Referendum, l'allarme del Financial Times: "Se vince il No banche a rischio"
Sono otto gli istituti di credito, secondo il quotidiano finanziario londinese, a rischio crac qualora il 4 dicembre dovesse prevalere il No: "Fallirebbe il salvataggio di Montepaschi"
LONDRA (REGNO UNITO) - Il Financial Times torna a guardare con preoccupazione l'esito del referendum italiano sulla riforma costituzionale e, soprattutto, torna a tifare per il Sì. Secondo un articolo del quotidiano della city londinese, infatti, "se vincesse il No al referendum del 4 dicembre otto banche italiane in difficoltà saranno a rischio fallimento", in quanto l'incertezza sui mercati allontanerà eventuali investitori per ricapitalizzarle.
LE BANCHE A RISCHIO - Le banche a rischio sono otto: Monte dei Paschi di Siena, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Carige, Banca Etruria, CariChieti, Banca delle Marche e Cariferrara. Secondo il Financial Times c'è soprattutto la possibilità che fallisca il salvataggio di Montepaschi. In questo caso, per il giornale economico, "potrebbe crollare la fiducia in generale mettendo in pericolo una soluzione di mercato per le banche in difficoltà", soprattutto in caso di dimissioni del premier Matteo Renzi.
TREMA ANCHE UNICREDIT - Un altro dei timori è che le eventuali difficoltà delle otto banche possano "minacciare l'aumento di capitale di 13 miliardi di euro di Unicredit, la prima banca italiana per asset e la sua unica istituzione finanziaria di rilievo, in calendario all'inizio del 2017". Il nocciolo della questione "è il caso Mps" spiega una fonte al Financial Times. "Con la banca risolta non sono preoccupato. Con Mps irrisolta, sono preoccupato".
LE CONSEGUENZE - Si preannuncia una giornata difficile per Piazza Affari, che dopo un avvio negativo, accelera sulle perdite, lasciando sul terreno oltre il 2%, a 16.182,82 punti. In forte calo i bancari, con Mps che non riesce a fare prezzo per eccesso di volatilità. Giù anche Bper (-3,95%), Unicredit (-3,91%), Banco Popolare (-3,72%) e Bpm (-3,38%).
