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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Veltroni non si ricandida, addio al Parlamento: "La rottamazione non mi piace"

L'ormai ex leader del Partito democratico ha annunciato in tv, a "Che tempo che fa", la sua volontà di non ricandidarsi per un seggio in Parlamento. "La scelta non è legata alla rottamazione di Renzi"

ROMA - Walter Veltroni, ex sindaco di Roma ed ex segretario del Pd, ha annunciato che non parteciperà alle prossime elezioni. Un annuncio arrivato a sorpresa, domenica sera a "Che tempo che fa", la trasmissione di Fabio Fazio su Rai3. "Lascio il Parlamento, non mi ricandido alle prossime elezioni. Ma non rinuncio a fare politica", ha detto Veltroni, entrato per la prima volta alla Camera nel 1987. "La decisione di non ricandidarmi - spiega - è stata presa parlando con mia moglie e le mie figlie".

LA STOCCATA A MATTEO RENZI - L'ex leader del Partito democratico ha spiegato che la sua scelta non è legata all'effetto Renzi. "La parola rottamazione non mi piace. Non si rottamano le idee, la storia, i valori delle persone. Non c'entra nulla con quel tipo di appelli - ci tiene a far sapere - perché non è l'anagrafe a fare la buona politica. Con questi criteri uscirebbero dal Parlamento personalità importanti per la vita del Paese, di cui tutti quanti abbiamo bisogno". E cita Vittorio Foa, la cui esperienza "deve valere per tutti, perché è stato un esempio anche in età avanzata. Era anziano ma anche uno straordinario innovatore. Fiorito è giovane ma certo non è un innovatore".

"E' un gesto coerente - spiega - con quanto annunciato nel 2006. Allora dissi che, una volta conclusa la mia esperienza di sindaco, avrei smesso di fare la politica professionalmente. Dopo mi è stato chiesto di fare una cosa alla quale non potevo opporre le mie scelte personali di vita e cioè il candidato alla presidenza del Consiglio. L'ho fatto, 12 milioni di persone hanno votato per me ma poi nel 2009 ho deciso di dimettermi ed erano dimissioni vere".

"NON LASCIO LA POLITICA" - Ma Veltroni non ha intenzione di uscire dalla scena politica o di chiudere col Pd: ci si può impegnare in tanti modi "senza necessariamente starsene seduti in Parlamento". E qui ricorda l'esperienza di Romano Prodi e Giuliano Amato.

SOSTEGNO A MONTI - Veltroni interviene anche sul tema che agita il Pd in queste ore: l'esclusione dell'agenda Monti dalla Carta d'intenti siglata da Bersani, Vendola e Nencini come base programmatica della futura coalizione. "Secondo me quella di Monti è un'esperienza che doveva restare perché noi la stiamo sostenendo. Un'esperienza - conclude - che ha dato prestigio e autorevolezza all'Italia dopo la tragedia del berlusconismo".

EFFETTO VELTRONI - La scelta dell'ex sindaco di Roma è destinata a cambiare il corso delle cose nel Pd. Cosa faranno ora i "vecchi" leader come Rosy Bindi e Massimo D'Alema, bacchettati da Renzi il rottamatore? "Si parla molto di Bindi e D'Alema - spiega Veltroni - ma non si dice che con la rottamazione non entrerebbero alle Camere persone come Enrico Morando, Pier Luigi Castagnetti o Arturo Parisi. Persone che hanno fatto del bene al Parlamento".


 

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