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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Vitalizi, in Sicilia 324 ex deputati regionali bruciano oltre 18 milioni di euro l'anno

Nonostante i vitalizi siano formalmente aboliti dal 2012, in Sicilia sono ancora centinaia gli ex deputati (ed eredi) del parlamentino della regione autonoma a godere dell'assegno vitalizio

L'assemblea regionale siciliana spende ogni anno 18,3 milioni di euro per gli assegni vitalizi riconosciuti agli ex onorevoli del parlamento della regione autonoma. Dal report pubblicato dall'Assemblea si evince come, nonostante siano stati formalmente aboliti dal 2012, siano ancora 324 a goderne, tra ex deputati ed eredi.

Vitalizi, in Sicilia 18 milioni per le pensioni degli ex deputati

Come spiega Palermo Today nel 2012 è entrata in vigore in Sicilia una legge regionale che, istituendo un sistema previdenziale contributivo, aboliva i vitalizi.

Ma chi aveva maturato il diritto prima del cambiamento normativo continua a percepire l'assegno vitalizio. L'assemblea regionale siciliana -in virtù della legge sulla trasparenza - ha pubblicato l'elenco completo degli aventi diritto e il "riassunto" delle spese.

L'elenco dei beneficiari dei vitalizi Ars

  • Complessivamente gli assegni diretti erogati a ex deputati sono 158, per una spesa complessiva mensile 761.189,45 euro.
  • Sono invece 129 gli assegni di reversibilità erogati, per una spesa complessiva mensile di 588.708,92 euro.
  • Sono 30 le pensioni dirette erogate con il sistema “pro-rata” per una spesa complessiva mensile di 165.454,95 euro.
  • Solo tre le pensioni di reversibilità erogate con il sistema “pro rata" (per 9.788,21 al mese) e 4 le pensioni dirette erogate con il sistema contributivo per un esborso di 2.832,56 euro mensili. In un anno si traduce in una spesa che supera i 18,3 milioni.

Ma i vitalizi non erano stati aboliti?

La legge regionale che abolisce i vitalizi per ex deputati dell'assemblea regionale siciliana è in vigore ormai da sei anni, quando è istituito un sistema previdenziale contributivo, simile a quello previsto per i pubblici dipendenti, in base al quale "il deputato cessato dalla carica, riceve al momento in cui matura il relativo diritto, una pensione commisurata all'ammontare dei contributi versati. 

Il nuovo regolamento delle pensioni prevede a carico del deputato una trattenuta mensile pari all’8,80% dell’indennità lorda". Da qui la differenza tra assegni vitalizi diretti (integralmente maturati precedentemente al primo gennaio 2012) e le pensioni "pro-rata", maturate in diversa percentuale con il sistema retributivo e l'attuale sistema contributivo.

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