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Giovedì, 25 Aprile 2024
Questioni primarie

Veltroni lascia il Parlamento, D'Alema quasi: Bersani teme la 'rottamazione'

L'ex sindaco di Roma ha sparigliato le carte. La decisione dell'ex premier ha fatto tremare gli onorevoli "immortali". Il rischio per il segretario è che tutto ciò venga visto come una vittoria di Renzi "il giovane"

Renzi e la sua campagna di "rottamazione" erano già un bel grattacapo per la segreteria del Pd. La questione ricandidature era già delicata. La mossa di Veltroni di lasciare il parlamento ha ulteriormente complicato la questione 'primarie' per i bersaniani.

Intanto perché l'ex sindaco di Roma ha scelto di dare il suo annuncio proprio nel giorno della partenza della campagna per le primarie di Pier Luigi Bersani, togliendo parecchio spazio al segretario e la cosa ha dato parecchio fastidio nel giro bersaniano.

Ma, soprattutto, perché adesso il tema ricandidature diventa ancora più delicato: non c'è solo il sindaco di Firenze ad incalzare, e non è un caso che Massimo D'Alema abbia voluto mandare un segnale chiaro: "La mia disposizione è a non candidarmi. Quindi, semmai, potrò candidarmi se il partito mi chiede di farlo". 

Il problema è che Bersani pare intenzionato a lasciare, come prevede lo statuto, che sia la direzione del partito ad occuparsi della vicenda, evitando di prendere posizione nella diatriba e limitandosi a ribadire i 'principi genarali', come fa quando dice che non ci possono essere "foglie nuove senza radici".



Il fatto è che, raccontano, D'Alema nelle ultime settimane si era già sfogato con più di un dirigente democratico: "La campagna di Renzi è intollerabile mi aspetterei di sentire una parola dal vertice del partito su questo". Le frasi pronunciate da D'Alema volevano sottolineare proprio il silenzio del partito di fronte agli attacchi di Renzi. 

A chi gli ha chiesto se fosse d'accordo con Rosy Bindi che, secondo quanto riportato da Repubblica, avrebbe detto che il partito deve difendere i suoi dirigenti, D'Alema ha replicato: "Assolutamente non sono d'accordo. Come vedete io sono stato difeso dagli attacchi di Renzi da rettori di molte delle principali università, non dal partito. Non è il partito, sono gli elettori che ci difendono".



Bersani, intanto, come racconta più di un dirigente, vuole promuovere un deciso rinnovamento, senza però falcidiare l'intero gruppo dirigente. Soprattutto, il segretario sembra poco intenzionato a farsi trascinare nella polemica. 

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