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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica e nuove generazioni

Voto ai 18enni per il Senato, arriva il via libera definitivo: cosa cambia 

Il provvedimento ha ottenuto 178 sì, 15 no e 30 astenuti a Palazzo Madama, ma prima dell'entrata in vigore sarà necessario attendere almeno tre mesi

Da Palazzo Madama è arrivato il via libera definitivo al Ddl che porta a 18 anni la soglia per il voto per il Senato, limite che fino ad oggi era stato a 25 anni. Il provvedimento, alla quarta lettura conforme con la Camera, ha avuto 178 sì, 15 no e 30 astenuti ed è stato quindi approvato in via definitiva. 

Per la promulgazione e l'entrata in vigore, però, bisognerà attendere almeno tre mesi, il tempo di consentire ad un quinto dei parlamentare, a cinque consigli regionali o a 500mila elettori di richiedere un eventuale referendum. In assenza di richieste, la legge dovrebbe entrare ufficialmente in vigore entro la fine del 2021.

Voto ai 18enni per il Senato: cosa cambia 

Precisato che la legge entrerà in vigore soltanto tra qualche mese, il principale cambiamento riguarderà l'età per votare in Senato: si andrà alle urne a 18 anni e non più a 25 come prevede l’articolo 58 della Costituzione. Con l'approvazione di questa norma verrà abbassata l'età dell’elettorato attivo per i senatori, che di conseguenza aumenteranno di circa 4 milioni. In questo modo verrà parificata anche l'età minima per votare alle elezioni politiche, che sarà così di 18 anni sia per il Senato che per la Camera dei deputati.

M5s: ''Continua il nostro aggiornamento della Costituzione''

La delegazione del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Costituzionali al Senato ha accolto con soddisfazione l'esito del voto di oggi: "Continua il percorso di innovazioni puntuali alla nostra Costituzione inaugurato in questa legislatura dal MoVimento 5 Stelle: con il sì definitivo di Palazzo Madama per l'estensione ai diciottenni del voto per i rappresentanti del Senato, saniamo un anacronismo che caratterizzava in negativo il nostro Paese e coinvolgiamo a pieno oltre 4 milioni di giovani nel processo democratico. I nostri ragazzi sono i principali destinatari delle politiche pubbliche che devono necessariamente guardare al futuro, sono innanzi tutto loro a ricevere i benefici o i danni delle scelte della politica. E allora è giusto che si dia loro il diritto ma anche la responsabilità di scegliere anche i senatori eletti, non solo i deputati. Siamo fieri del fatto che grazie all'impulso del Movimento 5 Stelle, prima forza parlamentare, sia giunta in porto una nostra battaglia storica".

Il ministro D'Incà: ''Nuove generazioni partecipino alla vita politica''

"Con il voto di oggi al Senato la riforma costituzionale per la riduzione, da 25 a 18 anni, dell'età dell'elettorato attivo per il Senato della Repubblica termina positivamente il suo iter parlamentare. La riforma consentirà di far partecipare al voto circa 4 milioni di giovani che oggi sono esclusi dall'elezione di una delle due Camere rappresentative dei cittadini": questo il commento del ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà.  

"Si favorisce così la partecipazione delle nuove generazioni alla vita politica, obiettivo che da sempre il M5S persegue, e ci si allinea agli altri Paesi europe -prosegue-i. Il voto di oggi testimonia anche che il metodo delle riforme puntuali, che ha già portato alla riduzione del numero dei parlamentari lo scorso settembre, non solo è efficace ma è anche utile ad approvare le riforme necessarie con larga maggioranza, come testimonia il voto di oggi del Senato". "La legge sarà ora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e entro tre mesi un quinto dei parlamentari di ciascuna camera, cinque consigli regionali o 500.000 elettori potranno richiedere l'eventuale referendum. In mancanza della richiesta, la legge entrerà in vigore entro la fine dell'anno'', conclude.

Gribaudo (Pd): ''Voto ai 18enni indispensabile per svecchiare Paese''

Sulla stessa linea anche il commento della deputata Chiara Gribaudo, responsabile Missione Giovani del Pd: ''La riforma dell’elettorato attivo del Senato è indispensabile per svecchiare il Paese e mettere fine a una discriminazione generazionale che è stata, fino ad oggi, un punto di debolezza del nostro sistema parlamentare. Mi auguro che il voto ai diciottenni e in particolare a tutti i minori di 25 anni per l’elezione dei senatori, porti dalle prossime elezioni una ventata di cambiamento fra quei banchi che oggi troppo spesso rallentano o bloccano l’adeguamento delle leggi dello Stato all’avanzamento culturale dell’Italia. Il percorso delle riforme in questa legislatura non è ancora finito. La riforma dei regolamenti parlamentari e soprattutto dell’assetto delle Commissioni e del gruppo misto, come anche l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione sulla vita dei partiti, sono appuntamenti che le forze politiche non possono eludere. Abbiamo la responsabilità collettiva di far iniziare la prossima legislatura in maniera ordinata, senza lasciare ai posteri gli aggiustamenti dovuti al taglio dei parlamentari''.

Malpezzi: (Pd): ''Nuovo protagonismo civile per i giovani''

Punta sulla nuova partecipazione dei giovani alla vita politica anche Simona Malpezzi: "Oggi si chiude un percorso, nato nelle aule parlamentari, che dà un nuovo diritto a 4 milioni di cittadini italiani che prima non lo avevano. Diciamo ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni che la politica ha bisogno di loro e della loro capacità di scegliere". 

"Questo è un nuovo strumento per fare in modo che la loro partecipazione trovi uno sbocco. Una partecipazione -ha proseguito la presidente dei senatori del Pd- che tra i più giovani esiste ed è forte: prima del covid le piazze erano piene di giovani che manifestavano sui temi che stanno loro a cuore, dall'ambiente ai diritti. Finalmente, queste istanze potranno essere rappresentate anche al Senato. Ma c'è anche un altro elemento importante. Questa riforma darà maggiore stabilità e consentirà un funzionamento migliore delle nostre istituzioni. Rendere omogenei gli elettorati di Camera e Senato contribuirà a ridurre i problemi di efficienza delle nostre istituzioni". 

"Vogliamo garantire un nuovo protagonismo nella vita civile per tutti i giovani. Il voto che esprimiamo oggi è anche un segno della nuova centralità del Parlamento e della capacità della democrazia di agire per il bene della società e in questo caso per 4 milioni di giovani che dalle prossime elezioni potranno votare per entrambi i rami del Parlamento", ha concluso.

Forza Italia si astiene: "Contrari alla politica dei like"

Diversa la posizione di Forza Italia, che si è astenuta dal voto, come spiegato dal vicepresidente vicario dei senatori di Forza Italia Lucio Malan: "Forza Italia, come hanno già ampiamente spiegato i colleghi Pagano e Vitali, non si assocerà al coro pressoché unanime in favore di questa riforma. Noi abbiamo grande rispetto per i giovani ma anche per la serietà e i giovani non ci chiedono di votare per il Senato, chiedono invece serietà, più opportunità e meglio di altri respingono la politica dei like, di cui questa riforma è chiara espressione''. 

''Vorrei evidenziare che dopo la riduzione dei parlamentari che noi abbiamo contrastato - ha aggiunto Malan - bisognava porre subito mano ad una serie di riforme per far fronte agli squilibri che quella sbagliata riforma produrrà dalla prossima legislatura. Fu Zingaretti, allora segretario del Pd, tra i primi a dire che si sarebbe subito passati agli atti conseguenti. Nulla, non è accaduto nulla, se non questa legge che di fatto peggiora le cose". 

"Dal 1963 quando il Senato fu composto da 315 membri gli elettori per ogni senatore erano 98 mila passati a 148 mila nell'ultima elezione del 2018 per via dell'aumento della popolazione. Ebbene, dopo il taglio dei parlamentari, avremo un senatore ogni 233 mila elettori ed ora con il voto ai diciottenni uno ogni 260mila. I giovani avranno così molto meno potere nella scelta dei loro rappresentanti", ha proseguito.

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