cose per cui non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni".

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