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Giovedì, 25 Aprile 2024
Quelli che non votano

Voto fuori sede, primo stop dal Governo ma c’è ancora speranza

Bocciatura della sottosegretaria Ferro al voto anticipato negli uffici postali proposta dall’onorevole D’Incà

Prima fumata nera del Governo per il voto ai fuori sede. La proposta di legge discussa ieri, 4 aprile, in commissione Affari costituzionali della Camera, prevedeva l’introduzione, come già presente in altri Paesi europei, del voto anticipato negli uffici postali nella propria città di residenza.

Ma il disegno, portato avanti dal M5s, a prima firma di Vittoria Baldino e di Giuseppe Conte e voluta dall’ex ministro Federico D’Incà, era stato presentato in aula assieme ad altre richieste che in qualche modo non riguardavano direttamente il voto ai fuori sede, come ad esempio l’accorpamento delle elezioni in un cosiddetto “election day”.

Parrebbero essere proprio queste le motivazioni che hanno portato la sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro, nei suoi resoconti, a esprimere un consenso negativo. “L’intervento proposto appare troppo ampio e generico - afferma la sottosegretaria Ferro - poiché la disciplina prevista sembra applicarsi ad ogni tipo di consultazione elettorale; non identifica categorie di elettori che ne possono beneficiare; non introduce alcun elemento temporale di temporanea residenza fuori dal proprio collegio elettorale".

A raccogliere la perplessità della sottosegretaria è anche l’ipotetico luogo reputato per la votazione, ovvero gli uffici postali non vedendo “opportunità di coinvolgere nel procedimento elettorale, - continua Ferro - strutture non rientranti tra i soggetti pubblici ordinariamente deputati alle attività finalizzate alla libera espressione dei diritti politici”

Quelli che non votano: racconti dall'Italia che si astiene

Le valigie di chi non vota

Proprio il 16 marzo scorso, era stata ufficializzata la presentazione di un intergruppo parlamentare per trovare una soluzione per il diritto al voto per i fuori sede. In quell’occasione, il tour "Il voto non è scontato” aveva portato a Roma le valigie piene delle schede elettorali fac-simile che raccoglievano i messaggi e le richieste degli studenti e dei lavoratori fuori sede.

Il voto per i fuori sede potrebbe diventare realtà

“Se non nelle scuole e nelle poste dove esercitare il diritto al voto?” - afferma  Fabio Rotondo di Good Lobby - organizzazione non-profit impegnata da tempo sul tema del voto ai fuori sede. “Ci aspettavamo una prima battuta d’arresto - continua Rotondo - ma il fatto che se ne stia dibattendo alla Camera è un segnale positivo. C’è ancora speranza per il diritto di voto ai fuori sede. - termina Rotondo - Al termine del ciclo di audizioni si tornerà sul tema già dopo Pasqua. Sono stati fatti molti passi avanti e c’è il tempo per l’approvazione di questa legge fino a novembre”.

"Governo ripensaci"

"Crediamo sia un grave passo indietro - afferma in una nota The Good Lobby -  rinunciare alle proposte elaborate dagli esperti nella Commissione di studio sull’astensionismo del 2022. Reinventare la ruota ogni volta fa perdere tempo e fiducia mentre elezione dopo elezione l’affluenza alle urne cala costantemente. Come abbiamo ribadito più volte, - continua l'organizzazione impegnata da sempre nella campagna dedicata al voto dei fuorisede - pensiamo che la soluzione migliore sia garantire che il voto dei fuori sede venga conteggiato nel collegio di residenza. Vogliamo scongiurare che territori del sud restino fortemente sottorappresentati mentre città del nord - destinazione di universitari e lavoratori al primo impiego - molto sovrarappresentate.”

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