Cosa abbiamo fatto di male per meritarci Vittorio Sgarbi?
Dove eravamo rimasti? Ah, sì: forse al mantra "capra, capra!" rivolto ai suoi colleghi politici o a qualsiasi persona gli sia capitata a tiro negli ultimi anni nel corso dei programmi tv in cui è stato ospitato per discettare su tutto lo scibile. Un'arma retorica che Vittorio Sgarbi ha dimostrato di saper padroneggiare: la zuffa verbale e l'insulto villano come mezzo per (non) affrontare un discorso o un dibattito. Ebbene sì: siamo ancora fermi lì. Cambia soltanto l'obiettivo. Da mesi il nostro critico d'arte-sindaco di Sutri-occupante degli scranni parlamentari da decenni-candidato sindaco di Roma e chi più ne ha più ne metta riserva quel mantra tedioso al "governo di stronzi" che starebbe chiudendo gli italiani in casa, obbligandoli - sempre parole sue - a indossare la mascherina anche all'aperto.
Da mesi Vittorio Sgarbi - che tutto è fuorché immunologo o virologo - gioca a fare l'anti-scienziato e martedì ne ha dato riprova a Roma, in piazza Montecitorio, dove senza indossare alcun dispositivo di protezione personale è salito su un palco improvvisato per aizzare la folla e urlare al microfono oscenità del genere: "Chi porta la mascherina all'aperto, come voi, per le distanze e per la paura, è come chi si fa una s*ga col preservativo. Mi dovete spiegare se il preservativo serve, ma se si fa una s*ga, perché portare il preservativo? Cosa se ne fa?". La mascherina è come il preservativo, è il paragone di Sgarbi.
Non si sa bene perché Sgarbi fosse lì, insieme a centinaia di ristoratori e commercianti onesti che hanno legittimamente protestato per le mancate riaperture delle attività da parte del governo, chiedendo ascolto e aiuti dallo Stato. Così come non si sa bene cosa ci facessero lì i negazionisti del covid senza mascherina, un figurante-sciamano con le corna in testa e l'estrema destra di CasaPound. Sgarbi è forse un ristoratore? E lo sono i cosiddetti fascisti del terzo millennio? Certo che no. L'unico interesse dei capipopolo a giorni alterni come Sgarbi è di ottenere un pizzico di visibilità e tornaconto personale strumentalizzando una protesta legittima e pacifica, fingendo di interessarsene.
Dopo i tafferugli con la polizia, gli imprenditori hanno preso le distanze dal manipolo di violenti che per qualche ora ha fatto passare in secondo piano il vero e sacrosanto obiettivo della protesta. "Sono proteste ancora moderate, non ho visto alcuna forma di violenza, hanno solo cercato di passare la soglia della piazza, d'altronde non si capisce perché quello spazio debba essere off limits per i manifestanti", ha detto Sgarbi dopo i fatti di Montecitorio, dando prova del suo intento affabulatorio nei confronti dei lavoratori onesti e disperati.
Ben consci del fatto che chiedere a un provocatore nato come lui di dare il buon esempio in quanto deputato stipendiato dai cittadini è pura utopia, ci limitiamo a far notare che la violenza, intendiamo qui quella verbale, può essere pericolosa quanto quella fisica. La frase sulla "mascherina come il preservativo" usata per istigare la folla non è una spacconata degna di un salotto televisivo di bassa lega ma un'oscenità demagogica, vuota e anti scientifica, tanto più se abbinata alle futili invettive contro la "dittatura sanitaria" per cavalcare il malcontento degli imprenditori sofferenti e costretti a chiudere perché abbiamo ancora centinaia di morti e migliaia di contagi quotidiani.
Sarà con tutta probabilità una considerazione destinata a cadere nel vuoto, la nostra, tanto che mentre cerchiamo invano di dare una risposta alla domanda "cosa abbiamo fatto di male per meritarci questa pandemia?", ecco sopraggiungerne un'altra, meno solenne ma non meno tetra: che cosa abbiamo fatto di male per meritarci Vittorio Sgarbi?