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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Basilicata, alle elezioni vince il generale della Finanza designato da Berlusconi

Dalle Fiamme Gialle alla presidenza della Regione Basilicata. Il candidato del centrodestra Vito Bardi è l'uomo su cui Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno puntato per conquistare la Basilicata

Il risultato delle elezioni in Basilicata è apparso subito chiaro: la vittoria del centrodestra era stata indicata dai sondaggi e alle urne i lucani hanno dato un'indicazione chiara. A scrutinio concluso il candidato del centrodestra Vito Bardi ha ottenuto il 42,20% pari a 124.716 voti.

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Il nuovo presidente della regione Basilicata è Vito Bardi, generale della Guardia di Finanza in pensione. Designato dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, deve la sua vittoria in particolar modo alla spinta della Lega che ha triplicato i voti in lucania soprattutto grazie all'attivismo del segretario del Carroccio Matteo Salvini che ha "battuto" in lungo e in largo la Basilicata, visitando anche i comuni più piccoli.

Chi è il nuovo presidente della Regione Basilicata

Dalle Fiamme Gialle alla presidenza della Regione Basilicata. Il candidato del centrodestra Vito Bardi è l'uomo su cui Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno puntato per conquistare la Basilicata.

Una scommessa vinta, quella di Berlusconi-Salvini-Meloni sull'ex generale della Guardia di Finanza. Residente a Napoli (alle elezioni infatti non ha votato), ma nato a Potenza nel 1951, Vito Bardi ha conseguito quattro lauree: Economia e Commercio, Giurisprudenza, Scienze internazionali e Diplomatiche, Scienze della sicurezza Economica e Finanziaria.

Da 35 anni è sposato con Gisella, dalla quale ha avuto due figli: Andrea e Luca. Nel corso della sua lunga carriera Bardi è stato insignito di numerose onorificenze (tra cui il titolo di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana). Appassionato di calcio, Bardi è un gran tifoso azzurro: "Le uniche pause me le concedo quando gioca il mio Napoli".

In passato per due volte è stato indagato sempre dal pm Henry John Woodcock, nel 2011 con l’accusa di favoreggiamento e rivelazione di segreto e nel 2014 con quella di corruzione: in entrambi i casi la sua posizione è stata poi archiviata.

Nel 2011, il nome di Bardi che all'epoca è comandante interregionale dell'Italia meridionale spunta nel procedimento sulla presunta lobby segreta "P4 "di Luigi Bisignani e Alfonso Papa. È accusato di rivelazione di segreto investigativo e di favoreggiamento. Dopo un anno di interrogatori, riscontri e incidenti probatori, John Henry Woodcock inoltra al giudice l'istanza di archiviazione. Caso chiuso, si torna alla normalità. Ma non per molto. Nel 2014, gli uffici di Bardi che nel frattempo è diventato comandante in seconda delle Fiamme gialle vengono perquisiti nell'ambito di un più ampio procedimento per corruzione. I titolari del fascicolo sono Woodcock e Piscitelli. Solo nell'aprile 2017, il gip Tommaso Miranda firma il decreto di archiviazione. Un provvedimento sollecitato dagli stessi magistrati basato sull'insussistenza di ogni ipotesi di illecito.

A proposito della sua candidatura Vito Bardi ha detto: "Quando mi è stato chiesto di ridare alla mia terra quello che mi ha dato in termini di crescita e formazione, candidandomi a presidente della Regione, ho risposto nell'unico modo che potessi: presente". Infatti #Presente è uno degli slogan scelti per la sua campagna elettorale. E le sue prime parole dopo il voto richiamano questo claim: "I lucani hanno risposto presente''.

Tra i bisogni urgenti Bardi mette al primo posto "le infrastrutture" con la creazione di un aeroporto. Ma anche la "defiscalizzazione per le aziende per creare occupazione". Chiara e in antitesi con la linea del Movimento 5 Stelle la posizione sulle trivelle. "Sì ma le royalities sul petrolio (in scadenza, ndr) devono creare investimenti e non essere usate nella spesa corrente".

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